I ricatti - o con noi o andiamo da soli
– poi i pretesti come quello ultimo dell'Agicom. Questo Di Pietro
e Vendola, che hanno adottato la tattica furbetta di scaricare la colpa sul bambino cattivo: “è colpa tua se non giochiamo
insieme, noi ci abbiamo provato, ma sei tu che non hai voluto”.
Quella dell'Agicom è l'ennesima storia all'italiana di lottizzazione di nomine
istituzionali, niente di nuovo, sono cose che avvengono tutti i
giorni (non è un modo di dire) e alle quali mi dispiace dirlo non è
immune nessuno, neanche Vendola e nemmeno Rifondazione. Con l'Agicom
hanno trovato la scusa buona per fingersi indignati. Laddove si hanno
responsabilità di governo, la meschinità dei singoli si mescola ad
una malintesa realpolitik che porta inevitabilmente tutti a sedersi
al tavolo dove si mangia. Ne sanno qualcosa i transfughi del Pd e di
altri partiti che si sono imbarcati nel partito di Vendola e persino
in quello di Ferrero, pregustando future spartizioni. Ad ogni modo se
nessuno è perfetto è chiaro come la luce del sole che una
coalizione con il Pd sarebbe il tracollo di ogni buona intenzione e,
aggiungerei io, una iattura bella e buona, visto lo spettacolo che
stanno dando.
Se si vuole cambiare l'Italia forse è meglio smettere di essere italiani, lasciando perdere giochetti da grandi strateghi da Bar dello Sport e cominciare a fare sul serio: dire agli italiani cosa si vuol fare veramente, in base a quale programma e con quali soggetti politici.
Se si vuole cambiare l'Italia forse è meglio smettere di essere italiani, lasciando perdere giochetti da grandi strateghi da Bar dello Sport e cominciare a fare sul serio: dire agli italiani cosa si vuol fare veramente, in base a quale programma e con quali soggetti politici.
Attendiamo speranzosi.
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