martedì 11 dicembre 2012

Bersani ha gettato la maschera

di Francesco Maria Toscano da Il Moralista 


In un’intervista pubblicata dal Wall Street Journal Bersani ha gettato la maschera (clicca per leggere). In caso di vittoria, l’ex comunista convertitosi al turbo-liberismo, applicherà alla lettera gli ordini impartiti dalla massoneria reazionaria che governa questo scempio di Unione Europea.  A differenza del “budino” Hollande, che per rimangiarsi le promesse elettorali ha almeno aspettato di farsi eleggere, Bersani si cala le braghe di fronte ai padroni prima ancora di scendere in campo. Cinque anni di governo Bersani, etero diretto dalla Troika che devasta i popoli europei, rappresentano proprio una prospettiva che fa rabbrividire. Resto convinto della assoluta pericolosità di tutti gli uomini politici che affondano la loro storia personale nel Partito Comunista. Chi è stato allevato sotto le insegne della falce e del martello conserva necessariamente una profonda sfiducia nel diritto delle masse di auto-determinarsi. L’ideologia comunista predica dappertutto il primato di alcune ristrette oligarchie burocratiche, spesso indottrinate nelle sedi di partito, depositarie esclusive del concetto di interesse generale. Il popolo, spesso strumentalmente rappresentato come massa informe incapace di perseguire interessi astratti e nobili, deve quindi lasciarsi guidare con fiducia da chi possiede gli strumenti tecnici (o tecnocratici?) utili a far sorgere il sol dell’avvenire. Quando Bersani rivendica continuità con le politiche di alcuni antesignani di Monti come Ciampi, Padoa Schioppa e Prodi, sposa, più o meno consapevolmente, una versione nefasta del peggiore socialismo tecnocratico teorizzato per primo da Saint Simon. In sintesi, questa versione di Unione Europea è molto simile alla suggestione dell’eurocomunismo, resuscitato inopinatamente in Occidente proprio  alla caduta del modello originale di stampo sovietico. Alla esaltazione del primato di una burocrazia ottusa rispetto alla politica, tipica dei regimi comunisti passati e presenti (pensate alla Cina), l’attuale Unione Europea mischia, ad adiuvandum, una volontà cinica e sterminatrice sopravvissuta sottotraccia nello spirito del popolo germanico infettato dal nazismo. Non a caso, il darwinismo sociale che sottende alcune scelte di politica economica volte a colpire i più deboli, altro non è se non l’applicazione su un piano più raffinato delle solite prassi eugenetiche con le quali i nazisti inseguivano il mito della razza ariana, finalmente depurata dalle imperfezioni rappresentate da ebrei, zingari, neri o diversamente abili. In questo lo spirito tedesco che guida l’Europa, oggi con la Merkel come ieri con Hitler, è rimasto sostanzialmente identico. Coloro i quali sperano in Bersani per risollevare le sorti dell’Italia si illudono grandemente. Bersani è oggi il principale pericolo per l’Italia. Perfino Berlusconi trova improvvisamente il coraggio di denunciare le politiche recessive messe in campo dal governo dei tecnici, mentre Bersani si preoccupa di dipingere Vendola e Fassina, agli occhi della speculazione finanziaria internazionale, alla stregua di due Pulcinella fissati con la crescita. Gli attacchi incrociati della stampa internazionale contro Berlusconi finiscono paradossalmente per legittimarne il ritorno. Berlusconi, dopo avere condiviso per calcolo tutte le scelte di indirizzo politico del governo Monti, comincia a dire la verità sulla reale finalità di alcuni provvedimenti chiaramente recessivi e scellerati. Il fatto che la verità circa il progetto di cinesizzazione dei popoli europei sia oggi  appannaggio quasi esclusivo di un politico come Berlusconi, la dice lunga sulla qualità complessiva delle nostre classi dirigenti.

1 commento:

  1. Il riferimento allo spirito tedesco con l'accostamento al nazismo mi pare un po' sconveniente e abbastanza contraddittorio: i popoli hanno uno spirito solo nella mente dei nazionalisti. Ci teniamo buona la parte su Bersani.

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