da Ubu Re
"Care compagne e cari compagni", venticinque anni fa nasceva Gnu/Linux (auguri!), un “adorabile”,
efficiente e stabile sistema operativo
“libero”, che io utilizzo con grande soddisfazione, su una vecchia, obsoleta ma
gloriosa macchina. Una macchina che ad un certo punto, quattro anni fa, decise autonomamente e contro la mia ferma volontà
di disfarsi di Windows 7. Ero a letto per un malanno di stagione e dopo
inutili, reiterati quanto disperati tentativi di resuscitare la creatura di Bill Gates, ho
provato, in un gesto di forsennata visionarietà, forse causata dai cattivi farmaci, ad installare Ubuntu "Precise Pangoline": e magicamente ha funzionato! Ancora oggi, guarito, osservo con stupore questa macchina che
continua egregiamente e un po' rumorosamente a lavorare (è quella con cui sto scrivendo).
Linux d'altronde si comporta bene: fa “quasi sempre” ciò che gli viene detto di fare, anche se, naturalmente, ha il carattere deciso che ci si aspetta e che in alcune circostanze può sfociare in una parziale scontrosità. Ma in genere, alla fin fine, oltre che affidabile, Linux sa essere anche più che affabile: frugale!... e quando serve, luminosamente ed eminentemente sontuoso.
Lo ammetto, a volte, per curiosità, cambio “distribuzione”. Ho provato Ubuntu (primo amore), Debian (dura, pura e solida), Fedora (una scappatella), Linux Mint "Rebecca" (bella e impossibile) e infine Linux Mint "Rosa" con Kde (psichedelica!). Scusate, ma il gergo mi incanta. Tutte gratis, apprezzabili e facilmente reperibili. Tutte estremamente personalizzabili. Varietà è ricchezza!
Ma sotto il cofano, come si dice, il “motore” e sempre lo stesso (ma continuamente aggiornato): il kernel Linux, leggero, granitico, capace di riconosce al volo la stragrande maggioranza dell' hardware in circolazione e di subire i peggiori maltrattamenti senza fare una piega. Com'è evidente non sono un genio dell’informatica, anzi! Ma grazie a Gnu/Linux, che adoro, curiosità, lavoro, divertimento, sicurezza, flessibilità sono a portata del mio vecchio PC.
E poi infine… "un tuffo dove l'acqua è più blu": è bello essere dentro questa “storia di liberazione” di cui fanno parte Richard Stallman (un genio, creatore di GNU e ideatore della licenza GPL), Linux Torvalds (un simpatico, talentuoso e provvidenziale “ragazzo” finlandese che ha creato il Kernel linux), Ian Murdock (il visionario idealista creatore di Debian)… e tanti altri, protagonisti di un viaggio dentro nuovi spazi di libertà. Una storia che continua, nonostante tutto, nonostante troppe delusioni e disillusioni. Nonostante la scomparsa, a quanto pare, "care compagne e cari compagni", di qualsiasi "soggetto" o classe rivoluzionaria, o quantomeno riformatrice o anche solo disperatamente pensatrice... In fondo, grazie a GNU/Linux, questo è ancora uno dei rari ambiti dove si possa esercitare una piccola scelta, a dispetto delle più o meno grandi piattaforme che dragano profitto nella rete, scelta che può anche essere, sta a noi, etica, estetica, politica o dolente o solo semplicemente "desiderante"... esercizio che iniziò, pensate un po’, fra gli hacker geni o genialoidi, barbuti o meno, ma certamente "picchiatelli" dell’ Università della California. Tanti anni fa a Berkeley…
da
Daniele
Giacomini
Software libero
Il software libero è software che fornisce il permesso
per chiunque di utilizzarlo, copiarlo e distribuirlo, in forma originale, o
anche dopo averlo modificato, sia gratuitamente, sia a pagamento. Il software libero
può essere tale solo se viene messo a disposizione assieme al codice sorgente,
per cui, a questo proposito, qualcuno ha detto: «se non è sorgente, non è
software» (if it’s not source, it’s not software). È importante sottolineare
che la «libertà» del software libero non sta tanto nel prezzo, che
eventualmente può anche essere richiesto per il servizio di chi ne distribuisce
le copie, ma nella possibilità di usarlo senza vincoli, di copiarlo come e
quanto si vuole, di poterne distribuire le
copie, di poterlo modificare e di poterne distribuire anche le copie
modificate.
