lunedì 6 giugno 2016

Vilipendio di Stato e alto tradimento



di Tonino D’Orazio

Il primo giugno Francesco Storace è tornato in Tribunale per il caso di vilipendio a Giorgio Napolitano: rischiava anche il carcere. "Sono convinto che un politico debba combattere fino alla fine, tanto più per un reato di opinione commesso da senatore, perseguitato su autorizzazione del ministro della Giustizia (Mastella, sic). Quanto di più illiberale ci sia". Era sotto processo per aver ribattuto a Napolitano affermando: "Semmai è indegno il capo dello Stato" (Re Giorgio aveva definito "indegna" una polemica di Storace su Rita Levi Montalcini che aveva votato la fiducia ad un governo di non eletti). I "mandanti", a suo parere, sono ben chiari: Napolitano e Boldrini (che tra l’altro non scherza sul vilipendio personale con denunce ai privati cittadini). Ironia della storia: Storace poteva essere condannato alla galera per vilipendio al capo dello stato poiché è uno di quei reati fascisti che permangono nella nostra legislazione. E che poteva succedere al 5S Giorgio Sorial che definì «boia» Napolitano? Non perseguito perché forse era giusto? Comunque Storace è stato assolto con formula piena. Subito dopo l'assoluzione, ribadisce l'offesa a Napolitano. "Assolto! L'indegno era quello che stava al Colle...".
Con un bebé in arrivo, una 30enne di Porto Tolle (Rovigo) è rimasta senza lavoro: licenziata. Proprio nei giorni in cui la donna perdeva il posto, il capo dello stato, Napolitano, invitava gli italiani “a fare sacrifici per il bene dell’Italia…”. La donna si è lasciata andare a uno sfogo su Facebook. Vittima dello sfogo non è stata la politica in generale, ma il suo vertice più alto, Napolitano appunto, visto che popolarmente il pesce puzza dalla testa, insultato per aver chiesto questi "sacrifici" agli italiani pur davanti allo sfacelo e alla corruzione del mondo politico e bancario che italiano e per il bene dell’Italia proprio non sembra, tuttora.
A una frase dell'ex presidente della Repubblica: "In Italia abbiamo la Lega, che è diventata la principale espressione di posizioni xenofobe, nazionalistiche anti elitarie e anti istituzionali e soprattutto anti Unione europea", pur nella quasi verità, Salvini aveva risposto immediatamente non solo annunciando querela ma chiedendone anche il ricovero immediato per raggiunti livelli alti di senilità. 
Ultima (sicuramente penultima) sparata dell’ex: "Ci vuole libertà per tutti e nessuno può, però, dire “io difendo la Costituzione votando no e gli altri non lo fanno, perché questo offende anche me. Mi reca un’offesa profonda". Il paese intero ha pianto per l’offesa al megalomane. L’uomo di destra (anche nel PCI) che più ha distrutto la Costituzione si offende perché i partigiani (ANPI) glielo dicono all’unanimità. Forse è un uomo che ha capito che un giorno dovrà rendere conto di ciò che ha fatto. Nella storia è difficile che un uomo solo possa vincere contro il popolo. Alla fine, giustamente, i tribunali avvengono, dopo. Si sa.
La vignetta di Libero  : “Napolitano “pappone” d’Italia” è “satira legittima”. Nemmeno il presidente della Repubblica può considerarsi immune dalle caricature. E’ la sentenza (18 dic. 2013) del tribunale di Milano che dà “non luogo a procedere” contro il direttore del giornale Libero e contro il vignettista Benny. Insomma Je suis Charlie vale anche per noi.



Altra cosa invece l’alto tradimento.
L'alto tradimento è un reato politico commesso dal Capo dello Stato, o da funzionari a conoscenza di segreti di Stato, specialmente di natura militare, quando li rivelano a potenze straniere. Secondo l'art. 90 della Costituzione alto tradimento è uno dei due reati (l'altro è l'attentato alla Costituzione), per i quali, se commessi nell'esercizio delle funzioni, è riconosciuta la responsabilità penale del Presidente della Repubblica e delle altre cariche dello Stato. Questa norma considera alto tradimento anche l'attentato contro la Costituzione dello Stato. A giudicare il reato di alto tradimento commesso dal Capo dello Stato spetta alla Corte costituzionale, degli altri, da tribunali ordinari se non speciali.
Renzi, è stato querelato per alto tradimento per l’adesione al Trattato (perché segreto) TISA (o TTIP). In sfavore della nazione italiana. La querela si estende per lo stesso motivo all’ex presidente Napolitano, alla Boldrini, a Grasso, a tutti i componenti nominati dal governo dei tecnici, a tutti i parlamentari votanti il testo del TISA, e a quant’altri coinvolti nei fatti qui descritti che si ravvisassero nel corso dell’indagine.
Ipotesi di reato sono:  Alto tradimento (art.90 Costituzione); Concorso formale in reato continuato (art 81 CP); Pene per coloro che concorrono nel reato (art. 110 CP) e circostanze aggravanti (art. 120 CP); Attentato contro  l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato (art 241 CP); Attentato contro la Costituzione dello Stato (art 283 CP); Usurpazione di potere politico o comando militare (art 287 CP); Attentati contro i diritti politici del cittadino (art 294 CP), (magari l’Italicum e le altre leggi elettorali già condannate dalla Corte Costituzionale); Abuso d’ufficio (art 323 CP); Usurpazione di funzioni pubbliche (art 347 CP); Associazione a delinquere (art 416 bis CP) (vendita beni comuni non di proprietà); Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art 476/477/480/481 CP); Falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (art 479 CP); Falsità commesse dal privato (art 482 CP); Falsità commesse da privato in atti pubblici (art 483 CP); Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio (493 CP); Riduzione in schiavitù (art 600 CP)(sarà mica il jobsact?); Furto (art 624 CP); Truffa (art 640 CP) (pensioni e banche); Circonvenzione di persone incapaci (art 643 CP) di difendersi (varie beffe e illusioni economiche); Abuso della credibilità popolare (art  661 CP) (monopolio mediatico totale, dissuasivo o persuasivo).
Sorridete, anche se ogni articolo del Codice vi suggerirà un esempio ad personam in questi ultimi anni, (qualcuno più evidente l’ho già elencato senza voler distruggere la vostra fantasia), magari sancito dalla Corte Costituzionale sulle illegalità in atto oppure dai pur ricalibrati dati Istat sulle menzogne, è giusto per ricordare quanto la nostra legislazione possa conoscere a fondo l’indole e il carattere del popolo italiano. Forse non è riuscita ancora ad elencare tutto, visto che abbiamo sempre bisogno di ulteriori leggi per “precisare” meglio. Pensare che bastavano semplicemente, con “la certezza della pena”,  alcuni dei Dieci Comandamenti, che pur trasudano limpidamente nella nostra legislazione.
  

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