Da un po' di tempo sono monocorde, pubblico la maggior parte dei post
sulla Grecia. Inutile spiegare il perché, lo sappiamo tutti, la Grecia
rappresenta lo sforzo morale e collettivo di tutti quelli che hanno
ancor un po' di buonsenso e vedono chiaramente quello che senza media
servi e politici servi dei servi, sarebbe chiaro a tutti: stanno
fregando un popolo, e non è solo questione di prendi i soldi e scappa
(anche quello, 226 miliardi di soldi nostri dei fondi salvastati - i
giornalisti servi hanno qualcosa da dire?- restituiti dall Grecia alle
banche tedesche), è questione di affermare l'ineluttabile sotto forma di pensiero unico teutonico. Non ci sono più teorie economiche in concorrenza fra di loro, c'è la crisi, ci sono le riforme strutturali, ci sono i tagli, c'è la ricchezza che sgocciola sui poveri sui poveri(il trickle down) e ci sono le privatizzazioni perchè sanità e welfare "non sono più sostenibili". Nient'altro: "se dico salta tu salti", se dico crepa tu crepi. Fine della storia
di Giovanni Drogo da Nextquotidiano
Mancano
quattro giorni al #greferendum sulle proposte della Troika. Ancora per
qualche giorno le vostre bacheche Facebook saranno intasate dai tifosi
del Sì e dai sostenitori del No. E allora ecco un prontuario per voi che
avete un amico espertone di economia su Facebook, che sa tutto della
Grecia: aiutatelo nella sua analisi macroeconomica fatta di chiacchiere
da bar fornendo alcuni dati. Sì, certo: i dati sono numeri, i numeri
sono veri e quindi non stanno bene insieme alle chiacchiere ma perché
non approfittarne per fare un po’ di chiarezza sulle balle che ci stiamo
raccontando sulla Grecia in questi giorni?
I GRECI SI SONO MANGIATI I SOLDI PRESTATI DALL’EUROPA?
Uno
dei punti principali delle discussioni sui Social è che se i greci
hanno ricevuto dei prestiti dagli stati membri della UE (ovvero da noi
cittadini) allora sono tenuti a restituirli. Quel che è giusto è giusto e
quel che è nostro, deve tornare ad essere nostro.
Ma dove sono realmente finiti i soldi del salvataggio greco? A spiegarcelo un pezzo del Guardian
di qualche giorno fa che la fetta più consistente dei 240 miliardi di
euro prestati alla Grecia tra il 2010 e il 2012 è andata (attualmente il
debito ammonta a 320 miliardi) a finire nelle casse delle banche che
avevano prestato denaro prima del crollo. In buona sostanza è vero che
il debito pubblico greco è ingente, ma molto più preoccupante è la
situazione dell’indebitamento dei privati, ovvero delle banche che hanno
prestato denaro in modo a dir poco sconsiderato. Del denaro prestato
alla Grecia solo il 10% è
stato effettivamente utilizzato dal Governo per riforme economiche, il
resto è stato utilizzato per ripianare i debiti e gli interessi sui
debiti della finanza privata. Se nel 2010 la quasi totalità del debito
era dovuto alle banche oggi invece il 78% di quei 320 miliardi di euro è
della Troika, ovvero delle istituzioni pubbliche. Le operazioni di
salvataggio hanno trasformato il debito dei privati (ovvero
l’esposizione delle banche elleniche ed europee che sono state salvate)
in un debito pubblico. I soldi quindi non sono andati ai greci ma alla
finanza privata che, una volta al sicuro, ha pensato bene di scaricare
gli oneri sulla paese. Se guardiamo il grafico qui sopra è evidente come
nel 2009 le banche europee (principalmente tedesche e francesi) e non
gli stati fossero molto esposte in virtù dei crediti concessi in modo
sbarazzino. Nel 2014 la situazione è invertita. Perché? Perché le stesse banche hanno scaricato gli oneri sugli stati
cioè gli stessi cittadini che ora vogliono indietro i soldi dai greci
(le banche hanno accettato un haircut del 50% sul debito). Ad essere
stato salvato è il sistema bancario, non la Grecia.
E
se pensate che la Grecia sia l’unico paese che ha speso denaro per
salvare il sistema bancario ecco qui questo bel grafico che mostra come
anche gli altri paesi dell’eurozona abbiano allegramente finanziato il
sistema bancario all’inizio della crisi.
LA GRECIA NON HA FATTO NULLA PER USCIRE DALLA CRISI DEL DEBITO?
