lunedì 2 luglio 2012

Sindacato 2 conflitto 0


Questi venduti di sindacalisti ancora stanno lì ad implorare un incontro con il governo, poiché l'unica cosa di cui veramente gli importa è essere invitati a tavola come commensali. Non si rendono conto o fanno finta di non rendersi conto che il tavolo è imbandito su un cumulo di macerie, quelle della società civile. Ancora non hanno capito o fanno finta di non capire che non c'è niente di cui discutere, perché nessuna concessione da parte della cricca bocconiana potrà rendere accettabile il massacro che si profila alle porte.
Il prof Ginsborg invita all'empatia e alla mitezza, ma come si può essere miti ed empatici con chi per salvaguardare il proprio misero tornaconto accetta il disastro come inevitabile. Si fanno questioni di opportunità, poiché lottare può essere logorante e non portare a nulla. Già, peccato che la speranza ai lavoratori gli sia stata tolta proprio da chi doveva infondergliela. Sappiamo di che pasta sono fatti i sindacalisti e lo sanno anche i lavoratori. Conosciamo le connivenze con il sistema politico, gli accordi sotto banco e al ribasso con il padronato, il sistema di clientele e di favoritismi che si agitano attorno al sindacato, e sappiamo anche che ormai da tempo che sindacati e sistema sono facce della stessa medaglia.
Il sindacato è una lobby che a tempo perso si ricorda di difendere i diritti dei lavoratori.
Che alternativa abbiamo a tutto questo? Non lo so ma intanto aspetto che qualcuno pronunci la fatidica parola: sciopero generale

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...