mercoledì 6 febbraio 2013

Perché votare la fotocopia?


di Tonino D’Orazio

In una campagna elettorale al limite della comprensione si stanno schiarendo alcuni tatticismi alla D’Alema.

Berlusconi incute nuovamente timore sia a Monti che a Bersani. E’ un po’ la sintesi di questi ultimi giorni di campagna elettorale, se le reti televisive hanno ragione e se il pilotaggio dei sondaggi prosegue. Bisogna partecipare al “duello” a tre? Quale è il voto utile visti (anzi sparati) i programmi?

Il chiarimento più limpido viene proprio da Bersani: “Noi abbiamo sostenuto il programma di Monti con fedeltà”; “Siamo pronti ad un accordo con lui per il proseguimento del programma europeo”. Insieme abbiamo salvato l’Italia. Bersani è onesto e chiaro e forse ci crede. A questo punto non ci sono alternative. E’ stato un bene spiegarlo anche alle banche tedesche. Adesso dovrà andare a dirlo anche al mite Hollande. Cioè ai padroni delle ferriere istituzionali e bancarie europee. E’ la premessa, lo steccato, di Monti per una “collaborazione strutturale” per ulteriori “riforme”. Le promesse, si sa, sono solo per le campagne (notate questa parola proveniente dalle strategie militari) elettorali. Ma non è che hanno fatto finta di litigare fino ad oggi e non ce ne eravamo accorti?

Sarà la cura da cavallo preparata dalla BCE e dal FMI? La stessa che per la Grecia e la Spagna, paesi notoriamente in via di guarigione? Sembra proprio di sì. Che il sistema elettorale sia una trappola “democratica” affinché non cambi nulla e si faccia finta? Sembra proprio di sì. Che questa trappola venga definita “real politic”, (tradotta: adattatevi all’ammucchiata), cioè realtà costruita per benino e non modificabile affinché il paese sia ingovernabile mettendo in contrapposizione la Camera e il Senato? Sembra proprio di sì. Per obbligare alla “grosse koalitzione” e con lievi distinguo politici dei partiti pur da declamare per i fans, il sistema è un meccanismo eccellente, soprattutto se non c’è uno stravincitore. Ci sono tutte le premesse. Stupidità realistica del bipolarismo inesistente perché diventato tripolare se non multipolare? Sembra proprio di sì. Dopo questa nuova tornata porcellum non si può tornare di nuovo al voto caro Vendola. Per fare che? Allora tutti al centro, ma ovviamente sulle politiche di destra. In democrazia vince la “maggioranza”. L’alt di Vendola non ha più peso davanti alle “sorti patriottiche dell’Italia”. Pur vincendo le elezioni con il Pd, Sel si ritroverà in minoranza e in una opposizione parlamentare ininfluente e di testimonianza. La parabola Di Pietro insegna.

E il lavoro? Problema reale del paese, il lavoro è completamente assente dal dibattito, tanto che pure la Cgil ne ha proposto un rapido piano nazionale esclusivo a Bersani e a Vendola, abbandonando per un attimo la proverbiale “autonomia sindacale”, ormai non solo in campagna elettorale. Penso anzi che, visti i risultati di un anno di “governo”,  tutti quelli hanno sostenuto il massacro Monti-Fornero sulle sorti del sociale e dei lavoratori si vergognino di parlarne. Bersani potrebbe finalmente ritrovare come ministro l’amico Ichino, passato all’altra sponda. Il lavoro, invece delle tasse, potrebbe essere il tallone di Achille dei maggiori partiti oppure il tema-assente preferito degli astensionisti. Persino Landini, segretario generale della Fiom, è costretto a schierarsi con la lista Ingroia per ricordare che effettivamente esistono due Cgil politiche e che il Pd non dà nessuna fiducia o garanzia di ripristino della legalità e della dignità del lavoro. Figuriamoci se alleato con la destra tecnocratica e bancaria di Monti.

Il dilemma è posto: votare l’originale o la fotocopia?

Il tutto davanti alle buffonerie di Berlusconi in ascesa, agli oracoli da sepolcro imbiancato di Monti, ai borbottii bonari di Bersani anche su chi deve apparire in Tv, alle farneticazioni di Maroni sul bottino fiscale e la secessione, alle urla di Grillo (ce lo fanno vedere sempre così), ai programmi semplificati seppure alternativi di Ingroia, al silenzio isolato di Di Pietro e piano piano al fantasma Vendola. Le proposte referendarie di Bagnasco, appena uscito dalla lobbie democristiana di Todi per selezionare le candidature fedeli,  e del Vaticano che “mai si è mischiato nella politica italiana”, nemmeno per lo Ior nel Monte Paschi.

Per il resto “Tout va très bien, madame la marquise!”. La palla al popolo.

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...