Questi venduti di sindacalisti ancora
stanno lì ad implorare un incontro con il governo, poiché l'unica
cosa di cui veramente gli importa è essere invitati a tavola come
commensali. Non si rendono conto o fanno finta di non rendersi conto
che il tavolo è imbandito su un cumulo di macerie, quelle della
società civile. Ancora non hanno capito o fanno finta di non capire
che non c'è niente di cui discutere, perché nessuna concessione da
parte della cricca bocconiana potrà rendere accettabile il massacro
che si profila alle porte.
Il prof Ginsborg invita all'empatia e
alla mitezza, ma come si può essere miti ed empatici con chi per
salvaguardare il proprio misero tornaconto accetta il disastro come
inevitabile. Si fanno questioni di opportunità, poiché lottare può
essere logorante e non portare a nulla. Già, peccato che la speranza
ai lavoratori gli sia stata tolta proprio da chi doveva
infondergliela. Sappiamo di che pasta sono fatti i sindacalisti e lo
sanno anche i lavoratori. Conosciamo le connivenze con il sistema
politico, gli accordi sotto banco e al ribasso con il padronato, il
sistema di clientele e di favoritismi che si agitano attorno al
sindacato, e sappiamo anche che ormai da tempo che sindacati e
sistema sono facce della stessa medaglia.
Il sindacato è una lobby che a tempo
perso si ricorda di difendere i diritti dei lavoratori.
Che alternativa abbiamo a tutto questo?
Non lo so ma intanto aspetto che qualcuno pronunci la fatidica
parola: sciopero generale
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