martedì 14 agosto 2012

Il Manifesto del silenzio

Continua il silenzio del mio ex giornale sulle raccolta firme in favore dei magistrati di Palermo, promossa dal Fattto Quotidiano. Il Manifesto tace. Sarà una questione di concorrenza? Forse il corazziere Valentino Parlato non vuole favorire un giornale concorrente, visto con un certo fastidio, causa la pruderie giustizialista di Travaglio e company e la loro “oggettiva” collocazione nel campo delle destre, dato che il pragmatismo stile british è roba borghese, ed è pur sempre il paravento di una falsa neutralità, quando non è lo strumento più o meno consapevole del populismo. A voler essere molto maliziosi si direbbe però più un malinteso realismo della politica. Stanno con Napolitano perché nelle loro infinita mediocrità si credono talmente presuntuosi da credere che l'unico modo di evitare la disgregazione sociale e istituzionale è affidarsi nelle mani del peggior presidente della storia italiana, assurto al ruolo di massimo fautore dell'ordine sociale, minacciato dall'antipolitica e da spinte irrazionaliste. Vogliamo forse tornare ad uno stato di natura caratterizzato della guerra permanente? Per carità no, mettiamoci la corazza e stringiamoci attorno all'ex stalinista, poi craxiano, poi mercatista giudizioso, attento a fare i conti della spesa, e a fustigare la eccessiva esuberanza italica, specie quella di chi lavora.
Ovviamente le mie sono solo dissertazioni agostane e illazioni di poco conto, ma il fatto in sé nella sua accecante omissione resta: nessun appoggio ai magistrati di Palermo e né una riga sugli attacchi a loro rivolti. E dire che di trattativa stato-mafia sono stati i primi a parlarne quelli del Manifesto.
Ad ogni modo si capisce perché siano e restino quelli del “è un giornale, un giornale, un giornale”, per altro fallito. Perché sono dei mediocri e basta e forse anche un po' ipocriti, ipocriti, ipocriti.

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