mercoledì 29 agosto 2012

Allergie ed Intolleranze Alimentari tra mito e realtà

I test diagnostici “alternativi” per le allergie ed intolleranze alimentari:

dal mito e la fantasia alle evidenze scientifiche


di *Saverio Nenna da docvadis

Il cibo: fonte di piacere e di allergie/intolleranze alimentari.
Nei paesi occidentali l'allergia alimentare coinvolge il 5-6% dei bambini sotto i 3 anni e circa il 2% degli adulti, il ruolo centrale dell'alimentazione nella vita dell'individuo rende ragione delle gravi ripercussioni fisiche e psicologiche che tale patologia può indurre.

Allergie alimentari: il mito.
Negli anni recenti la manifestazione intolleranza-allergia alimentare sta seguendo un trend in aumento e l’autodiagnosi popolare di “allergia alimentare” spinge molti pazienti affetti da svariate sindromi, poco o nulla correlate agli alimenti, a richiedere frequenti ed inopportune consulenze allergologiche. Tale convinzione coinvolge anche operatori sanitari, determinando richieste di indagini allergologiche non validate per patologie non correlabili all'allergia alimentare come l'obesità, l'orticaria cronica, la cefalea, la sindrome della fatica cronica, disordini neuropsichiatrici, malattie del connettivo, mentre paradossalmente si sottostima il ruolo rilevante che l'allergia alimentare gioca in situazioni cliniche gravi come l'anafilassi da esercizio fisico.
E’ diventata molto popolare anche l’autodiagnosi di “allergia agli additivi chimici” ed i Servizi di Allergologia "Ufficiali" vengono a contatto con una presenza sempre più notevole di pazienti, che riferiscono molteplici sintomi, inclusi disordini alimentari comportamentali che gli stessi pazienti attribuiscono ad un’“allergia a fattori ambientali” e particolarmente “ad additivi chimici”. Ulteriore elemento di confusione diagnostica è rappresentato dal fenomeno di un sempre più frequente ricorso da parte dei pazienti a "Diete alternative" e tests diagnostici “alternativi” che si propongono di identificare con metodiche diverse dalle tradizionali i cibi responsabili di “allergie o “intolleranze alimentari”. Spesso la diagnosi di allergia-intolleranza alimentare è condotta in strutture non specialistiche, a volte non mediche (farmacie, sale di estetica), con tests diagnostici fantasiosi e metodi non convenzionali ed è spesso piuttosto difficile convincere il paziente che le metodiche attuabili in un Servizio di Allergologia non sono sovrapponibili a quanto già eseguito in altri tipi di Ambulatori (e di cui il paziente spesso desidera una sorta di conferma “ufficiale”).

Allergie alimentari: la realtà delle evidenze scientifiche.
La distorsione tra le aspettative popolari ed i riscontri obiettivi é ben evidenziata dai risultati di 2 importanti studi epidemiologici (anche se datati) condotti sulla popolazione generale, i quali hanno dimostrato che la prevalenza delle reazioni avverse a cibi é molto bassa e che esiste una notevole disparità tra coloro che attribuiscono i loro svariati sintomi all'allergia e/o intolleranza al cibo ed il reale riscontro di tale circostanza. In uno studio condotto in Olanda su 1.483 pazienti (1), sintomi di assunzione di cibo erano riferiti dal 12,4% degli intervistati, ma poi sono stati confermati, mediante test di assunzione controllata del cibo sospetto in condizioni di doppio cieco contro placebo (DBPCFC), solo in 12 soggetti (0,8%). Analogamente in Inghilterra su 7.500 soggetti (2), a fronte di anamnesi positiva per allergia/intolleranza a cibo nel 19,9% degli indagati, si verificava una reazione positiva al test DBPCFC solo nell'1,8%. Tale netta divaricazione tra aspettative e riscontri scientifici ha indotto l'Accademia Europea di Allergologia ed Immunologia Clinica (EAACI) a formulare una serie di Linee-Guida e Documenti tendenti a posizionare correttamente il ruolo clinico e la diagnostica delle Allergie Alimentari. E’ stato valutato il livello di evidenza scientifica che giustifica un nesso causale tra allergia alimentare ed alcune affezioni, in cui è stato ipotizzato un suo ruolo eziopatogenetico. Sono state, altresì, prese in esame diverse metodiche alternative, spesso utilizzate per la diagnostica dell’allergia/intolleranza alimentare (Tab. 1). Si è constatata l'insufficienza o la totale assenza di evidenze scientifiche che ne raccomandino l'impiego nella diagnostica clinica. Queste metodologie diagnostiche alternative sono risultate inaffidabili, non riproducibili e prive di evidenze scientifiche. La letteratura relativa é solo descrittiva e costituita da studi non controllati, mentre la loro reale efficacia non é stata mai documentata, ma supportata solo da casi aneddotici, non suffragati da oggettivi dati scientifici.
  
