domenica 15 luglio 2012

Ambrose Evans-Pritchard scrive

dai commenti del blog di Gad Lerner

Il danno è stato fatto. Non è possibile riportare l’orologio indietro.
Lo storico Surplus commerciale dell’Italia sulla Germania si è trasformato in un grande deficit strutturale, bloccato in modo definitivo dagli effetti dell’UEM. Hanno poche speranze di recuperare il terreno perduto abbassando i salari o con una “svalutazione interna”, perché comunque si genererà altro caos per la dinamica del debito, se non arriverà prima una rivoluzione.David Woo della Bank of America ha appena scritto una “teoria dei giochi”, è lo studio della zona euro che sostiene che l’Italia trarrebbe vantaggio più di ogni altro paese (eccetto l’Irlanda) liberandosi e riprendendo il controllo sovrano dei suoi strumenti di politica. Questo darebbe all’Italia un leva importante in una prova di forza con la Germania … anche se Wolfgang Schauble capisce che questa è un altra questione.L’analisi dell’avanzo primario del paese rivela che si può lasciare l’UEM in qualsiasi momento (a differenza di Grecia, Spagna o Portogallo); l’Italia è grande abbastanza per farcela da sola. La sua esposizione patrimoniale verso l’estero è solo leggermente negativa (a differenza della Spagna, in rosso per la somma del 92% del PIL).Il tasso molto alto del risparmio in Italia e la ricchezza privata spiegano che qualsiasi shock si abbattesse sul tasso di interesse, questo potrebbe essere ruotato di nuovo nell’economia con pagamenti più alti per gli obbligazionisti italiani. E macro-effetti seguirebbero anche all’estero.Né accetto nemmeno il solito mantra che l’Italia ha i tassi d’interesse che salgono troppo tardi. Sono già saliti in termini reali (anche se oggi sono più bassi in termini nominali che nel periodo in cui c’era ancora la Lira). In effetti, un calcolo di convenienza confermerebbe che l’unico modo per l’Italia per abbattere i costi finanziari reali in questa fase è quello di lasciare immediatamente l’euro.Gli Italiani ovviamente decideranno del loro destino.Durante le mie vacanze in Italia, ho letto un eccellente resoconto di Arrigo Petacco sulla Seconda Guerra Mondiale vista dal punto di vista italiano, “La Nostra Guerra 1940-1945”. Il tema che più mi ha colpito è stato il numero delle sconfitte e dei disastri italiani causati da errori commessi dall’alto comando tedesco stesso, soprattutto da Rommel. I Sub inglesi affondarono l’80% dei convogli di rifornimento italiani che andavano in Nord Africa, perché gli inglesi avevano scoperto i codici segreti tedeschi e gli ufficiali tedeschi non informavano necessariamente di tutti i dettagli sui convogli il proprio quartier generale. Mentre Rommel buttava sempre tutte le colpe su Roma dicendo, ingiustamente, che ci dovevano essere spie nella marina italiana. La storia si ripete – in pace questa volta : L’Italia non ha più nulla da guadagnare dal dare ascolto ai consigli distruttivi dei tedeschi o dal continuare in questa disavventura soffocante. Si sta aspettando un messaggio che somigli a quello inviato da Badoglio l’8 settembre 1943. Tutto ad un tratto, l’Italia avvenne l’impensabile. Gli Italiani che ascoltavano la radio alle 18.15 di quella sera appresero con grande sorpresa – e con un certo sollievo – che non erano più impegnati a seguire ancora quella follia.

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