domenica 1 luglio 2012

Lo sbaglio del Travaglio


Travaglio si sbaglia di grosso e si dimostra molto ingenuo. A voler tentare di incarnare l'eredità di una destra austera e dalla schiena dritta, che invoca la tradizione come fonte ispiratrice di retti principi, idee campate per aria che stanno solo nella testa di chi ci crede, spesso si prendono grosse cantonate. I tedeschi non sono affatto virtuosi, fanno solo i loro interessi, con la differenza che li sanno fare meglio di noi. 
Sembra quasi che il giornalista Travaglio abbia introiettato la categoria di “popolo tedesco” come incarnazione di uno spirito etico destinato a fare la storia. Fra l'altro come lo stesso Monti ha ricordato anche i virtuosi tedeschi se ne sono fregati di sforare con i parametri del debito quando gli è convenuto, allo stesso modo del resto di Francia ed Italia. Il problema però è proprio questa ideaccia assurda e fuorviante del debito, una parola che racchiude in sé un richiamo ingannevole alle virtù della lealtà e della laboriosità. Il fatto che i governi italiani presenti e passati si siano comportati come dei banditi, dilapidando denaro pubblico per i loro interessi, non ha niente a che vedere con la concezione del debito pubblico in economia e l'austerità per ripianare il debito non può essere un un alibi per mandare in rovina intere nazioni.
Se Travaglio leggesse qualcosina di economia oltre che di cronaca politica e giudiziaria, capirebbe che le teorie economiche neoclassiche e liberiste, non sono le uniche teorie economiche in campo, e addirittura non sono nemmeno, diciamo così, le uniche teorie “standard” dell'economia. Keynesismo a parte esistono diversi orientamenti molto autorevoli, e vorrei citare il Prof. Giovanni Dosi, che considerano profondamente errate le politiche di austerità. Il debito è uno spauracchio che ci agitano in faccia allo stesso modo in cui noi adulti ricorriamo all'immagine della strega cattiva delle fiabe per spaventare i bambini. Il problema, Travaglio dovrebbe saperlo, visto che ormai è un tema predominante in politica ed in economia, è stampare moneta sovrana. Il debito è un rapporto numerico virtuale e non ha mai ucciso nessuno, nemmeno un'Italia ultra indebitata di Prodi, che addirittura e forse proprio in ragione del debito, stava molto meglio di quella di adesso. Travaglio dovrebbe anche sapere che Stati Uniti e Giappone hanno fra i debiti pubblici più elevati al mondo, ma se la cavano senz'altro meglio di noi. Lì semmai il problema è la redistribuzione delle risorse e la regolamentazione del sistema bancario e finanziario. Le risorse, lo sappiamo, purtroppo sono sempre ripartite malamente, ed è questo il problema che dovrebbe starci maggiormente a cuore, non il debito,  ma sappiamo anche che quando puoi stampare moneta e dare un indirizzo alla tua economia, non sei costretto necessariamente ad affamare i tre quarti della popolazione. Pagando un piccolo prezzo con l'inflazione, puoi finanziare scuole, ospedali, ricerca e quant'altro. Questo è il nocciolo della questione caro Travaglio e non un ipotetica virtù teutonica contrapposta ai vizi di regimi corrotti, intorpiditi dalla brezza mediterranea. Poi se vuoi possiamo anche discutere su quale tipo di economia vogliamo fondare il nostro futuro, possiamo discutere di beni “compatibili” o “riproducibili”, di green economy, di crescita e decrescita ed anche di corruzione che danneggia l'economia e il tessuto sociale, argomenti per i quali mi trovo spesso d'accordo con te, ma se lo stato non spende, non c'è né benessere, né crescita sociale, culturale o umana.
Questa dell'austerità è un'operazione pianificata con cura per concentrare il potere in poche mani, attraverso una catastrofe telecomandata. Un buon giornalista dovrebbe opporsi con tutte le sue forze a questo disegno, non cercare di imitare goffamente Montanelli. Mi puoi credere, il mio non è complottismo da due soldi, altrimenti dovremmo arruolare anche Krugman e molti altri fra le schiere dei complottisti. Le strategie politiche volte a modificare la geografia del potere sono sempre esistite nella storia e sempre esisteranno. I tedeschi hanno dimostrato in più di un'occasione che non è per virtù che agiscono, ma solo per interesse, ficcatelo bene in testa.
Credere in uno stato etico fra l'altro fa venire in mente brutte cose.

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