di
Mark Vorpahl (da Counterpunch)
traduzione
di Domenico D'Amico
Per
molti lo scandalo del sistema di determinazione del tasso di scambio
interbancario (London Inter-Bank Offer Rate – Libor) può sembrare
qualcosa di alieno, troppo complicato da capire, ma le sue
conseguenze potenziali potrebbero essere devastanti quanto una guerra
mondiale.
Il
Libor viene utilizzato per regolare transazioni per 800.000 miliardi
di dollari in strumenti finanziari. Stabilisce quanto debbano pagare
corporation e cittadini per un prestito e quanto interesse ricevono
sui loro conti. Dato che la truffa riguarda 10.000 miliardi di
prestiti al consumo, lo scandalo Libor probabilmente farà sembrare
bazzecole tutti i precedenti scandali finanziari che hanno
contribuito alla Grande Recessione.
E
solleva anche il velo che copriva i meccanismi alla base
dell'economia mondiale, le sue priorità antisociali, la sua volontà
di giocare d'azzardo col futuro di miliardi di persone, e la
complicità del governo in queste operazioni. Lo scandalo Libor ci
svela che la “mano invisibile” di cui parlava Adam Smith per
spiegare come l'economia capitalistica si auto-regola si è
trasformata nella mano esperta di un truffatore.
Il
Libor e i suoi problemi
Il
Libor stabilisce quotidianamente i tassi di interesse che le banche
si applicano l'una con l'altra nei prestiti tra di loro. Sedici (oggi
diciotto) grandi banche propongono le loro stime su quanto gli
costerebbe anticipare il credito. I quattro calcoli più bassi e i
quattro più alti vengono scartati, e il tasso di interesse viene
stabilito facendo la media delle stime superstiti.
Il
metodo usato dalle banche per determinare le cifre da sottoporre al
Libor è piuttosto arbitrario, ma nonostante questo si presume che
non si avvantaggino del meccanismo per truccarlo. Si tratta di un
bell'atto di fede, dato che se le banche trovassero un modo di
aggirare le regole i profitti sarebbero nell'ordine dei miliardi.
Contro ogni saggezza popolare, con il Libor ci si aspetta che ci sia
onore tra i ladri.
Estremamente
ingenuo, non c'è dubbio. Si è scoperto di recente che le banche si
accordavano tra loro per presentare al Libor tassi di interesse più
bassi dei loro reali costi creditizi, nascondendo in tal modo la loro
situazione incerta. Conseguenza ancora più grave, si sa ormai che le
banche truccavano il Libor fin dal 2005, per ottenere il massimo
profitto dalle loro scommesse sui derivati, e che gli organi di
controllo ne erano consapevoli. Finora la Barclays Bank (con sede a
Londra) è stata multata di 455 milioni di dollari dalla U.S.
Commodity Futures Trading Commission (CFTC),
dal Dipartimento di Giustizia
statunitense e dalla britannica Finacial Service Authority.
Probabilmente si tratta solo di una piccola parte del denaro ottenuto
con la frode. Il direttore esecutivo della banca, Bob
Diamond, è stato costretto alle dimissioni, di certo con una
bella liquidazione, anche se ha dovuto rinunciare a una parte di essa
dietro suggerimento del consiglio di amministrazione della banca
stessa.
La
Barclays Bank è solo la punta dell'iceberg. In svariati paesi 20
grandi banche sono sotto inchiesta, compresi pezzi da novanta come
Citigroup, Deutsche Bank, HSBC, JPMorgan Chase, RSB e UBS.
L'attuale
Segretario del Tesoro Timothy Geithner (ex presidente della
Federal
Reserve di New York) e Ben Bernanke (presidente del Comitato dei
Governatori della Federal Reserve) hanno dovuto giustificare il
comportamento della Fed al momento in cui, nel 2008, ci rese conto
della frode. Per quanto Geithner abbia detto di aver espresso
“aggressivamente” le sue preoccupazioni, lo scandalo in atto non
è venuto alla luce se non quattro anni dopo.
Perché
i controllori non hanno controllato
La
contraddizione si spiega con il fatto che la frode commessa dalle
banche produceva risultati che erano in linea con la politica della
Fed, per quanto ci fosse preoccupazione per il modo disinvolto con
cui erano ottenuti. In The
Meaning of Libor-gate
Paul Craig Roberts spiega:
“È
la prospettiva di tassi di interesse sempre decrescenti che spinge
gli investitori ad acquisire titoli che praticamente non rendono. I
titoli acquistati rimediano al tasso di interessi negativo per messo
dell'aumento del prezzo di quegli stessi titoli nel successivo
abbassamento dei tassi. Quando la Federal Reserve e le banche
spingono in giù il tasso di interesse, i titoli acquisiti aumentano
di valore, e i loro acquirenti ottengono un aumento di capitale.
