di Giorgio Cremaschi da Micromega
E così tra il fumo dei lacrimogeni e delle bombe carta il parlamento
greco ha approvato la nuova quota di tagli sociali, imposta dagli usurai
della troika europea per concedere un po’ di crediti.
Con questa nuova rata l’insieme dei tagli alla spesa pubblica imposta
da tutti, ripeto tutti, i governi della Unione Europea ammonta al 40%
del pil greco. Come se da noi l’insieme delle manovre decise dai governi
Berlusconi e Monti avesse tagliato oltre 600 miliardi di euro. Finora
siamo ad un quarto di tale cifra e già le province annunciano che
spegneranno il riscaldamento nelle scuole.
Immaginiamo dunque quale sia la condizione materiale del popolo
greco, anche se facciamo fatica solo a concepirla perché quel paese, per
restare nell’Europa dell’austerità, delle banche e dell’euro, sta
uscendo dall’Europa dei diritti sociali e precipita in quella che una
volta veniva chiamata la condizione del terzo mondo.
Quanti anziani, quanti bambini, quante donne, quanti poveri vedranno
degradare le loro condizioni di vita fino a mettere a rischio la vita
stessa, per la cancellazione di quel sistema di protezione che – dalla
scuola, alla sanità, alle pensioni, ai contratti, alle tutele contro i
licenziamenti – ha fatto faticosamente uscire dal medio evo questo
nostro piccolo continente? Fu la vittoria contro il fascismo a costruire
in Europa lo stato sociale e sono la destra liberista e la sinistra
inutile e smemorata a demolirlo.
Da noi il regime dell’informazione tira un sospiro di sollievo
bipartizan perché il parlamento greco ha messo sul lastrico altri
milioni di persone: qui da noi tutto questo non è neanche degno di
discussione, da noi si litiga su legge elettorale e primarie.
Già, le primarie del centrosinistra ove tutti i candidati sono
impegnati a rispettare il fiscal compact e quei trattati europei grazie
ai quali la Grecia viene distrutta, primarie ove si chiede a chi va
votare di vigilare perché quei candidati mantengano quegli impegni.
Non so in quale percentuale, ma la responsabilità del massacro greco –
attribuito quanto spetta al governo di quel paese, a Draghi, a Merkel e
a Hollande – tocca anche a Monti, a Berlusconi, a Bersani e a chi
accetta i vincoli europei.
Il popolo greco subisce danni e vittime paragonabili a quelli di una
guerra e questo è un crimine e chi lo compie è un criminale.
Si può essere criminali perché si fa consapevolmente del male, oppure
perché non ci si oppone a esso per opportunismo, paura, ignoranza. Ma
resta il fatto che i crimini ci sono e i criminali sono tra noi.
Il 14 novembre ci sarà una prima giornata di lotta europea. È un
appuntamento importante, giustamente fatto proprio dagli indignados
spagnoli e dal No Monti Day, nonostante che la piattaforma ufficiale
della confederazione sindacale europea sia totalmente subalterna alla
criminalità economica. Noi andremo in piazza contro tutte le complicità
verso il massacro della Grecia e di tutta l’Europa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il racconto truccato del conflitto previdenziale
di Matteo Bortolon da Il Manifesto Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...
-
di Domenico D'Amico Repetita iuvant , ho pensato di fronte al libro di Michel Floquet ( Triste America , Neri Pozza 2016, pagg. 2...
-
di Jon Schwarz (da A Tiny Revolution ) traduzione per Doppiocieco di Domenico D'Amico Una delle cose grandiose dell'essere america...
Nessun commento:
Posta un commento