martedì 12 febbraio 2013

L'infallibilità del papa

di Tonino D'Orazio 

Papa Ratzinger, si dimette. Dopo 700 anni, un nuovo “gran rifiuto”. (Celestino V lasciò nel 1296). Le motivazioni sono “political correct”.
Primo, la malattia che lo ha indebolito. Secondo, la volontà di ritirarsi per meditare, restando però in un piccolo monastero all'interno della Città del Vaticano. Infine perché non è più in grado di esercitare il magistero papale. Ormai lo sguardo era vagante, sperduto, assente, le parole uscivano a stento e il viso era più che sofferente. La televisione non perdona. A volte una immagine cristallizza la realtà più delle parole.
Ratzinger, grande Alfiere della Tradizione, Guardiano inflessibile e fortemente ideologico della purezza della linea, della fede e soprattutto della catechesi della chiesa cattolica romana, il suo gesto è stato di una grande coerenza. Introduce però un elemento di una pesantezza teologica enorme, sulla quale sorvoleranno tutti in questi giorni. L’infallibilità del papa.
Quanti morti vi sono stati nel passato per ribadire questo concetto “sacro”, tanto quanto sacro erano i papa-re e in genere tutti i re assoluti che avevano ricevuto la loro missione direttamente da Dio con la benedizione della Chiesa, per secoli, compresi un po’ di dittatori cattolicissimi del secolo scorso. Ratzinger ribadisce che oggi l’infallibilità è “a tempo”. Già l’altro papa precedente, quello dello spettacolo e delle manifestazioni di massa, aveva accennato al problema indicando l’età dei cardinali in massimo 80 anni per andare in pensione e non pensare più all’eventuale sbocco di carriera papale. L’arteriosclerosi e l’Alzheimer sono problemi umani di grande pietà per tutti. È l'ammissione che un papa è anche un uomo. E’ ammettere che un uomo solo non è più quello che può decidere da solo nella Chiesa? E’ ammettere che la Chiesa sia diventata più difficile da “governare”? Lo si può desumere come “abbandono del campo” dalle parole del fratello Georg al giornale Die Welt: "Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia"? Speriamo che non siano vere e proprie “dimissioni” dovute allo spostamento di ingenti somme e conti correnti vaticani dello Ior sulla banca tedesca Deutsche Bank, nell’occhio del ciclone, sotto accusa dalla Consob americana e tedesca. Anche Bankitalia vigila su un sospetto flusso di riciclaggio in Vaticano, attraverso pagamenti elettronici su bancomat e conti del gruppo tedesco, alle prese di un buco gigante di quasi 3 miliardi di dollari, ad oggi, (ma potrebbero essere presto di 12 miliardi) e in procinto di fallire se non riesce ad ottenere soldi dalla Merkel o a drenare soldi sul massacro sociale dei paesi mediterranei.
Le implicazioni relative e consecutive alla caduta di questo tabù dell’infallibilità potrebbero presupporne ragionevolmente altri nel futuro? Forse che il Concilio Vaticano Secondo di papa Roncalli stia tornando prepotentemente alla ragione dei fatti e alla modernità di quelle tesi nelle difficoltà sociali mondiali attuali, quantunque quattro papi abbiano tentato di annullarne gli effetti?
Un attimo di complottiamo. Il 28 febbraio, mese completamente di ciclo lunare e della fecondazione, è stato scelto in modo simbolico? Se le profezie di San Malachia di Armag, redatte o dettate dal santo nel 1139, sono esatte aspettiamoci adesso, con una fumata bianca, o “il papa nero” (motto andato perduto, ma simbolo, testa di moro, presente nello stemma di Ratzinger e nelle profezie di Nostradamus) o Petrus Romanum, altri scrivono Secundus, l’ultimo papa prima della fine del mondo, o della Chiesa Romana. Lasciamo la discussione agli esegeti o agli esoterici, sia sulle errate cronologie sia sulle piacevoli fantasticherie. Noi, come direbbe Gioacchino Belli, avremo poco da ridere se il nuovo papa dovesse sorriderci. Il terrore degli atei viaggia attraverso i secoli.

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