In alcuni ambienti si preferisce utilizzare la
definizione «Open Source » per fare riferimento al software libero nei termini
che sono stati descritti, per evitare ambiguità nella lingua inglese. Sotto
questo aspetto, nella lingua italiana, come in molte altre lingue, è più appropriato
l’uso della definizione «software libero». Si distinguono quattro punti
fondamentali, necessari perché il software
possa essere considerato «libero»:
libertà 0
la libertà di eseguire il programma per qualunque scopo
libertà 1
la libertà di studiare come funziona il programma e di adattarlo alle proprie esigenze (in tal caso, deve essere disponibile il sorgente)
libertà 2
la libertà di ridistribuire copie del programma
libertà 3
la libertà di migliorare il programma e di distribuire tali miglioramenti (anche per questo è necessario disporre dei sorgenti).
Il software che non può essere commercializzato, pur
soddisfacendo i punti elencati qui, viene considerato «software semi-libero»,
come viene chiarito in seguito. Vale la
pena di elencare alcune definizioni riferite al software libero.
•
software di dominio pubblico
Il
software di dominio pubblico è software senza copyright. Di per sé,
questo tipo di software è libero, solo che, mancando chi può
difenderlo, qualcuno può riuscire ad accamparvi dei diritti; pertanto,
alcune copie, o varianti di questo software possono non essere
più libere.
•
software protetto da copyleft
La
parola copyleft («permesso d’autore»), a cui a volte si associa il simbolo
, è un’invenzione e vuole rappresentare il copyright di chi,
mentre difende il proprio diritto di autore, vuole difendere la libertà
della sua opera, imponendo che questa e le sue derivazioni restino
libere. In pratica, una licenza appartenente alla categoria «copyleft»
impedisce che chi ridistribuisce il software (originale o
modificato che sia) possa aggiungere delle restrizioni ulteriori. Il
classico esempio di licenza di questo tipo è la licenza pubblica
• software libero non protetto da copyleft
Il
software libero non è necessariamente di tipo copyleft e ciò accade
quando la licenza non vieta espressamente l’aggiunta di restrizioni
da parte di chi lo ridistribuisce. Quando si utilizza software di
questo tipo, non è possibile generalizzare: occorre accertarsi dei
termini del contratto che riguarda la copia particolare della
quale si è venuti in possesso.
•
software GPL
La
licenza GNU-GPL è l’esempio più importante di licenza che protegge
il software libero con il copyleft. Quando si parla di «software GPL» si
intende fare riferimento a software protetto con la
licenza pubblica GNU-GPL.
Il «software libero» è un concetto semplice e intuitivo,
ma il percorso attraverso cui si conquista una libertà è sempre difficile. Se
oggi questo tipo di software rappresenta concretamente una scelta possibile, lo
si deve all’azione di persone che con impegno hanno agito, legalmente, verso il
raggiungimento di questo obiettivo. Confondere invece la facoltà tecnica di
copiare ciò che si vuole, soprattutto ciò che la legge vieta, non è libertà, ma
dipendenza dallo stesso sistema che si crede di combattere.
Negli anni 1970, i primi utenti di UNIX sono state le
università, a cui in particolare questo sistema operativo è stato fornito a
costo contenuto, con i sorgenti, ma senza alcun tipo di assistenza, né alcuna garanzia.
Proprio questa assenza di sostegno da parte della casa che lo aveva sviluppato
originariamente, ha stimolato la cooperazione tra gli utenti competenti, in
pratica tra le università. Il maggior fermento intorno a UNIX si è concentrato
presso l’università della California a Berkeley, dove a partire dal 1978 si è
cominciato a distribuire una variante di questo sistema operativo, con il nome
BSD, ovvero Berkeley software distribution.
