domenica 26 ottobre 2008

Cinema coreano 05



PROVACI ANCORA KWAK!
In un'altra occasione ho parlato di quel (ormai) classico della commedia romantica che è My Sassy Girl, ma non del suo regista, Kwak Jae-Yong, e dei film che ha fatto dopo Sassy.
Windstruck (내 여자친구를 소개합니다 2004), pur gradevole, sembrava uno strascico di Sassy, mirante a sfruttare fino all'osso la presenza di Jeon Ji-hyeon, dopodiché (a parte la partecipazione alla sceneggiatura del notevole Daisy, guarda caso pure questo con Jeon Ji-hyeon) abbiamo dovuto aspettare anni per vedere qualcosa di nuovo.
Ci si sono messi di mezzo problemi di produzione, che hanno fatto slittare di ben due anni (!) l'uscita di My Mighty Princess (무림여대생 2007), mentre Kwak, intanto, girava in Giappone. Perché in Giappone? Perché i suoi film (compreso Windstruck e l'opera prima, il commovente The Classic), se avevano fatto il botto in Corea, nelle sale nipponiche avevano fatto sfracelli inauditi. Per cui, a voler spaccare il capello in ventiquattro, l'ultimo film di Kwak non è un film coreano, ma giapponese. Pinzillacchere.

Cyborg She (僕の彼女はサイボーグ' 2008), chiamato anche Cyborg Girl e My Girlfriend Is a Cyborg (traduzione letterale del titolo giapponese) prende gli elementi di Sassy (la ragazza “bizzarra” e i viaggi nel tempo) e li porta alle estreme conseguenze.
La ragazza è più che strana, è un cyborg, e il viaggio nel tempo (che in Sassy, nonostante ci sia chi sostiene il contrario, era una metafora) è una realtà concreta. Incidentalmente, entrambi costituiscono un chiaro omaggio sia al ciclo di Terminator (la sfera di plasma della crononauta, e la citazione della Cyberdine) sia a Manga come Chobit, sia ad anime come Evangelion (la tuta da viaggio della cyborg e il pupazzetto di Rey Ayanami che il protagonista si regala all'inizio della storia).
Difatti, la radice della fabula è un classico: il protagonista (Jiro), vecchio e stroppiato nel futuro, manda nel passato un cyborg di sua fabbricazione, perché salvi il suo se stesso giovane da una sparatoria che lo lascerà menomato. Naturalmente la ragazza sintetica è poco avvezza agli usi umani, nonché piuttosto manesca. Gag in quantità. E naturalmente Jiro si innamora di lei, e lei comincia a sviluppare sentimenti umani.


 A un certo punto il loro rapporto conosce la crisi di prammatica, crisi che si risana proprio in coincidenza di un colossale terremoto che sbriciola Tokyo, durante il quale la cyborg subisce lo spiaccicamento pur di salvare il suo amato. Tutto qui? Ovviamente no. Il protagonista aveva incontrato per la prima volta la ragazza un anno prima che lei apparisse per salvarlo dalla sparatoria, e questa ragazza era completamente diversa dal cyborg di cui lui si innamorerà, era una che rideva, piangeva, si incazzava. Come mai? Naturalmente la spiegazione c'è, e il film termina con tutta una serie di rivelazioni e di svolte temporali (che, per correttezza, non posso riferire). Non è questo il punto. Il fatto che il Jiro non si accorga di questa colossale differenza caratteriale viene lasciato completamente senza spiegazioni. Forse è davvero un idiota.
My Mighty Princess, come detto più sopra, ha avuto un ritardo allucinante in postproduzione, per cui ce lo ritroviamo in contemporanea con Cyborg She.
Senza fare troppo i diacronici, possiamo dire che qui troviamo una variante leggermente più solare dell'accricco Sassy: la solita ragazza poco omologata e manesca è l'erede di una grande tradizione familiare di arti marziali. Il suo “disadattamento” deriva dal fatto che vorrebbe essere una ragazza “normale”, in modo da conquistare il tizio per cui ha una cotta (il titolo originale significa qualcosa come “La Studentessa Maestro di Arti Marziali”).

My Mighty PrincessMy Mighty Princess

Naturalmente le risulta difficile celare le proprie capacità (forza erculea, agilità e velocità straordinarie, capacità di ingurgitare senza danni enormi quantità di soju a 40 gradi, nonché una resistenza ai colpi che sfiora l'invulnerabilità – qualità sfoggiata in demenziali spettacoli da baraccone). Vai con le gag. E bisogna dire che in Mighty la caratura comica è maggiore, rispetto a Cyborg (la variante, rispetto al modello, consiste nel fatto che la figura maschile del “tiranneggiato” si sdoppia).
Ora, nel meccanismo narrativo che Kwak fa e rifà, la comicità ha un ruolo importantissimo, soprattutto perché i suoi film, verso la metà, hanno una svolta di umore piuttosto drastica verso il regno del dramma e del sentimento. E la differenza tra Cyborg e Mighty, in questo, è decisiva.
Cyborg She, rispetto a Sassy, mostra più opulenza scenica (e ti credo: un miliardo di Yen!), ma sono i protagonisti che, secondo il vostro umilissimo, danno un contributo insufficiente alla densità drammatica.
Keisuke Koide (Jiro in Cyborg She) non ha manifesta nemmeno lontanamente le goffaggini e la stupefazione che richiederebbe il suo ruolo di tenero baka. Il confronto con Cha Tae-hyeon (il protagonista maschile di My Sassy Girl – che fa un cameo, dopo quello in Windstruck, anche in Cyborg She) è catastrofico. Va un po' meglio con la ragazza-cyborg: Haruka Ayase, passato da gravure idol (pinup in costume da bagno) e poi da interprete acclamata di serie televisive, come attrice se la cava. Ma, forse per il semplice fatto di interpretare un androide dalla emotività larvata, più che roteare le palle degli occhi non può fare, dal lato comico, mentre la piega sentimentale le si addice molto di più.


E non è sufficiente, a energizzare la commedia, il piccolo ruolo di Naoto Takenaka (mitico interprete di quella pietra miliare di Swing Girls).
Invece Sin Min-ah (la protagonista di My Mighty Princess) riesce ad essere addirittura esilarante.


Non mi voglio sbilanciare, comunque, e non dirò che l'un film sia migliore dell'altro, ma visto che Kwak Jae-Yong sembra deciso (nulla di male) a narrare sempre la medesima storia, la mia impressione è che debba ancora trovare la miscela giusta per cucinare un'altra Sassy Girl, o magari qualcosa di ancora meglio.
Prova e riprova, Kwak. Hai visto mai.

Domenico D'Amico

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