venerdì 8 agosto 2008

Pulpiti pragmatici

I POLLI DEI RADICALI
Ho sempre trovato irritante questo tipo di argomentazione: “Ah, volete fare una manifestazione contro i maltrattamenti agli zibellini, ma come la mettiamo con le sofferenze dei polli? Quando mai avete sfilato per i polli?”
Dico io, che razza di ragionamento sarebbe questo? D'accordo, avrò trascurato i polli, ma se trovi giusta la mia iniziativa per gli zibellini, aggregati: poi potremo parlare anche delle galline!
La questione, però, sarebbe completamente diversa se io, in passato, non mi fossi limitato a sorvolare sullo strazio dei polli, no, ma avessi fondamentalmente trovato accetabile il loro trattamento negli allevamenti intensivi, riconoscendo che, certo, le galline se la passano male, che sicuramente sono stati fatti molti errori, ma che in fondo le batterie sono la cosa migliore in un mondo imperfetto, e inoltre tutto andrebbe per il meglio se gli allevatori facessero come dico io!
È quello che sta succedendo (non da adesso) per la toccante campagna per i diritti umani in Cina. Soprattutto commovente è l'atteggiamento dei Radicali (si badi bene, con la R maiuscola, che quelli con la minuscola sono gentaglia). Se si tratta dell'Iraq, i Radicali sono un prodigio di realismo e ragionevolezza; criticano Bush per gli errori commessi nella “campagna militare in Iraq”, ma a quanto sembra il maggiore di questi errori non è stato quello di commettere il supremo crimine di guerra di aggressione, massacrando centinaia di migliaia di persone, annichilendo infrastrutture, depuratori, condutture, ospedali e quant'altro, no... Il peggiore sbaglio di Bush è stato quello di non appoggiare l'iniziativa Radicale “Iraq Libero”, che contemplava l'esilio (ma non l'impunità) per Saddam Hussein e una bella costituente irachena con patrocinio internazionale.
Perché sono commosso? Perché i Radicali credevano (e tuttora credono) che gli janqui siano andati in Iraq a portare la democrazia. Solo, lo hanno fatto nel modo sbagliato! Bastava che dessero retta a Pannella.
Per i Radicali, quindi, non si è trattato di sorvolare su una bagatella come il peggior crimine di guerra del XXI secolo, si è trattato di accettarlo, comprenderlo e (possibilmente) emendarlo. Come dire: la missione (portare la democrazia in Medioriente) è comunque ottima, e anche dal disastro iracheno qualcosa di buono può venirne fuori. In fondo, è stata abbattuta una dittatura sanguinaria, no? Andarsene adesso vorrebbe dire abbandonare gli iracheni alla guerra civile e alla teocrazia (accadrà comunque, ma vuoi mettere se ci sono le megabasi janqui a tener d'occhio i savages?).
Perché Bush che fa la predica alla Cina non è un ipocrita: è che le democrazie possono fare cose che le non democrazie invece no. Come l'omicidio di massa.
Quanto alla categoria di democrazia, non c'è bisogno di ricorrere ai bizantinismi dei politologi (diritti civili, separazione dei poteri, habeas corpus, rispetto della forma, e chi ne ha più ne disconnetta): è l'occidente bianco a essere democratico, anzi, visto che noi europei abbiamo tanto bisogno di “riforme americane”, l'occidente anglosassone.
No, non è per una questione di ipocrisia che trovo imbarazzante sentire i Radicali parlare dei diritti umani in Cina.
Semplicemente, non ne hanno l'autorità morale.

Domenico D'Amico

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