Per questo software è nata una licenza d’uso che rimane
il progenitore della filosofia del software libero: la licenza BSD. Per molto
tempo, la variante BSD di UNIX è rimasta relegata all’ambito universitario o a
quello delle aziende che avevano acquistato i diritti per utilizzare il codice
sorgente dello UNIX originale. Ciò fino a quando si è sentita l’esigenza di
ripulire lo Unix BSD dal codice proprietario. Il risultato iniziale è stato
386BSD, pubblicato nel 1992 con la versione 0.1.
Tuttavia, questa edizione libera dello Unix BSD non ha avuto vita facile, dal momento che da quel punto sono iniziate delle contese giudiziarie sulla proprietà di alcune porzioni di codice ritenute libere (a torto o a ragione che fosse). Dai problemi di 386BSD che hanno causato la sua eliminazione dalla distribuzione pubblica, si sono sviluppati altri progetti indipendenti per ottenere, finalmente, un sistema BSD libero. Il primo di questi è stato nominato NetBSD, al quale si è aggiunto subito dopo FreeBSD e più tardi anche OpenBSD.
Tuttavia, questa edizione libera dello Unix BSD non ha avuto vita facile, dal momento che da quel punto sono iniziate delle contese giudiziarie sulla proprietà di alcune porzioni di codice ritenute libere (a torto o a ragione che fosse). Dai problemi di 386BSD che hanno causato la sua eliminazione dalla distribuzione pubblica, si sono sviluppati altri progetti indipendenti per ottenere, finalmente, un sistema BSD libero. Il primo di questi è stato nominato NetBSD, al quale si è aggiunto subito dopo FreeBSD e più tardi anche OpenBSD.
Tuttavia, i problemi legali non sono terminati con 386BSD:
la variante denominata FreeBSD è stata «libera» solo all’inizio del 1995 con la
versione 2.0.
Allo stato attuale, le tre varianti *BSD sono tutte riconducibili
a BSD 4.4-Lite, dove le differenze più importanti riguardano le piattaforme hardware
in cui possono essere installate e l’origine della distribuzione.
GNU
Nel 1985, Richard Stallman fonda la FSF, Free software foundation, con lo scopo preciso di creare e diffondere la filosofia del
«software libero». Libertà intesa come la possibilità data agli utenti di
distribuire e modificare il software a seconda delle proprie esigenze e di
poter distribuire anche le modifiche fatte. Queste idee filosofiche si sono tradotte
nella redazione di un contratto di licenza d’uso, la General Public License
(appendice A), studiato appositamente per proteggere il software libero in modo
da non poter essere accaparrato da chi poi potrebbe impedirne la diffusione
libera. Per questo motivo, oggi, il copyright di software protetto in questo
modo, viene definito copyleft.
Il software libero richiede delle basi, prima di tutto il
sistema operativo. In questo senso, l’intento pratico di Richard Stallman è stato
quello di realizzare, con l’aiuto di volontari, un sistema operativo completo.
Con questo obiettivo è nato il progetto GNU (Gnu’s not Unix), puntando
inizialmente alla realizzazione di un compilatore C, quindi alla costruzione di
programmi di servizio, soprattutto quelli standard di un sistema Unix tipico,
lasciando per un momento successivo lo sviluppo di un kernel. Così facendo, il
progetto GNU ha dato vita subito a una grande quantità di software utilizzabile
sulla maggior parte delle piattaforme Unix, indirizzando implicitamente il
software libero nella direzione dei sistemi di questo tipo.
Minix
Alla fine degli anni 1980, il professor Andrew S.Tanenbaum sviluppa Minix, un sistema operativo Unix per elaboratori x86-16,2
realizzato specificamente per uso didattico. Era sufficiente acquistare il libro
a cui era abbinato e si otteneva un sistema completo di sorgenti. Tuttavia,
Minix aveva un problema: poteva essere usato, distribuito e modificato, solo
per fini didattici. I diritti di questo sistema operativo sono stati ceduti
inizialmente alla casa editrice del libro con il quale questo veniva diffuso;
tuttavia, nell’anno 2000, Andrew S. Tanenbaum ha ottenuto dalla casa editrice di
poter distribuire il sistema Minix con una licenza simile a quella di BSD.
