lunedì 26 novembre 2012

La tentazione di votare Renzi

Mi viene voglia di votare Renzi. E' la reazione più naturale ad una sceneggiata che ci ha presentato un Bersani come il garante della continuità di una politica di sinistra all'interno del Pd. Vai con Bersani, non sia mai che vinca quel liberista un po' inciucione e con la faccia da prete di Renzi.  Bersani sarebbe l'antitesi del liberismo. Il solito ricatto del voto utile, ma questa volta di utile c'è solo quello delle banche e dei banchieri. Ma quale  antitesi al liberismo, nemmeno un ebreo ortodosso segue la Torah come questa gente segue i dettami del liberismo! Cosa sarebbe la riforma delle pensioni, socialismo? Dimenticavo, la crisi, ce lo chiede l'Europa. Un alibi che non reggerebbe nemmeno se avessero ragione. Sono stufo di citare i misfatti di questo governo perpetrati come rimedio ad una crisi considerata non già come il prodotto proprio del liberismo, ma come un evento naturale, la furia degli elementi che chissà come si scatena solo contro i più deboli. Se Bersani è di sinistra allora chiunque è di sinistra. 
Ho rispetto per gli elettori del Pd, perché malgrado tutto sono fra le persone migliori di questo paese: hanno uno spirito genuinamente democratico e presi singolarmente parlano lingue affatto diverse da quelle dei loro leaders. Ma perché si comportano in modo totalmente illogico? Con che spirito un insegnante, un infermiere, un operaio, può votare gente che ha condannato a morte la sua categoria e bombardato lo stato sociale? Perché non si riesce ad essere un minimo conseguenti? Eppure non stiamo ragionando di principi dottrinari, non è il sesso degli angeli, è la tragica concretezza di gesti palesemente ostili a ciò che lo stesso slogan dei piddini,  " Italia bene comune", intende mettere al centro della politica. La risposta credo che sia nella preponderanza di scelte identitarie rispetto alla logica più elementare. Il bisogno di una casa comune e di una famiglia di appartenenza prevale, almeno in quelli di sinistra. Per i berluscones il discorso è diverso, quelli sono di un'altra pasta, non li smuovi, lì prevale l'interesse puramente contabile e il desiderio di impunità.
Ma nei “nostri”, almeno in una buona parte di questi, la paura di perdere le coordinate di riferimento in una realtà sempre più complessa e di essere assaliti dal panico è più forte persino degli istinti vitali. Fino a quando. Forse fino a quando i morsi della fame non diventeranno più forti e sarà sempre più evidente chi sono i responsabili di questo stato di cose. Forse, ma c'è dell'altro. Questa crisi ha distrutto ogni speranza. Non si riesce a vedere un'alternativa a questo stato di cose. Qualsiasi visione alternativa della politica, opposta a quella dei tecnici e dei Napolitani è considerata più una costruzione narrativa che una possibilità reale. Come si può costruire un senso diverso rispetto a quello di chi monopolizza l'intero ambito del reale? L'Europa, il mondo delle banche, dell'economia, della finanza, interi eserciti di dispensatori di verità con tutti i loro pifferai al seguito che diffondono il verbo. E' ovvio che buona parte dell'umanità di questo paese come in altri cerchi rifugio o in partiti di plastica o nell'individualismo del si salvi chi può.
La tentazione di votare Renzi con l'idea di far cadere questo castello di menzogne e di costruire qualcosa di diverso sulle sue macerie, c'è ed è forte. Alla fine ci resta davvero solo Grillo o un cumulo di macerie, o magari entrambi. 
Se vogliamo rimanere freddi e lucidi ci sarebbe anche una componente tattica nella scelta di Renzi: lui vince e si libera un bel po' di spazio a sinistra, tolto l'alibi di Bersani molti del Pd guarderebbero altrove, finalmente verso un'area autenticamente antiliberista. La tentazione è davvero forte.
Speriamo di riuscire a intravedere qualcosa aldilà del muro.

3 commenti:

  1. Renzi non lo reggo, è proprio una cosa fisica, quando compare in tv cambio canale come facevo con berlusconi (strana coincidenza invero!)

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  2. E la tesi sostenuta anche da Flores d'Arcais, mi pare.
    Sarebbe anche condivisibile, come tattica per una chiarificazione. Ho paura però che la maggioranza degli elettori PD si omologherebbe al nuovo corso così come si è andata omologando ai nuovi corsi precedenti, ognuno dei quali è stato un passo in più verso la deriva liberista: hai sentito qualcuno protestare con veemenza quando D'Alema ha sostenuto che Monti era compatibile con l'orizzonte programmatico del PD?
    Del resto, " “Qualunque governo ci sia, sarà un governo che dovrà come gli altri muoversi all'interno delle regole e delle politiche decise nell'ambito dell’Unione Europea e che impegnano governi di qualunque colore e qualunque Paese“ (Monti, testuale). In questo contesto le elezioni(primarie o politiche o quel che si vuole)rappresentano solo un consolante rituale per dare ai sudditi l'illusione di essere cittadini.

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  3. Condivido. Ovviamente la mia era un provocazione (Renzi provoca reazioni di rigetto anche a me) dettata dall'urgenza di tirarsi fuori dalle sabbie mobili del montismo e del "lo vuole l'Europa". L'Europa è l'epicentro, è necessario riuscire a proporre un'alternativa europea e non solo italiana.

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