Non ci potrà essere alcuna alternativa
reale se restiamo ingabbiati nell'idea che l'economia degli stati sia
come una pagnotta di pane, cioè un bene finito dove i ricchi si
pappano tutto e i poveri devono lottare con le unghie e con i denti
per conquistarsi le briciole sotto il tavolo. Questo è ciò che
tentano di farci credere, asserendo pure senza ritegno che chi ha la
bocca più grossa è giusto che mangi di più, così farà più
briciole con le quali potremo scannarci. Se accettiamo l'idea che il
denaro sia un'entità reale e pertanto “finita”, siamo fottuti.
Il denaro è un'entità virtuale mettiamocelo in testa, possiamo
fabbricarlo senza dover attingere a materie prime. Questo è ciò che
i vari Camusso, Landini, Vendola e sinistri vari non vogliono capire,
cadendo nella trappola dell'equità e di una saggia redistribuzione
della pagnotta.
Il denaro non è una pagnotta.
Dobbiamo solo decidere se riaprire la
zecca e a chi dare le chiavi. Il resto è solo un inganno.
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