C’è
un pregiudizio nei confronti dei Greci, raffigurati come allegre cicale
spendaccione che in questi anni invece che mettere mano ai conti
pubblici e intraprendere la strada delle riforme strutturali hanno
preferito ballare il sirtaki e ubriacarsi di ouzo (con i nostri
soldi!11). In realtà le cose non stanno così. I punti principali
riguardo ai quali i critici contestano alla Grecia un’inerzia e
un’indolenza eccessive sono: “ci sono troppi dipendenti pubblici“, “i greci non stanno facendo le riforme strutturali richieste“, “non è stata fatta nessuna riforma delle pensioni” ed infine “i greci non si sono impegnati in un piano di riduzione del deficit“. Ma andiamo con ordine, se si ha la pazienza di leggere la tabella qui sopra (estratta da qui)
si potrà notare che nel 2009 il totale dei dipendenti pubblici era di
907.351 unità mentre nel 2014 si è scesi a 651.717. Si tratta di 255.634
dipendenti in meno in cinque anni (qualcosa come il 25% in meno).
Qualcuno potrà dire che Tsipras ha intenzione di invertire questa
tendenza, ma a quanto pare il piano di assunzioni riguarda al massimo
quindicimila nuovi assunti, una piccola frazione rispetto ai posti di
lavoro tagliati negli ultimi anni.
LA GRECIA NON HA FATTO LE RIFORME STRUTTURALI?
Come
misurare l’impatto e la consistenza delle riforme fatte dal Governo
ellenico? Secondo molti analisti e commentatori da bar la Grecia non ha
fatto nulla. Forse sarebbe più corretto dire che la Grecia ha fatto
molto, ma non abbastanza da poter mettersi al pari con la maggior parte
dei paesi europei. A sostegno di questa tesi si può citare il fatto che
nel 2010 la Grecia secondo il report di Doing Business
si posizionava al 109° posto in una classifica globale dei paesi dove è
più conveniente aprire un’attività e fare affari. Il punteggio riguarda
diversi indicatori che prendevano in considerazione la competitività e
le riforme attuate. Lo stesso report del 2015
vede la Grecia scalare la classifica e posizionarsi al 61° posto della
classifica. Se la Grecia non avesse fatto nessuna delle “riforme
strutturali” come ha fatto a salire di posizione (tenendo conto che tra i
fattori che contribuiscono al punteggio ci sono proprio le riforme)?
Giusto per fare un paragone guardate dove si posiziona l’Italia rispetto
alla Grecia. Negare che i greci abbiano fatto le riforme strutturali è
semplicemente una balla. Certo c’è ancora da combattere il problema
dell’evasione fiscale, ma non è una cosa che Tsipras avrebbe potuto fare
in pochi mesi (in Italia ci proviamo da sempre e l’unica cosa che siamo
riusciti a partorire è stato lo scudo fiscale).
LA GRECIA REGALA LE PENSIONI?
È
vero, il sistema pensionistico greco è stata una delle principali fonti
della spesa pubblica anche se non è corretto dire che i greci andavano
tutti in pensione a cinquantanni come si sente dire in giro. Ma non è
vero che la Grecia non ha posto in essere una serie di riforme volte a
modificare lo status quo. Una su tutte: l’innalzamento dell’età
pensionabile.
Se andiamo a guardare
l’impatto a lungo termine (nel 2060) e lo confrontiamo con la
situazione prima della riforma (la linea blu del grafico) vediamo due
cose: la situazione greca era simile a quella italiana e con la riforma
attuale i greci andranno in pensione più tardi degli italiani (ma anche
dei tedeschi). Lo sforzo c’è stato, ed è considerevole. E se il problema
fosse la spesa pensionistica rispetto al PIL? Secondo quanto riporta Icebergfinanza non solo la spesa greca è in linea con quella di paesi europei come Italia e Francia…
…ma a quanto pare il “costo” di un pensionato greco è molto inferiore a quello di un pensionato tedesco.
Di
nuovo, si può fare di più e meglio tenuto conto della drammatica
situazione del paese? Forse. Ma senza dubbio molto è già stato fatto.
E LA RIDUZIONE DEL DEFICIT, RAGA?
Leggete il grafico qui sopra che riassume i dati del debito pubblico dei paesi OCSE.
No, rileggetelo. La Grecia è passata da un deficit al 15,6% nel 2009 al
-1,4% nel 2015. E ancora c’è qualcuno che dice che i greci non hanno
fatto nulla e non sono in grado di fare sacrifici? Sempre per fare un
paragone date un occhio all’Italia e pensate ai sacrifici che ci sono
stati imposti per passare dal -5,4% al -2,1% e di cui tutti si
lamentano. Ok, ora prendete i tagli alla spesa pubblica e provate ad
immaginare cosa è successo in Grecia in questi ultimi cinque anni.
mercoledì 1 luglio 2015
Tutto quello che dicono sulla Grecia è falso
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