lunedì 14 ottobre 2013

Le anime belle della sinistra

Le belle anime della sinistra mi fanno incazzare terribilmente. Malgrado decenni di sconfitte e narrazioni buone solo per ingrassare psicoanalisti da avanspettacolo, si ostinano a non capire che per cambiare il mondo non bastano buone idee e buoni propositi, ma occorre prima di tutto fare i conti con le pulsioni peggiori del popolo. Questo si può fare o blandendolo, ma con il rischio che il lato oscuro della massa prima o poi si rivolga contro di te, o coinvolgendolo nelle decisioni. Si possono anche fare  buone leggi per l'immigrazione, ma se non coinvolgi il popolo queste verranno viste come un'ingiustizia e una prepotenza, scatenando una guerra fra poveri, e alla fine la reazione rialzerà la testa e riporterà indietro la civiltà. Se invece dici alla gente aiutateci a far si che sicurezza e accoglienza siano la stessa cosa, la gente si farà in quattro per dare una mano. Per sconfiggere l'animale individualista che è in noi si deve risvegliare l'istinto cooperativo della specie, non c'è altro mezzo. Abolire la Bossi-Fini è necessario, ma deve essere una decisione che il popolo sente sua, e quindi devi presentargli la cosa come una necessità per il bene di tutti e non come una potenziale minaccia.  Gestire i flussi di immigrati e favorire una loro integrazione è possibile solo se alla comunità viene fatta una richiesta esplicita in tal senso e se la si sostiene con mezzi e persone. Non si può essere "buonisti" e poi lasciare che sorgano ghetti e che la gente di Lampedusa se la cavi da sola. 
La specie umana ha bisogno prima di tutto di sicurezza e questa viene in primo luogo dal non sentirsi soli e dal sentirsi protagonisti.

1 commento:

  1. concordo! una volta questo ruolo veniva svolto almeno dal PCI, assemblee di sezione, assemblee in piazza o quantomeno un volantino per spiegare.. poi non ricordo bene cosa è successo..

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