sabato 12 ottobre 2013

Rodotà e i sicari del liberismo

Capisco che il Prof. Rodotà, persona mite e liberale d'altri tempi, non voglia confondersi con realtà politiche con un profilo sfrangiato e posizioni poco nette su questioni come la legalità, e sono anche convinto che da un punto di vista tattico, ha le sue fondate ragioni, tanto che il fatto che abbia rinunciato a manifestare il 19 insieme a vari spezzoni del movimento, non desta in me alcun risentimento. In una fase della politica come quella che stiamo attraversando, dove anche a non voler scomodare Marx, i rapporti di forza fra ricchi e poveri sono decisamente a vantaggio dei primi, è comprensibile che non si voglia prestare il fianco agli agguati di sicari al servizio del liberismo, ma qualcosa di chiaro bisognerà pur dirla in materia di economia. I suoi discorsi e quelli di Landini oscillano da un moralismo antispreco e antievasione a generiche invocazioni a diminuire la morsa dell'austerità. Non c'è una via di mezzo professore e il problema non è etico, il problema è di paradigmi. 
Non basta invocare il bene comune, occorre supportare l'azione politica con una visione ben definita dell'economia. Senza non andremo mai da nessuna parte per quante manifestazioni possiamo fare.
Su questo fronte Rifondazione mostra sicuramente maggiore impegno. Dimenticavo lei è solo un “vecchio signore”.
 Detto questo sono contento che la manifestazione di oggi sia andata bene.

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