da soggettopoliticonuovo
La solidarietà con chi lotta per il lavoro, i diritti, la dignità e
la difesa delle proprie vite e del proprio territorio è per noi un
dovere assolutamente irrinunciabile, anche quando si tratti di paesi e
di popoli lontani e poco conosciuti.
Ci fu un tempo in cui la solidarietà internazionale (allora lo
chiamavamo internazionalismo) era un’espressione naturale di tutte
quelle realtà politiche, sindacali e associative che facevano
riferimento al mondo del lavoro e a tutte le istanze di emancipazione.
A.L.B.A. (Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente) sente di doversi
schierare senza esitazione con le popolazioni Maya del Guatemala, che in
questi giorni sono state fatte oggetto di una feroce quanto
ingiustificata repressione da parte delle forze governative nel
distretto di Totonicapàn, regione del Quichè.
Morti, feriti e arresti sono il bilancio di una dissennata
“operazione di polizia” che il governo del presidente Otto Perez Molina
ha ordinato per eliminare la resistenza delle comunità contro una
riforma costituzionale - che ridurrebbe drasticamente i diritti (già
messi a dura prova) delle popolazioni indigene sulle proprie terre – e
contro una situazione sociale e politica che si sta configurando come un
vero golpe strisciante.
Fra l’altro, la vicenda guatemalteca coinvolge noi italiani in misura
particolarmente grave, dal momento che uno dei principali fronti di
lotta delle comunità (e quindi uno dei principali punti critici della
repressione) riguarda l’opposizione alle realizzazioni che la “nostra”
ENEL (multinazionale italiana, tutt’ora in parte significativa a
capitale pubblico) sta portando avanti in una parte del Paese, con
conseguenze gravissime in termini di devastazione ambientale, di
militarizzazione del territorio e di conculcamento dei diritti civili.
Riteniamo che su questo tema (e su tutte le lotte dei popoli per la
terra, la libertà, il lavoro e il diritto ad autodeterminarsi) debba
sollevarsi quell’ opinione pubblica internazionale che fu capace in
altri momenti di proclamare scioperi generali e attuare forme di
resistenza mondiale contro i soprusi e le vessazioni.
Chiediamo che il governo italiano non si renda oltre complice del massacro e delle violazioni perpetrate in Guatemala.
Chiediamo che tutte le realtà politiche prendano posizione decisa ed
esigano che si avvi subito la smilitarizzazione del territorio Maya
Chiediamo a tutte le persone, alle quali potrà giungere questo
comunicato, di inviare l’ adesione alla solidarietà attiva con le
comunità guatemalteche, inviando il proprio messaggio (specificando
nome, cognome, città di residenza e indirizzo e-mail) a juventudesindigenasiximuleu@gmail.com
Comitato Esecutivo ALBA 9 ottobre 2012
giovedì 11 ottobre 2012
Con le popolazioni Maya del Guatemala
Etichette:
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Maya,
repressione
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