sabato 25 luglio 2015

Il PD non è il PCI

di Tonino D’Orazio
Quantunque, in nome dell’eredità, molti purtroppo, sia nel PD che nella Cgil, siano ancora convinti del contrario. Conviene ribadirlo che né nella sostanza, né nelle strategie a difesa dei lavoratori o della Costituzione, il PD può minimamente esserne l’erede, nemmeno precedentemente con i DS. Anzi, in realtà è diventato esattamente l’opposto. E’ punta di lancia nella disgregazione della Costituzione, organizzata e sostenuta per dieci anni da un oggi ex-presidente “garante”, che più storicamente deleterio non si può.

Il mercato del lavoro, come quello delle vacche, può anche essere cambiato come prestazione d’opera salariale, ma non lo può nel valore dei diritti e della sua dignità. Oggi si è passati alla umiliazione del lavoro, dei lavoratori e delle loro famiglie e al furto organizzato delle loro deboli risorse. Questi ultimi ne stanno sperimentando gli effetti dal centrosinistra “ereditario”, ancora con le bandiere di Che Guevara e i manifesti di Berlinguer.

Sale nella società il cosiddetto, e pur insufficiente, “malumore”. Vengono a galla gli errori dei vari Prodi e D’Alema, sia sulla precarietà del lavoro, sulla svendita dei beni comuni, sia sull’Europa che sulle “guerre umanitarie” innescate. Tutte anticostituzionali. I frutti ci stanno tornando addosso.

A Chieti il PD è stato cacciato pubblicamente dall’associazione “Salviamo la Costituzione”, nata, (sembra un secolo!), nel 2005. Dice il comunicato ufficiale: “La decisione è stata assunta dai rappresentanti dell’Altra Chieti, di Rifondazione Comunista, SEL, dell’ANPI-sezione “Alfredo Grifone” di Chieti, del Comitato di quartiere Santa Maria, della Confesercenti, di Legambiente, dell’Unione Sindacale di base” ed è stato trasformato, nell’assemblea del 2 luglio 2015 in un Comitato della Costituzione di persone, per volontà della maggioranza dei presenti, come soluzione alla “esclusione del PD dal Comitato Costituzione”. Hanno pensato tutti: “ormai, che ci stanno a fare?”., “Non manteniamo l’alibi”. Intanto la presidente, pur dimettendosi, si tiene personalmente il logo, il marchio dimezzato, ma non si sa mai. Così rimane presidente del “resto”.

Non funziona più dire una cosa e farne un’altra. Alla fine ce se ne accorge, anche se le bugie di questi anni non hanno avuto veramente le gambe corte. Continuano a correre più veloci.

La nostra Repubblica non è più fondata sul lavoro. Di fatto. Veramente non lo è mai stata, se penso a milioni di emigrati costretti alla fuga, allora e oggi. (1 milione in sei anni). Che eredità può esserci nel PD, sia del PCI che della CGIL, che, su questo concetto di valore e ideale, ha lasciato tanti morti per le strade? Hanno abolito i valori principali della Carta. Lavoro, onestà, beni comuni e uguaglianza, democrazia. Certo non da soli. Si aiutano l’un l’altro con le destre da alcuni anni, facendo a gara per essere i primi della classe. E’ la nuova cultura degli stati europei. Ad occupare le istituzioni repubblicane che non appartengono né a loro né ai loro partiti. A rendere zerbini i deputati e i senatori eletti, in modo tanto naturale quanto sfacciato, compresa la compra-vendita e i cambi di casacca continui. Con il silenzio assenso di un altro presidente poggiato lì ad hoc e di nuovo sedicente “garante”. Di chi? Di che? Che c’entrano con il PCI o il PSI di un partigiano come Sandro Pertini? E’ un’altra storia dalla quale molti leader attuali, anche già rottamati, si dissociano da anni in fatti e parole, scappando a destra o rinnegando ufficialmente il loro passato “comunista”. I nuovi non c’erano, sfruttano ambiguamente ai propri fini il ricordo positivo che ne avevano i lavoratori e il termine “sinistra”. Gli ereditieri PD sono oggi diretti da ex DC. Pensano anche di negarlo. Pace alla loro coscienza, è un problema tutto loro, fino alla totale rottamazione.

L’assunzione di tutti i poteri ad un solo uomo, unto dal signore, anche se di evidenza un pupazzo in mano esterna al nostro paese e messo lì a fare i compitini sulle nostre spalle. Si abolisce il diritto di voto. Vedi Province e vedi Senato, e poi Camera Deputati, potendo solo ratificare le decisioni, le cordate e la lista degli amici stretti di un segretario plenipotenziario e scorazzante non eletto da nessuno, sembra nemmeno dai suoi. Terzo personaggio messo lì di forza. Evidente lo sforzo di mettere sotto tutela la magistratura e la Corte Costituzionale, troppo ribelle per un PD avanguardista che “non fermerà nessuno”, minandone e minimizzandone la certezza (vedi pensioni e P.I. ma anche legalità di questo parlamento). Il Consiglio Superiore della Magistratura, con presidente e vice presidente, è già allineato. Vedi situazione di Palermo dove promuove chi non ha titoli ma fa parte degli amici sicuri, proprio in un posto di frontiera tra stato/mafia. L’uomo giusto al posto giusto? O solo invasione di toscani.

