di Tonino D’Orazio 24 giugno 2016
Sarà l’ultima arma rimasta per la
troika di Bruxelles. Ma ormai è troppo tardi. L’arma popolare, costituzionale
per noi, e i popoli europei in genere, è diventata per loro solo populismo
pericoloso. La Gran Bretagna esce (non è “fuori!”) da questa Unione Europea a
trazione tedesca e bancaria. Nulla a che vedere con la Comunità Europea dei
popoli.
Perdono, momentaneamente, tutte
le banche, se ci si riferisce ai listini delle borse. Dite che vi dispiace. Però
sapete che pagheremo noi il conto, loro sono intoccabili. Altri, oltre a
fuggire nell’acquisto di oro (soprattutto a Shangai nella Nuova Banca Mondiale
dell’oro, quotata anche in yuan), se hanno denaro, hanno convenienza a
comperare i titoli che stanno crollando. Presto risaliranno, torneranno
stabili. sterlina compresa, perché funziona così e ha sempre funzionato così.
Sono garantiti, sono al potere legislativo, e le perdite le pagherà lo stato,
cioè noi. Leggere il mio ultimo articolo su quanto e come il Brexit sia ora
utile all’oligarchia bancaria mondiale.
Invece i nervi stanno crollando a
molti politici europei di rilievo. Hanno seminato e stanno raccogliendo.
Lezione minacciosa e ridicola
dell’alcolizzato Junker, presidente della commissione europea, pensando di
avere a che fare con la Grecia: “Chi è
dentro è dentro, e chi è fuori è fuori per sempre”. Si può minacciare un
popolo prima del referendum? Possibile che non abbiano ancora capito l’aria che
tira sui loro soprusi anti-democratici e anti-popolari? Non hanno capito che
non è un voto contro l’Europa, ma contro questo tipo di gestione che ha
distrutto lo stato sociale dei loro popoli impoverendoli e portando milioni di
cittadini alla disperazione? E’ populista dire noi, poveri, siamo tanti e loro,
ricchi, sono pochi e continuano a derubarci? Questa è l’Europa, un’altra
storia, non gli Stati Uniti, dove anche i poveri votano per impoverirsi e per
non essere curati perché pensano che “non se lo meritano”.
La stessa Merkel, che pensa di
aver vinto la terza guerra mondiale (quella economica) nella conquista
dell’Europa, non ricorda i rapporti storici e le “sensibilità”, o meglio le
allergie, tra i due popoli. Li ha “minacciati”. Pensava fosse Renzi. Non ha
ancora capito che la diffidenza degli inglesi si era già dimostrata nel
mantenersi lontani dall’euro/marco e nel tenersi la sterlina. Oppure che la
Gran Bretagna gestisse ancora un impero politico-economico con il loro
Commonwealth.
Draghi e la BCE: “abbiamo previsto un piano B in caso di
vittoria del Brexit” e con linguaggio biforcuto, “per salvare l’Europa”. Quale senza il popolo britannico? “Manterremo fermo il volante e la direzione”.
Ci mancherebbe, fino alla dissoluzione! La stessa cosa aveva detto la privata Banca
d’Inghilterra, il cui governatore Mark Carney
ha aggiunto che era pronto a iniettare uno stimolo supplementare di 250
miliardi di sterline per assicurare che le istituzioni finanziarie non
esauriscano la liquidità in questo periodo di incertezza. Sono padroni della
loro moneta, torneranno forti. Per il resto dell’Unione è stata brandita di
nuovo l’arma tedesca dello spread. I
mercati azionari europei stanno crollando, un po’ meno in Gran Bretagna, perché
dimostrano l’intreccio banco-finanziario che già si era installato tra loro e
che comunque la City rimane forte. la Banca nazionale svizzera è già
intervenuta sul mercato valutario per stabilizzare il suo franco. Il primo
ministro britannico David Cameron ha riferito che si dimetterà, però a ottobre,
contravvenendo a una regola decennale di british fairplay. Sa che lo hanno
affondato proprio i suoi e ha bisogno di rimettere un po’ di ordine per le
prossime elezioni.
