di Tonino D’Orazio
Un Monti che propone di
continuare il massacro sociale e la privatizzazione del sociale di
tutto il paese, all’americana tra banche, fondazioni e
assicurazioni, sulla falsa riga di aver “salvato” il paese. Di
quale è tutto da scoprire dimostra l’Istat. Un Berlusconi che ha
approvato tramite la sua maggioranza in parlamento tutta l’agenda
Monti, ma che ora spudoratamente rinnega, o fa finta, come sua
costante abitudine. Anzi riparte su una proposta populista di sicuro
effetto: abolizione dell’Imu, dimenticando, come molti italiani,
che l’aveva personalmente reintrodotta in un decreto poco prima di
lasciare lo scellerato (così la pensano molti italiani poveri)
compito a Monti. Altra proposta, per la quale è stato rieletto
premier per ben tre legislature è quella della diminuzione delle
tasse. Probabilmente, in tempi del genere, non c’è tre senza
quattro, visto che ha aggiunto anche la diminuzione dell’Iva.
Una cordata di
imprenditori e banchieri che si stringe intorno a Monti, sceso in
campo politico perché da tecnico, fino ad adesso, aveva solo
scherzato. Una chiesa cattolica che chiede quasi esplicitamente al
suo apparato di sostenere Monti, temendo la minaccia diretta che
Berlusconi ha fatto in caso di ritorno al governo, sulla sua mancata
e simoniaca riconoscenza per i benefit ricevuti. Insomma la
rinascita di un centro “cattolico”, una nuova Democrazia
Cristiana, con l’inossidabile Casini, la Fiat in campo con
l’ineffabile Montezemolo, un gruppetto di ministri milionari che
hanno preso gusto alla poltrona, un Riccardi che traina tutta la
cooperazione sociale e internazionale dei giovani cattolici di
centro-destra, qualche fuoriuscita del Pdl (non a caso gli ex Dc di
lungo corso), un po’ di banchieri per dire alla finanza
anglo-sassone e tedesca che “non è finita” e qualche pezzo del
Pd, anche giovane, pronto a scivolarvi, lasciando Bersani con il
cerino in mano.
Una Lega disperata, tra
l’incudine di dover vincere e il martello di doverlo fare con
l’odiato Berlusconi degli ultimi mesi, anche se per diciotto anni è
andato tutto bene.
Con davanti un Berlusconi
che ricostruisce il suo marketing politico con tutti gli
strumenti mediatici a sua disposizione. Cioè tutti quelli nazionali,
televisioni di stato, televisioni personali e private, giornali,
riviste, sondaggi pilotati. Lo vedremo tutti i giorni a reti
unificate. Deve aver rimesso all’opera uno staff eccezionale
visto che alcuni bookmaker inglesi scommettono di nuovo sulla
sua rinnovata vittoria e la democratica stupidità degli italiani.
Bisogna riconosce che da
buon burattinaio ha utilizzato tutti, tramite la sua maggioranza in
parlamento, a spingere sia Monti, sia Napolitano che Alfano a
sostituirlo momentaneamente per poter ritornare più forte di prima.
Lo stesso Monti lo teme, visto che con il sostegno di Napolitano, che
fa finta di non aver capito che quando si è in scadenza si conta
poco e che il prossimo presidente tocca alla vera destra, cerca di
riunificare i gruppi parlamentari che lo hanno sostenuto in una
“lista per l’Italia”. Berlusconi dice che veramente è per la
Germania e che lo spread era una immensa e paurosa falsità,
allineandosi a quello che hanno sempre detto economisti di fama
mondiale e premi Nobel. Con una verità due piccioni. Proprio nel suo
stile: la verità può essere falsa e viceversa.
L’appello a unificarsi
intorno a questa lista, cioè a un “voto utile” contro il ritorno
del vendicativo Berlusconi spiazza anche il Pd che poteva farne di
nuovo la sua stessa solita rivendicazione in campagna elettorale. Ora
Bersani dovrebbe chiedere il “voto utile” sia contro Berlusconi
sia contro Monti. Con l’aggravante del sostegno senza se e senza
ma dato all’agenda del F.M.I. di Monti. Dovrebbe battere due
destre, in Italia, senza un programma alternativo? Con lo stesso
concetto e con i risultati ottenuti nel “mettere i conti a
posto” come il segretario del Pd Bersani e con lui molta parte
del gruppo dirigente CGIL continuano a ripetere o a pensare. Senza
nemmeno proporre di poter ritoccare le famigerate leggi sul disastro
della controriforma delle pensioni, della controriforma
dell’istruzione e del mercato del lavoro, del bilancio della
Repubblica italiana in mano alla BCE tedesca? Dopo averle accettate e
votate? Con un Napolitano che lo ammonisce chiedendo da mesi e da
garante che non si tocchi nulla all’impianto anti Stato,
antisociale (cioè contro il popolo sofferente) programmato per il
futuro e che anzi manca ancora la distruzione totale della sanità
pubblica, anche se già stata mangiata a pezzi? Anche se possono
voler dire anni e anni di disoccupazione e miseria, di ritorno a
condizioni di salute e di prospettiva di vita non più da primo
mondo, ma da terzo o quarto? Chi ristabilirà la democrazia nelle
fabbriche garantendo la libera rappresentanza di ogni componente
sindacale nel rispetto della Costituzione? Anzi chi ci garantirà la
forza egualitaria della Costituzione, quando sono tutti pronti a
modificarla e piegarla ai propri disegni politici, anche personali?
Qualcuno può ribadire che il lavoro non è una maledizione o
un’elargizione, ma un diritto oltre che una fondamentale dimensione
di realizzazione personale?
Programmi di
sgretolamento della Costituzione che Berlusconi ha già messo in
pratica da anni. Programmi che Monti, con l’aiuto di Napolitano, ha
fortemente rafforzato e accelerato in pochi mesi (ne vediamo tutti i
risultati), e che intende continuare, nessuno sa fino a dove,
aspettando la fase due. Alcuni politici no, il popolo sì lo ha
capito, con duro realismo. Per questo diventa terreno fecondo per
qualsiasi “populismo”. Quando si ha davanti nessuna speranza,
anzi una sadica continuità di misero futuro, o stupide promesse
ribadite e nemmeno rispettate da anni, come andare a votare con
proposte del genere? Cosa scegliere? Come all’Ilva di Taranto,
lavoro e morte insieme aspettando l’autoriforma del capitalismo?
Chi potrà rendere il
sistema politico più decente e presentabile, senza far cambiare
radicalmente di mano le leve del potere economico, delle decisioni
personalizzate e dell'assetto classista e profondamente ingiusto di
questa società? Ci hanno portati tutti alla conclusione e alla
convinzione che “non c’è alternativa”? Possibile che nessuno
ha proposte politiche serie e credibili per quel più di 50% di
cittadini, vera maggioranza elettorale silenziosa di questo paese,
che non va a votare?
Possibile che la sinistra
italiana continua a dividersi e a non accorparsi mai, lasciando il
campo libero alle destre grazie a un sistema elettorale che queste
ultime non avranno mai intenzione di cambiare? Per quanti anni o
legislature ancora?
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