Sono incazzato nero e
quindi lascerò
da parte le questioni di forma. Ieri ho dovuto assistere a Porta a
Porta all'ennesima aggressione verso i dipendenti pubblici da parte del
sig.
Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, il quale come un genio del
male con la faccia di uno Stan
Laurel mestrino, si lamentava che gli stipendi del pubblico erano
cresciuti
troppo nell'ultimo biennio, passando da 70 mld di spesa complessiva a
110 e rotti miliardi, mentre nel privato non si sono verificati
aumenti significativi. Piccolo plauso agli ultimi governi, in
particolare quello Monti, che ha portato ad un risparmio di 7
mld. Il sig. Bortolussi ha aggiunto che se non ci fossero stati
quegli aumenti, con 40 miliardi risparmiati, altro che finanziaria,
ci andava di lusso e potevamo anche risparmiare la carta per
scriverla. Tradotto: se avessimo affamato i dipendenti del pubblico
come abbiamo affamato quelli del privato adesso i conti sarebbero a
posto e pazienza se la gente sarebbe morta di fame. A questo punto,
aggiungerei io, bastava non pagarli affatto i dipendenti pubblici e
avremmo avuto i conti addirittura in attivo. Il tapino poi si produce
in una sfida mortale con il principio logico di non contraddizione e
piange perché così non possiamo andare avanti e in perfetta
osservanza keynesiana afferma che bisogna dare impulso ai consumi,
perché quella è la chiave per rilanciare l'economia, per ché i
consumi sono il 70 % del PIL, e quindi dare più soldi in tasca alla gente. Avrei voluto ringhiare sulla crapa
pelata di questo grigio mestatore e chiedergli se fosse al corrente
che i dipendenti pubblici italiani sono i peggio pagati d'Europa,
malgrado siano fra i primi posti(sic) nella produttività. Avrei
voluto chiedergli quanto guadagna lui e cosa gli da diritto di
guadagnare soldi, in misura sicuramente maggiore di un qualsiasi
dipendente pubblico. Avrei voluto dirgli da chi va a farsi curare
quando sta male e se va bene che i suoi figli frequentino scuole
fatiscenti dove alle famiglie vengono chiesti contributi anche per la
manutenzione ordinaria, con professori frustrati e maltrattati da
personaggi come lui. Questa gente gioca allo scoperto ormai, ha deciso
di
succhiarci il midollo e lo sta facendo senza scrupoli. Le dichiarazioni
di Bortolussi fanno il paio con quelle dell'On Lanzillotta in un talk show. Ormai è un sentire comune di questi sicari del welfare. Il piano, al
di la dei complottismi non è più segreto. La cosa più
raccapricciante però è constatare quanto poco riusciamo ad incazzarci ultimamente noi italiani, sembriamo un popolo di
lobotomizzati, incapaci di una minima scintilla vitale, incapaci di
reagire anche quando ci sputano in faccia. Ormai, anche se fingiamo di indignarci, siamo intimamente convinti che se
ci azzannano alla gola lo fanno per il nostro bene, perché ce lo
chiede l'Europa.
Bortolussi è un Giano bifronte, dice e si contraddice, nella convinzione, in tal maniera, di fare meglio i suoi interessi, ma il problema non è lui, il problema siamo noi che siamo diventati sordi.
Bortolussi è un Giano bifronte, dice e si contraddice, nella convinzione, in tal maniera, di fare meglio i suoi interessi, ma il problema non è lui, il problema siamo noi che siamo diventati sordi.
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