Test Diagnostici Alternativi
per le Allergie Alimentari

Razionale/Metodica
Evidenze Scientifiche

Test di citotossicità linfocitaria
L’allergene alimentare viene aggiunto a sangue intero o a sospensione di leucociti e si valutano la riduzione del numero delle cellule o le alterazioni cellulari (citolisi).
NO

ALCAT test

Versione automatizzata del test citotossico: è basato sulla lisi-modificazione del diametro dei leucociti dopo contatto con il cibo
NO

Test di provocazione e neutralizzazione sottocutanea e sublinguale

Somministrazione per via intradermica (o sublinguale) di estratto e valutazione di eventuali reazioni (qualsiasi tipo di sintomatologia). La neutralizzazione consiste nella somministrazione dello stesso estratto dopo la comparsa di una positività del test. La sintomatologia dovrebbe regredire con tempo di latenza analogo a quello dello scatenamento.

NO


DRIA-test
(si ispira sia al test di provocazione che alla kinesiologia applicata)

La somministrazione sublinguale dell’estratto è seguita da una valutazione della forza muscolare per mezzo di un ergometro. Il test è considerato positivo quando compare una riduzione della forza muscolare entro 4’ dall’apposizione sublinguale.



NO

Kinesiologia applicata all’allergia alimentare
Il paziente tiene in una mano una provetta di vetro contenente il cibo sospetto, con l'altra spinge contro la mano dell’esaminatore che attua una misurazione manuale, soggettiva, della forza muscolare (mano, braccio o gamba)

NO

EAV Test (ElettroAgopuntura di Voll) VEGA test, Sarm test, Biostrengt
Tests elettrici e loro varianti: piccole quantità di alimenti vengono interposte tra la persona e gli apparecchi: poi si misura una micro-corrente elettrica lungo i meridiani classici dell’agopuntura cinese o altri canali.

NO

Biorisonanza
Misurazione di onde elettromagnetiche emesse dal paziente esposto al cibo sospettoNO

Hair analysis
Analisi del capello per identificare un'eventuale intossicazione da metalli pesanti
NO
Tab. 1. Alcune metodiche diagnostiche alternative non validate per l’allergia alimentare.

Conclusioni:
Metodologie diagnostiche alternative inaffidabili e la percezione di insicurezza per il ricorso sempre maggiore a cibi non naturali (preconfezionati, ricchi di additivi, derivanti da modificazione genetiche) aumenta nell'opinione pubblica la quota di quanti attribuiscono all'allergia alimentare patologie per cui le evidenze scientifiche invece sono scarse o nulle, peraltro non confortate da rigorose evidenze scientifiche. Ciò ha contribuito ad alimentare una diffusa opinione che l’allergia alimentare possa essere il “camaleonte della medicina”, in grado potenzialmente di spiegare patologie estremamente diversificate e che ancora non hanno trovato una sicura eziologia. L’esistenza di un’imbarazzante distanza fra il sospetto clinico-anamnestico e la sicura conferma diagnostica con il test in doppio cieco vs placebo (attualmente considerato il test diagnostico più valido e sicuro) è stata ampiamente documentata. Pur con i limiti tuttora esistenti, la diagnostica dell'allergia alimentare basata sulle evidenze scientifiche rappresenta lo strumento più affidabile per rispondere alle esigenze del paziente e contrastare approcci diagnostici scorretti, che sono alla base di diete inutili, incongrue e potenzialmente in grado di indurre danni fisici o di rafforzare disturbi del comportamento alimentare in soggetti a rischio. Rilevante é anche la potenziale pericolosità di alcuni tests alternativi in grado di scatenare reazioni anafilattiche in soggetti particolarmente suscettibili.

Bibliografia:
·   Altman D, Chiaramonte LT. Public perception of food allergy. J Allergy Clin Immunol 1996; 97: 1247-51.
·   O’B Hourihane J. Prevalence and severity of food allergy - need for a control. Allergy 1998; 53 (Suppl. 46): 84-9.
·   Metcalfe D et al.: Food Allergy: adverse reaction to foods additives- Blackwel Science, Inc 1997.
·   Terr AI. Controversial and unproven diagnostic tests for allergic and immunologic diseases. Clin Rev Allergy.
·   American Academy of Allergy: Position Statements - controversial techniques. J Allergy Clin Immunol 1981; 67: 333.
·   Breneman JC et al. Final report of the Food Allergy Committee on the sublingual method of provocative testing for diagnosis of food allergy. Ann Allergy 1974; 33:164
·   American College of Physicians. Position Paper: Clinical Ecology. Ann Intern Med 1989; 111: 168.
·   Bruijnzel-Koomen et al.:.Adverse reaction to food. Position paper of the European Academy of Allergy and Clinical Immunology. Allergy 1995; 50: 623-635.
·   Ortolani C. et al. Position Paper: Controversial aspects of adverse reactions to food. Allergy  1999; 54: 27.

*Dott. Saverio Nenna
Dirigente Medico
Ambulatorio Allergologia ed Immunologia Clinica
U.O. Medicina Interna - Ospedale di Andria - ASL BT

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