Dato
che la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra già fissano per
conto loro tassi al minimo storico per mascherare l'insolvenza dei
loro rispettivi sistemi bancari, ovviamente non hanno nulla da
obbiettare se anche le banche contribuiscono al successo di questa
politica tramite il Libor e la vendita di massicce quantità di swap
sui tassi di interesse [1], un sistema per ridurre i tassi di
interesse e spingerli verso il basso, o comunque per impedir loro di
crescere.
Più
basso è il Libor, più alta è la valutazione dei titoli di debito a
tasso variabile, come i CDO [2], e quindi i bilanci delle banche
sembrano più solidi.
Significa
forse che i sistemi finanziari statunitense e britannico stanno in
piedi grazie a una frode che colpisce gli acquirenti di IRS, tra i
quali ci sono comunità locali consigliate da venditori di IRS e
semplici risparmiatori?
La
risposta è sì, ma lo scandalo Libor è solo una piccola parte dello
scandalo della manipolazione dei tassi di interesse. La stessa
Federal Reserve li ha truccati. Come sarebbe possibile altrimenti che
l'emissione abbondante di debito sia gravata da interessi negativi?”
Più
avanti nell'articolo Roberts sottolinea sinteticamente:
“Immaginate
che la Federal Reserve debba presentarsi davanti al Congresso o al
Dipartimento di Giustizia per spiegare come mai non abbia resa nota
la frode perpetrata dalle banche private, una frode che coadiuvava la
manipolazione dei tassi di interesse praticata dalla stessa Fed (così
come accadeva nel Regno Unito).
La
Federal Reserve risponderebbe: 'Volete forse che lasciamo decollare i
tassi di interesse? Siete pronti a tirar fuori i soldi per salvare i
depositi assicurati dal governo presso la JPMorgan Chase, la Bank of
America, la Citibank, la Wells Fargo, eccetera? Siete preparati al
crollo dei prezzi dei buoni del tesoro, con la conseguente
distruzione dei fondi di investimento e delle rimanenze della
ricchezza degli USA, siete pronti ad alzare i tassi di interesse,
rendendo così impossibile il pagamento degli interessi sul debito
federale necessario per sostenere l'enorme debito pubblico, e dare il
colpo di grazia a ciò che resta del mercato immobiliare? Siete
pronti, voi che avete deregolamentato il sistema finanziario, a
prendevi la responsabilità di questa apocalisse economica?'
Naturalmente
i politici diranno NO, e la frode andrà avanti. Il pericolo pubblico
di un collasso economico è di gran lunga maggiore della perdita di
interessi derivata dall'abbassamento artificioso del tasso di
interesse, praticato proprio per prevenire quel collasso. La Federal
Reserve direbbe di stare facendo del suo meglio per creare profitti a
favore delle banche fino a quando sarà possibile disinnescare la
truffa e tornare alla normalità. Il Congresso non vedrebbe altra
alternativa.”
In
parole povere, si è permesso alla Federal Reserve e ad altri organi
politici di agire come gregari negli intrighi delle banche – è la
coda che agita il cane.
Le
dimensioni del problema
Il
livello di azzardo che è stato irresponsabilmente tollerato dai
barattieri di Wall Street è quasi al di là del concepibile. Per
fare un esempio, si stima che il PIL mondiale oscilli tra i 50 e i
60.000 miliardi di dollari. Sono bruscolini rispetto all'esposizione
dei mercati finanziari mondiali riguardo strumenti speculativi come i
derivati. Paul Wilmott ha stimato che il totale dei derivati trattati
nei mercati ammonti a 1,2 milioni di miliardi. Sono 20 volte l'intero
ammontare della valuta circolante nell'economia globale. Come detto
più sopra, la quantità di strumenti finanziari legati al Libor
ammonta da sola a 800.000 miliardi.
A
dispetto della opaca complessità e dei modelli matematici utilizzati
per giustificare queste cifre abnormi, la questione essenziale è che
esse, inevitabilmente, restano legate all'economia reale di
produzione e consumo. Più si allontanano da terra e puntano alla
stratosfera, più grande sarà il botto quando piomberanno giù, con
catastrofiche conseguenze per la gente che lavora. Lo scandalo Libor,
insieme al gioco d'azzardo finanziario autorizzato dal governo,
contribuisce a creare crisi economiche sempre peggiori.