I commenti lividi, nei talkshoes
televisivi del giorno dopo, (e ancora ne avremo a lungo per
"educarci"), di partiti governativi e giornalisti “assoldati”, sono
tutti al catastrofismo e alla “vendetta”. Incredibilmente ridicoli se non
dimostrassero in realtà fino a che punto tengano in conto popolo e democrazia e
quanto sia profondamente e culturalmente andato avanti il “pensiero unico”. Il sottosegretario italiano Scalfarotto (Pd) a
La7: “I popoli vanno educati prima dei
referendum”, quasi non sapessero che fare. Non siamo un po’ oltre le righe?
Sarà un lapsus dei tempi che corrono. Lo stesso Monti, super amico di
Napolitano che ha commesso reati per lui, dopo aver comperato la sua terza
“villa”: “gli INTELLIGENTI vengono
disturbati dalle elezioni”.”Troppa democrazia in Inghilterra”.
Che i referendum “non servono” alla
gestione bancaria dell’Unione e del FMI, è stato dimostrato più volte, da
quello greco a quelli olandesi e irlandesi. Espresso anche pubblicamente dallo
stesso plurinquisito Junker: “non si
governa con i referendum”. Che
chiarezza! Anche il povero Schulz (PSE) presidente del Parlamento europeo :
"Sono deluso e triste". L’accordo
con il neoliberismo li consumerà, facendo largo ai nuovi neofascismi europei
che avanzano, e di cui sono convinti di non averne responsabilità. "Rispettiamo
e deploriamo la decisione degli elettori britannici" che "provoca un danno maggiore a entrambe
le parti, ma in prima battuta alla Gran Bretagna" scrive il leader del
Ppe all'Europarlamento Manfred Weber.
Non ha capito e continua a “minacciare” loro di “danni maggiori”. Forse
si riferisce anche alla preconizzata implosione interna della Gran Bretagna. Bisogna
capire ancora “chi ha perso che cosa”. Anche molti esponenti del governo
tedesco commentano con amarezza l'esito della consultazione. Si capisce, è a
danno della loro strategia di imposizione. Molti sanno, per esperienza, che
gran parte dei megaprogetti europei vengono banditi dopo che le lobby tedesche
ne abbiano definito gli obiettivi, le finalità e le modalità.
Esultano i movimenti
euroscettitici di tutta Europa. La leader del Front National Marine Le Pen parla di una vittoria della
libertà e chiede lo stesso referendum in Francia, sapendo magari che l’unico sbocco anche del job act francese imposto da
Bruxelles, e quindi dalla rigidità impotente di Hollande/Vals, alla fine, sarà
contro l’Unione. Sulla stessa linea l'olandese Geer Wilders e il leghista Matteo
Salvini (“da Londra schiaffo a Renzi e Napolitano”). Anche la posizione del M5S
è propensa a far tornare la decisione al popolo con un referendum. Vedremo cosa
pensa il popolo spagnolo, visto che Podemos/IU, in caso di vittoria domenica,
hanno promesso un referendum. Vi sia avvia anche il Portogallo. Lo stesso
referendum italiano di Renzi sulla deforma della Costituzione chiesta dalla
troika di Bruxelles e dalle banche mondiali (es.J&P Morgan più volte), è
sulla stessa linea e il popolo sembra rispondere NO. Volendo è una risposta
anche a Bruxelles. Anche se Renzi ribadisce che: “Il futuro dell'Italia è nell'Ue”. Lui e i poteri forti certamente,
forse, il popolo non necessariamente. Bruxelles gli ha appena risposto che di
pensioni anticipate, pure col pizzo, (anzi “bisogna
allungare la vita lavorativa”), non se ne parla proprio. Intanto nella
“sua” deforma della Costituzione ha innalzato a 800.000 il numero delle firme
da raccogliere per bandire un referendum. Sgretolare piano piano, altrimenti il
popolo se ne accorge. Però anche in Italia il popolo sembra svegliarsi.
Ma allora, come dicevano i padri
costituzionali, il referendum diventa l’unica arma che, alla fine, rimane al
popolo in caso di tentativo di abrogazione del proprio potere democratico?
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