Vedi situazione in Campania, quasi tutta in mano alla camorra, politica ed economica, (non basta Saviano?), dove un De Luca, inquisito, corrotto e condannato anche per associazione mafiosa, viene fatto eleggere sapendo che non poteva esserlo per legge dello stato, ma sapendo anche che qualche Tar amico di Renzie, ovviamente di Napoli, avrebbe trovato l’escamotage, già scritto, e lo avrebbe assolto per farlo “governare”. Assolto, ma da che? Reinsediato in continuità, sì, con tutto il “savoir faire”. Sgretolare le istituzioni: mettere il “popolo” contro la Corte. Dilemma: conta il popolo o la Costituzione e i tribunali? Sgretolare prossimamente anche la Consulta. Siamo sicuri del ritornello che, in quell’area, lo “Stato è assente” quando votano? Commento di De Luca: “ho lottato come un partigiano”. Quasi la camorra fosse già lo stato moderno allineando i nuovi partigiani Occupy Italy del PD e degli altri in equo partisan.

In questi ultimi anni il PD è un partito (??), al pari delle destre compresa la Lega, che ha un numero elevato di trafficanti e affaristi politici, sia in galera, pochi, che inquisiti, compresi tutti nelle istituzioni, in parlamento, nei grandi appalti, sindaci e consiglieri regionali. Mi sembra che la parola lottizzazione sia sempre più viva oggi. Ma non fa più scandalo, è l’assuefazione storica al potere. (Sembra di rivivere Sciascia). Agli occhi di molti il PD non è più difendibile, è uguale agli altri, (lo dicono i loro astenuti), malgrado la favola di ritenersi “diverso”. Mi dispiace, ma il PCI, almeno in questo era diverso. Non me ne vogliano gli illusi “ereditieri” che sostengono ancora, con grande inerzia, questo PD. Lo sanno soprattutto loro che è diventato ipocrita da anni dire che è di “sinistra”. Niente autocritica.

Il mercanteggio delle deleghe pubbliche, agli amici degli amici in una corte ristretta ambisex, senza necessarie competenze ma come utile cordata dei poteri forti, che corre sull’etere dei cellulari e delle inchieste della magistratura, quella ancora sana e imperterrita e, dati i tempi, coraggiosa. Con un Padoan posto a “controllo” del bimbo chiacchierone, paffuto e allegro, da parte sempre dei nostri padrini internazionali di Goldman Sachs.

Il PD è all’avanguardia della vendita dei beni comuni che non gli appartengono. Iniziando da Prodi e continuando con quest’ultimo nella scia di Berlusconi. Ha favorito la sottomissione economica e produttiva del paese a Francia e Germania, che non sono più l’Europa. Dopo la vendita degli ultimi “gioielli” rimane ancora l’oro nelle casse della privata Banca d’Italia. Per i libretti postali Renzie ha già infilato una faina di Goldman Sachs nel ricco pollaio della Cassa Depositi e Prestiti (già Spa). E smettetela di dire “dove troverà i soldi”. Quelli rimasti stanno ancora in mano a lavoratori e pensionati da tosare fino alla pelle. Tanto pagano sempre loro. A loro basta “l’araba fenice” della riduzione delle tasse che si trascina da 25 anni, un giorno sì e uno no. E’ sufficiente continuare a tassare iva, benzina, giochi, macchine, case, morti, tra poco le prostitute. Grande stato cristiano, biscazziere e prosseneta. Con tanti moralisti a ruota. Che c’entrano con il PCI o con Berlinguer!

E’ lo storico metodo del “doppiopettismo” del PCI rimasto nella memoria degli “ereditieri” . Ma oggi c’è Internet, e le notizie viaggiano in altro modo, per quelli che lo vogliono, malgrado la propaganda televisiva di stato di Renzie (a quando la legge di messa sotto tutela personale della Rai?) e privata dei ricchi. Nel decreto “Salva Italia”, per esempio, c’è la decisione del governo di far trivellare tutti i nostri mari dai petrolieri angloamericani. L’Eni può perforare solo il patrio suolo. L’Adriatico è più facile vista la sua relativa profondità presso le nostre coste. I “governatori” delle varie regioni interessate, tutti PD, giurano al proprio popolo che non avverrà mai e poi mai. Le trivelle stanno già operando. Anzi i sindaci eletti del PD si permettono anche di partecipare in massa a manifestazioni contrarie. Non ci si può scindere tra rappresentanza e persona, troppo facile. Sono lì per occhio di popolo, perché sanno che non contano più nulla, anzi sono ridotti alla fame dal famelico governo centrale e dalla troika, anche loro. Alla grande manifestazione abruzzese di Lanciano (CH) “NO Ombrina” (nome di una piattaforma petrolifera) i sindaci e i loro gonfaloni sono stati posti pudicamente quasi in fondo al corteo. Qualcosa non funziona più.

In queste ultime elezioni amministrative, in regioni in realtà sempre vicine a loro, molti del PD (1 milione?) non sono andati a votare. (Nel sud hanno vinto dove le organizzazioni malavitose sono più forte). Forse è stata più per una presuntuosa vergogna di corresponsabilità che per un pentimento. Forse avevano creduto innocentemente nell’eredità del PCI, malgrado i “tempi fossero cambiati”.

Certamente sono cambiati, c’è anche chi ne ha diretto il cambiamento, realisticamente non in positivo visto i risultati economici e sociali, e non c’è niente di più ipocrita farne semplicemente la costatazione senza prendersene le responsabilità. Per gli ereditieri veri del PCI non rimane, prima di essere completamente rottamati e per onestà intellettuale, che difendere la Costituzione, l’uguaglianza e la dignità del lavoro in memoria vera del loro defunto partito dal 1989, non nella sua deriva, ma soprattutto di fronte al fascismo dolce che avanza con il loro sostegno. Siamo già in ritardo. Non servono altri intralci a una nuova Resistenza ed è impossibile avere il piede in due staffe. I siciliani dicono:”ti vitti!”. Ti ho visto, e sei nudo. 

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