domenica 17 giugno 2012

L'economia della pagnotta


Non ci potrà essere alcuna alternativa reale se restiamo ingabbiati nell'idea che l'economia degli stati sia come una pagnotta di pane, cioè un bene finito dove i ricchi si pappano tutto e i poveri devono lottare con le unghie e con i denti per conquistarsi le briciole sotto il tavolo. Questo è ciò che tentano di farci credere, asserendo pure senza ritegno che chi ha la bocca più grossa è giusto che mangi di più, così farà più briciole con le quali potremo scannarci. Se accettiamo l'idea che il denaro sia un'entità reale e pertanto “finita”, siamo fottuti. Il denaro è un'entità virtuale mettiamocelo in testa, possiamo fabbricarlo senza dover attingere a materie prime. Questo è ciò che i vari Camusso, Landini, Vendola e sinistri vari non vogliono capire, cadendo nella trappola dell'equità e di una saggia redistribuzione della pagnotta.
Il denaro non è una pagnotta.
Dobbiamo solo decidere se riaprire la zecca e a chi dare le chiavi. Il resto è solo un inganno.

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