Per quanto mi riguarda, se Vendola si
allea con Bersani e con Casini, si chiama fuori non solo dalla sinistra,
ma anche dal comune buonsenso. L'alleanza con il Pd, sulla base di una
Carta di Intenti che nella sua sconcertante banalità cela l'aspetto
più orribile di questo partito, e cioè la scelta liberista imposta
all'Europa dagli stessi fautori della crisi che stiamo attraversando,
se davverso si realizzasse, sarebbe non una scelta semplicemente sbagliata, bensì
il segno evidente di una profonda disonestà intellettuale.
Lo
abbiamo detto in tutti i modi possibili: non ci si può alleare con i
complici di quello, che anche agli occhi di uno sprovveduto, è un
inganno colossale, ordito allo scopo di servirsi della crisi
come di un grimaldello buono per scardinare tutte le conquiste del secolo
breve e per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale (Rockfeller dixit). Come concilierà Vendola la sua strampalata narrazione antiliberista con il tatcherismo dei montiani? Userà l'ambiguità che lo contraddistingue per convincerci che l'alleanza con il Pd è l'unico ponte che separa una sisnitra sterile e massimalista da una sinistra fattiva e di governo?
Vendola gioca alla roulette russa a sua
insaputa: se gli va bene gli daranno il Ministero delle pari
opportunità e quello dell'ambiente, se gli va male lui e il suo movimento avranno cessato di esistere, e forse
non sarà un gran male.
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