Nessuno
viene chiamato a rendere conto di questa foia pazzesca per il
profitto a breve termine, anche se illusorio, di cui fa le spese il
benessere economico a lungo termine. I responsabili ricevono riparo
dalla devastazione che seminano grazie alla prodiga formula del
“troppo grande per fallire” e i soldi dei contribuenti. Niente di
cui sorprendersi, visto che questi truffatori possiedono sia il
partito Democratico sia quello Repubblicano. Non c'è migliore prova
di questa: dopo essere state salvati, i bankster [4] proseguono con
la loro orgia speculativa e i loro scandali, mentre i lavoratori
continuano a subire gli effetti della Grande Depressione. Se i
partiti statunitensi fossero anche solo in minima parte indipendenti
dall'élite finanziaria, avrebbero fatto mettere in galera i
responsabili della crisi economica, confiscato i loro patrimoni,
alzato di netto le tasse sui ricchi, e utilizzato queste nuove
entrate per creare occupazione, un'istruzione pienamente pubblica,
assistenza sanitaria per tutti, e la ricostruzione delle nostre
infrastrutture in sfacelo.
In
aggiunta ad aver sottratto ai lavoratori le risorse per questi
bisogni fondamentali, coloro che stanno dietro lo scandalo Libor
hanno utilizzato i tassi di interesse truccati per derubare comunità
locali e regionali già a corto di soldi. Mentre ci sono molti esempi
al riguardo in Wall
Street's Biggest Heist Yet? How the High Wizards of Finance Gutted
Our Schools and Cities di Pam Marten, uno solo è sufficiente
a far comprendere come hanno fatto:
“Secondo
il rapporto del revisore contabile della città di Oakland
(California) del 30 giugno 2011, la città si accordò per uno swap
con la Goldman Sachs Mitsui Marine Derivatives Products, utilizzando
187,5 milioni in bond municipali per la Oakland Joint Powers
Financing Authority. Secondo i termini dello swap, la città avrebbe
pagato la Goldman a un tasso fisso del 5,6775% fino al 2021 e
incassato in base a un tasso variabile basato sull'indice della Bond
Market Association (il vecchio nome dell'indice SIFMA). Nel 2003 il
tasso variabile non è stato più collegato alla Bond Market
Association, ma è stato fissato al 65% del tasso mensile Libor.
La
città sta ancora pagando il pesante tasso fisso, mentre incassa a un
tasso minuscolo di meno dell'uno per cento. Secondo funzionari
locali, la città ha finora dato alla Goldman all'incirca 32 milioni
in più di quanto abbia ricevuto, e potrebbe star fuori di altri 20
milioni se mantenesse lo swap fino al 2021. L'associazione Oakland
Coalition to Stop Goldman Sachs è riuscita a ottenere che il 3
luglio il consiglio comunale votasse per la cessazione di ogni
rapporto d'affari con la Goldman Sachs se quest'ultima non avesse
consentito l'estinzione dello swap senza alcuna penale.
L'associazione ha dichiarato il risultato 'una grande vittoria sia
per la città di Oakland sia per tutti quelli che nel mondo vivono
sotto l'oppressione degli Interest Rate Swap.'”
Grazie
alle pressioni dal basso, Oakland ha avuto abbastanza fortuna da
evitare di pagare i costi di chiusura di quei fraudolenti IRS. Ma non
è così che va di solito. Secondo il rapporto del marzo 2010 della
Service Employees International Union (SEIU), dal 2006 al 2008 le
banche hanno ricevuto 28 miliardi di dollari in penali di rescissione
così da permettere a stati e governi locali di revocare accordi del
genere. Chiaramente l'obbligo di pagare simili penali per sottrarsi a
IRS irregolari dovrebbe essere nullo a livello federale.
La
strada da percorrere
Oltre
a questo, in reazione allo scandalo Libor molti hanno invocato la
reintroduzione del Glass-Steagall Act [5], abolito sotto la
presidenza Clinton. Questa legge aveva evitato in passato alcuni dei
peggiori eccessi di oggi. In ogni caso, l'attività truffaldina ha
raggiunto oggi una proporzione talmente mostruosa che una misura del
genere sembra del tutto inadeguata. Le rovine del sistema di
regolazione bancaria non possono essere riparate affidandosi da
attori politici dalla prospettiva distorta [6] e che ci guadagnano
con le deregolamentazioni. Per cominciare, ogni movimento riformatore
che si attui come esercizio di lobbying è una completa perdita di
tempo.
Occorrerebbe
un movimento indipendente di massa che eserciti la pressione
necessaria per l'eliminazione di questo tipo di frode finanziaria.
Quando le strade vengono regolarmente affollate da milioni di persone
unite nella protesta, accompagnate da iniziative di sciopero che
aiutino la gran maggioranza dei lavoratori, allora gli ostacoli alla
riforma si disintegrano.
