di Francesco Maria Toscano da Il Moralista
In un’intervista pubblicata dal Wall Street Journal Bersani ha gettato la maschera (clicca per leggere). In
caso di vittoria, l’ex comunista convertitosi al turbo-liberismo,
applicherà alla lettera gli ordini impartiti dalla massoneria
reazionaria che governa questo scempio di Unione Europea. A differenza
del “budino” Hollande, che per rimangiarsi le promesse elettorali ha
almeno aspettato di farsi eleggere, Bersani si cala le braghe di fronte
ai padroni prima ancora di scendere in campo. Cinque anni di governo
Bersani, etero diretto dalla Troika che devasta i popoli europei,
rappresentano proprio una prospettiva che fa rabbrividire. Resto
convinto della assoluta pericolosità di tutti gli uomini politici che
affondano la loro storia personale nel Partito Comunista. Chi è stato
allevato sotto le insegne della falce e del martello conserva
necessariamente una profonda sfiducia nel diritto delle masse di
auto-determinarsi. L’ideologia comunista predica dappertutto il primato
di alcune ristrette oligarchie burocratiche, spesso indottrinate nelle
sedi di partito, depositarie esclusive del concetto di interesse
generale. Il popolo, spesso strumentalmente rappresentato come massa
informe incapace di perseguire interessi astratti e nobili, deve quindi
lasciarsi guidare con fiducia da chi possiede gli strumenti tecnici (o
tecnocratici?) utili a far sorgere il sol dell’avvenire. Quando Bersani
rivendica continuità con le politiche di alcuni antesignani di Monti
come Ciampi, Padoa Schioppa e Prodi, sposa, più o meno consapevolmente,
una versione nefasta del peggiore socialismo tecnocratico teorizzato per
primo da Saint Simon. In sintesi, questa versione di Unione Europea è
molto simile alla suggestione dell’eurocomunismo, resuscitato
inopinatamente in Occidente proprio alla caduta del modello originale
di stampo sovietico. Alla esaltazione del primato di una burocrazia
ottusa rispetto alla politica, tipica dei regimi comunisti passati e
presenti (pensate alla Cina), l’attuale Unione Europea mischia, ad
adiuvandum, una volontà cinica e sterminatrice sopravvissuta
sottotraccia nello spirito del popolo germanico infettato dal nazismo.
Non a caso, il darwinismo sociale che sottende alcune scelte di politica
economica volte a colpire i più deboli, altro non è se non
l’applicazione su un piano più raffinato delle solite prassi eugenetiche
con le quali i nazisti inseguivano il mito della razza ariana,
finalmente depurata dalle imperfezioni rappresentate da ebrei, zingari,
neri o diversamente abili. In questo lo spirito tedesco che guida
l’Europa, oggi con la Merkel come ieri con Hitler, è rimasto
sostanzialmente identico. Coloro i quali sperano in Bersani per
risollevare le sorti dell’Italia si illudono grandemente. Bersani è oggi
il principale pericolo per l’Italia. Perfino Berlusconi trova
improvvisamente il coraggio di denunciare le politiche recessive messe
in campo dal governo dei tecnici, mentre Bersani si preoccupa di
dipingere Vendola e Fassina, agli occhi della speculazione finanziaria
internazionale, alla stregua di due Pulcinella fissati con la crescita.
Gli attacchi incrociati della stampa internazionale contro Berlusconi
finiscono paradossalmente per legittimarne il ritorno. Berlusconi, dopo
avere condiviso per calcolo tutte le scelte di indirizzo politico del
governo Monti, comincia a dire la verità sulla reale finalità di alcuni
provvedimenti chiaramente recessivi e scellerati. Il fatto che la verità
circa il progetto di cinesizzazione dei popoli europei sia oggi
appannaggio quasi esclusivo di un politico come Berlusconi, la dice
lunga sulla qualità complessiva delle nostre classi dirigenti.
martedì 11 dicembre 2012
Bersani ha gettato la maschera
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Il riferimento allo spirito tedesco con l'accostamento al nazismo mi pare un po' sconveniente e abbastanza contraddittorio: i popoli hanno uno spirito solo nella mente dei nazionalisti. Ci teniamo buona la parte su Bersani.
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