Leggo sul Manifesto che i civici
discuterebbero col Pd, il quale per l'appunto si dice aperto ai movimenti
civici, per contrastare il “populismo” (leggasi Grillo). E di
cosa dovrebbero discutere ad esempio quelli di Alba col Pd? Di
suicidio assistito? (quello del Pd ovviamente). Quante volta bisogna
dirlo, questa gente ha fatto al sua scelta di campo, chiara e tonda.
Hanno votato leggi infami, ma soprattutto hanno accettato l'idea che
siccome la pagnotta non basta per tutti, qualcuno dovrà pur
sacrificarsi. E chi se non i poveracci? Lo vuole l'Europa. Bella
parabola davvero, dalla lotta di classe, fino al liberismo più
becero. Mi viene da dire: bastoniamo il cane che affoga, se non fosse
che è un'immagine che evoca sentimenti di pena estrema per i cani.
Niente accordi con questa gente, sono peggio di Berlusconi,
altrimenti io e qualche milioni di altre brave persone, che mi illudo
di rappresentare a loro insaputa, prenderemo altre strade, a costo di
votare Grillo. Siete avvisati.
A proposito di Berlusconi, non
sottovaluterei il fiuto di quest'uomo, che sarà anche un governante
incapace e un signorotto molle e corrotto, ma ha una visione molto più nitida del
futuro dei vari Bersani e Vendola. Ha capito benissimo che l'Europa si
è ficcata in un cul de sac e che la Merkel la sta conducendo
al disastro. Per il momento tutti lo prendono in giro, forti della
sua aura generatrice di topoi della mitologia italica. Berlusconi è
ormai sinonimo di berlusconata e viceversa, quindi sciocchezza allo
stato puro, da trattare alla stregua di una battuta malriuscita del
bagaglino. Quando però il disastro diverrà attuale, in ragione
perdipiù di ciò che ormai tutti ammettono, e cioè che il nocciolo
della questione sta nella perdita o se volete nella mancanza di una
moneta sovrana, allora Berlusconi potrà di avere avuto sempre
ragione e sarà difficile smentirlo. Vi ricordate quando poco prima che Berlusconi cadesse, Barnard fu involontariamente arruolato nelle fila berlusconiane perché lo invocò a resistere ai corifei dell'austerità
e del pareggio di bilancio. “Presidente resista !”, urlò Barnard
con la sua solita veemenza, e non si trattava una semplice
provocazione, era per il giornalista eretico l'affermazione di una
gerarchia di valori, dove il resistere alla truffa dell'euro e alla
diabolica macchinazione delle oligarchie dei rentiers, era
molto più importante dei peccatucci e dei vizi privati di un
dittatorello da stato bananiero. Credo che Barnard sia un esaltato,
ma una cosa me l'ha fatta comprendere in modo chiaro: se lo stato non
spende il popolo cade in miseria, e pochi bastardi si arricchiscono a
dismisura. Credetemi la visione della pagnotta evoca visioni di
miseria nera e di cupa rassegnazione. Una sola pagnotta di pane da
dividere fra milioni di bocche è l'immagine più sconsolante che
possa esistere, ed è su questo che contano i nostri governanti. Se
riescono a convincerci che la loro idea dell'economia come
amministrazione della pagnotta è giusta, siamo spacciati perché
cadremo tutti in una depressione profonda e saremo tutti ricattabili.
Niente futuro, niente speranza. Questo almeno Berlusconi lo ha capito
e si appresta a vendere al popolo il sogno del paese dei balocchi,
ben sapendo che la sua sarà un'ennesima fregatura, ma sempre meglio
la speranza raccattata da un piazzista di mercato che la miseria
certa di una smarra di teste di cazzo seriose bocconiane.
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