Lo
scandalo Libor evidenzia la necessità di un cambiamento fondamentale
nel sistema bancario. Anche se ci sarà qualche multa e qualche
aggiustamento, questo non sarà nemmeno l'inizio dell'eliminazione
del marciume. Il problema è che gli interessi dei proprietari di
banche sono agli esatti antipodi degli interessi dei lavoratori e
della società in generale. I loro profitti sono le nostre perdite.
Non si può controllare un sistema che non si possiede. Le banche
devono diventare di proprietà pubblica e i loro attuali possessori
privati messi alla porta.
Mark
Vorpah è rappresentante sindacale e attivista per la giustizia
sociale, scrive per Worekers' Action – www.workercompass.org
– Per contattarlo: Portland@workerscompass.org
note
del traduttore
[1]
Interest
Rate Swap:
“Swap d'interessi, dove due controparti, che hanno preso a prestito
lo stesso importo per la medesima scadenza, si mettono d'accordo, con
l'intermediazione di una banca o di una società specializzata, per
scambiarsi reciprocamente l'onere degli interessi. Generalmente una
controparte paga un tasso fisso, mentre l'altra paga un variabile.”
[Schroders]
“Ad
esempio, una società in difficoltà economiche, la quale a causa del
suo basso rating
di
credito si trovi nell’impossibilità di ottenere finanziamenti a
lungo termine, può utilizzare tale strumento. In questo modo la
società potrà trasformare il suo debito a tasso variabile (e a
breve termine) in un debito a tasso fisso e a medio/lungo termine.
L’esigenza della società, in questo caso, è evidentemente quella
di coprirsi (“hedging”)
dal rischio di perdite, mentre la controparte si assume il rischio
che il tasso variabile diventi più basso del tasso fisso.” [Centro
Tocqueville-Acton]
“(...)
i banchieri hanno ingannato governi e istituzioni di tutto il mondo
occidentale puntando migliaia di miliardi di dollari (e/o euro) nella
scommessa che i tassi di interesse stavano per schizzare alle stelle
per poi crollare ai livelli più bassi della storia. Questa truffa è
conosciuta come “interest rate swap”
[Informare
per Resistere]
[2]
CDO: “Cosa
sono i CDO
- Questa sigla indica i "collateralized debt obligations".
Si tratta di prestiti obbligazionari creati, usando la tecnica della
cartolarizzazione, impacchettando una serie di bond o di derivati. I
Cdo sono emessi in varie tranche (con rating e rischiosità a
scalare) da speciali società-veicolo: il loro rimborso e le loro
cedole sono garantite dal portafoglio sottostante di obbligazioni o
di prestiti o di derivati. I Cdo possono avere strutture molto
complesse, che creano anche un effetto leva. Alcuni Cdo sono
"gestiti": l'emittente ha la facoltà di sostituire i
titoli sottostanti posti in garanzia.I
rischi dei CDO
- L'investimento in Cdo comporta vari rischi (e ovviamente pari
rendimenti). C'è il rischio che il portafoglio sottostante posto in
garanzia vada in default, almeno in parte. C'è poi un rischio di
"concentrazione": se i titoli sottostanti sono concentrati
in settori simili o nello stesso settore. E c'è un rischio di
"struttura": un investitore può infatti acquistare la
tranche migliore (con il rating più elevato) o quella
peggiore. La tranche più rischiosa in un'emissione di Cdo è quella
definita equity: quella che va ad assorbire le prime perdite del
portafoglio sottostante.” [ilSole24Ore]
[4]
Bankster: neologismo (probabilmente creato dal pensatore libertarian
Murray N. Rothbard) derivato dall'unione di “banker” (banchiere)
e “gangster”.
[5]
Una legge del 1933 (a ridosso della Depressione): “Il
Glass-Steagall Act proibiva alle banche commerciali, o a società da
esse controllate, di sottoscrivere, detenere, vendere o comprare
titoli emessi da imprese private.” [lavoce.info]
[6] “political players
who are holding the hammers”. Letteralmente “che impugnano, sono
dotati di martello”. È un modo di dire che, completo, suona così:
“A chi ha un martello, tutto sembra un chiodo”. Attribuita a Mark
Twain (probabilmente a torto), il motto è più chiaro nella sua
prima formulazione
pubblica, attribuita ad Abraham Kaplan, filosofo statunitense:
“Dai a un bambino un martello, e lui si accorgerà che tutto quello
che incontra ha bisogno di un po' di martellate”. Quando l'utensile
diventa ideologico, ci si trova davanti all'incapacità di concepire
azioni che vadano al di fuori di un dogma o un paradigma considerato
ineludibile. Nel caso specifico, il “martello” è la
deregulation.
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