domenica 14 ottobre 2012

Razza impura, una favola massimalista di Franco Cilli e Domenico D’Amico

Lo devo dire, provo un senso di riconoscenza e di gratitudine verso Valeraria Vaccaro.  Chi scrive, in generale ama ricevere apprezzamenti ancor più di quanto tema le critiche e le parole di una scrittrice certo non ti lasciano indifferente.
Dobbiamo ammettere che il nostro romanzo non  ha ricevuto molte attenzioni da parte della critica, anzi a dire la verità quella che segue è la seconda recensione a due anni dalla sua pubblicazione, e la prima non era esattamente un'apologia. Ad ogni modo, è questa è una minaccia, impegni personali del sottoscritto e crisi atarassiche di Domenico permettendo, prima o poi completeremo quella che doveva essere la trilogia di Razza Impura. Prima o poi.

di Valeria Vaccaro da valeriavaccaroscrittricedoltre (Pubblicato su Barcellonapg.it)



Un titolo e un sottotitolo che non possono che riempire un lettore di punti interrogativi… quei punti interrogativi che spingono sempre di più a voltare pagina e proseguire nella lettua, divorando le pagine.
“Razza impura” di Franco Cilli e Domenico D’Amico (Edizioni Smasher, pp 450, 14,00€), è un libro decisamente atipico, tanto da iniziare con uno “Pseudo Antiepilogo”.
In queste primissime pagine, gli autori ci fanno credere di aver già scoperto come andrà a finire questa “favola massimalista”… eppure le parole “pseudo” e “anti”, dovrebbero suggerirci qualcosa: mano a mano, il lettore comprende di non aver affatto letto il reale epilogo.
Ciò che sin da subito cattura, è la composizione di personaggi reali e situazioni al limite del razionale. Tra i personaggi, gli stessi autori; che il loro intento fosse proprio quello di confonderci?! Come se leggendo di questi personaggi, con gli stessi nomi degli autori, ci si iniziasse a chiedere: ma come può essere che tutto questo sia autobiografico? Non è qualcosa che si può concepire nella realtà…
Franco Cilli, il “Dottore”, è uno psichiatra. La visita di una paziente non certo comune, lo porterà a diventare una pedina di intrighi internazionali. Questi intrighi prendono presto le dimensioni di un grande complotto mondiale che lui stesso tenterà di scongiurare con l’aiuto di diversi personaggi: il suo caro amico Domenico D’Amico; Marina, una sua paziente a dir poco autolesionista; una sua figlia, Estela; il commissario Tano Pepe.
La narrazione procede dal “piccolo” al “grande”. Si passa dalla realtà provinciale a quella globale, come se non ci fossero differenze: in fondo anche la provincia fa la sua parte nel mondo.
La minaccia che aleggia sulla terra verrà affrontata dai personaggi citati, con estrema abilità negli scontri corpo a corpo. Gli incontri avvengono con personaggi realmente esistenti, magari camuffati dietro nomi di “fantasia” (ma perfettamente intuibili).
Gli elementi fondamentali della narrazione sono  la psichiatria, il delirio, la paranoia… è su di essi che la fitta trama si compone. Possiamo, però, ritrovare altri tre elementi fondamentali… incatenati l’uno con l’altro lungo il susseguerisi delle vicende: la politica, la religione e la scienza, vista anche nella sua versione più fantasiosa eppure accattivante.
Un libro ricco di mistero, avventure al limite del credibile eppure vissute da personaggi reali… un susseguerisi di domande che si insinueranno in voi come se non dovessero mai finire.
Ecco una lettura che può farvi sentire in costante movimento!
Da assaporare e gustare in tutte le sue sfaccettature: una favola massimalista con i fiocchi!

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...