Linux nasce all’inizio degli anni 1990 come un progetto
personale di studio delle funzionalità di multiprogrammazione dei
microprocessori x86-32 da parte di Linus Torvalds, all’epoca uno studente all’università
di Helsinki, in Finlandia. Inizialmente il lavoro di Linus Torvalds si basava
su un sistema Minix, riscrivendo il kernel e adattando successivamente il
compilatore e i programmi sviluppati dal progetto GNU. L’idea di Linus Torvalds
era quella di realizzare «a better Minix than Minix», ovvero, voleva costruire
qualcosa di meglio del sistema Minix.
Dopo molto lavoro, Linus Torvalds arriva a un sistema
minimo e soprattutto autonomo da Minix. Il 5 ottobre 1991 invia il messaggio seguente
al gruppo di discussione comp.os.minix.
Do you pine for
the nice days of Minix-1.1, when men were men and wrote their own device
drivers? Are you without a nice project and just dying to cut your teeth on
a OS you can try to modify for your needs? Are you finding it frustrating
when everything works on Minix? No more all-nighters to get a nifty
program working? Then this post might be just for you. As I mentioned a
month ago, I’m working on a free version of a Minixlookalike for AT-386
computers. It has finally reached the stage where it’s even usable
(though may not be depending on what you want), and Iam willing to put out the
sources for wider distribution. It is just version 0.02...but I’ve successfully
run bash, gcc, gnu-make, gnu-sed, compress, etc.
under it.
Linux ha coinvolto in breve tempo un numero molto grande
di persone, unite dal fatto che si trattava di un progetto libero da qualunque restrizione
legale al suo utilizzo, alla sua diffusione, alla possibilità di modificarlo
ecc. In pratica, la fortuna di Linux rispetto a Minix, è stata quella di avere
scelto subito la licenza GNU-GPL (appendice A), quella che ancora oggi
rappresenta la difesa ideale per il software che viene scritto perché sia a
disposizione di tutti. Tuttavia, per il successo del kernel Linux è stato
determinante il lavoro parallelo del progetto GNU, il quale ha dato al primo
tutto quello che serve per un sistema operativo completo: GNU/Linux appunto.
Debian
Nel 1993 Ian Murdock fonda il progetto Debian, con lo
scopo di realizzare una distribuzione GNU/Linux libera e accurata.
Successivamente, Bruce Perens stila la bozza di ciò che attualmente costituisce
le «linee guida», per stabilire cosa sia da intendere «software libero» e cosa
invece non rientri in questa categoria, ai fini della distribuzione stessa.
Tali linee guida sono note con la sigla DFSG; successivamente, queste hanno
dato origine alla definizione di Open Source.
Il progetto Debian ha curato distribuzioni GNU/Linux per
le architetture più comuni e anche istribuzioni con combinazioni differenti di
kernel e software applicativo.
Open Source
Sulla scia delle linee guida del progetto Debian, nel
1998 nasce la definizione Open Source, a identificare i principi secondo cui il
software può essere ritenuto «libero», stilando e aggiornando un elenco delle
licenze certificate (http://www.opensource.org ). Dopo la definizione Open
Source è apparso l’uso dell’acronimo OSS, per open source software, a cui si
sono affiancati anche FOSS, per free open source software, e FLOSS, per
free-liberal open source software, ma sostanzialmente equivalenti.
Creative Commons
Nel 2001 viene fondato Creative Commons
(http://creativecommons.org ) con lo scopo di trasferire alcuni principi del
software libero a opere artistiche di tipo differente. Il lavoro importante di
Creative Commons sta nello studio delle problematiche legali che riguardano le
opere artistiche in generale, classificando diversi tipi di esigenze da parte
degli autori, le quali si traducono in pratica in diversi tipi di licenza,
ognuna con un diverso grado di «libertà».
Richard M. Stallman "Software Libero Pensiero Libero" - vol. 1 - vol.2
Linus Torvalds "Rivoluzionario per Caso"
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