giovedì 27 dicembre 2012

Elezioni, ovvero bisticci di destra

di Tonino D’Orazio

Finita la sbornia mediatica positiva delle primarie del Pd, con un momentaneo rialzo delle intenzioni di voto, si torna alla realtà politica del paese. Cioè al “nuovo” programma delle destre italiane, in una ipocrisia e una ablazione cerebrale che non ha precedenti nella storia.
Un Monti che propone di continuare il massacro sociale e la privatizzazione del sociale di tutto il paese, all’americana tra banche, fondazioni e assicurazioni, sulla falsa riga di aver “salvato” il paese. Di quale è tutto da scoprire dimostra l’Istat. Un Berlusconi che ha approvato tramite la sua maggioranza in parlamento tutta l’agenda Monti, ma che ora spudoratamente rinnega, o fa finta, come sua costante abitudine. Anzi riparte su una proposta populista di sicuro effetto: abolizione dell’Imu, dimenticando, come molti italiani, che l’aveva personalmente reintrodotta in un decreto poco prima di lasciare lo scellerato (così la pensano molti italiani poveri) compito a Monti. Altra proposta, per la quale è stato rieletto premier per ben tre legislature è quella della diminuzione delle tasse. Probabilmente, in tempi del genere, non c’è tre senza quattro, visto che ha aggiunto anche la diminuzione dell’Iva.
Una cordata di imprenditori e banchieri che si stringe intorno a Monti, sceso in campo politico perché da tecnico, fino ad adesso, aveva solo scherzato. Una chiesa cattolica che chiede quasi esplicitamente al suo apparato di sostenere Monti, temendo la minaccia diretta che Berlusconi ha fatto in caso di ritorno al governo, sulla sua mancata e simoniaca riconoscenza per i benefit ricevuti. Insomma la rinascita di un centro “cattolico”, una nuova Democrazia Cristiana, con l’inossidabile Casini, la Fiat in campo con l’ineffabile Montezemolo, un gruppetto di ministri milionari che hanno preso gusto alla poltrona, un Riccardi che traina tutta la cooperazione sociale e internazionale dei giovani cattolici di centro-destra, qualche fuoriuscita del Pdl (non a caso gli ex Dc di lungo corso), un po’ di banchieri per dire alla finanza anglo-sassone e tedesca che “non è finita” e qualche pezzo del Pd, anche giovane, pronto a scivolarvi, lasciando Bersani con il cerino in mano.
Una Lega disperata, tra l’incudine di dover vincere e il martello di doverlo fare con l’odiato Berlusconi degli ultimi mesi, anche se per diciotto anni è andato tutto bene.
Con davanti un Berlusconi che ricostruisce il suo marketing politico con tutti gli strumenti mediatici a sua disposizione. Cioè tutti quelli nazionali, televisioni di stato, televisioni personali e private, giornali, riviste, sondaggi pilotati. Lo vedremo tutti i giorni a reti unificate. Deve aver rimesso all’opera uno staff eccezionale visto che alcuni bookmaker inglesi scommettono di nuovo sulla sua rinnovata vittoria e la democratica stupidità degli italiani.
Bisogna riconosce che da buon burattinaio ha utilizzato tutti, tramite la sua maggioranza in parlamento, a spingere sia Monti, sia Napolitano che Alfano a sostituirlo momentaneamente per poter ritornare più forte di prima. Lo stesso Monti lo teme, visto che con il sostegno di Napolitano, che fa finta di non aver capito che quando si è in scadenza si conta poco e che il prossimo presidente tocca alla vera destra, cerca di riunificare i gruppi parlamentari che lo hanno sostenuto in una “lista per l’Italia”. Berlusconi dice che veramente è per la Germania e che lo spread era una immensa e paurosa falsità, allineandosi a quello che hanno sempre detto economisti di fama mondiale e premi Nobel. Con una verità due piccioni. Proprio nel suo stile: la verità può essere falsa e viceversa.
L’appello a unificarsi intorno a questa lista, cioè a un “voto utile” contro il ritorno del vendicativo Berlusconi spiazza anche il Pd che poteva farne di nuovo la sua stessa solita rivendicazione in campagna elettorale. Ora Bersani dovrebbe chiedere il “voto utile” sia contro Berlusconi sia contro Monti. Con l’aggravante del sostegno senza se e senza ma dato all’agenda del F.M.I. di Monti. Dovrebbe battere due destre, in Italia, senza un programma alternativo? Con lo stesso concetto e con i risultati ottenuti nel “mettere i conti a posto” come il segretario del Pd Bersani e con lui molta parte del gruppo dirigente CGIL continuano a ripetere o a pensare. Senza nemmeno proporre di poter ritoccare le famigerate leggi sul disastro della controriforma delle pensioni, della controriforma dell’istruzione e del mercato del lavoro, del bilancio della Repubblica italiana in mano alla BCE tedesca? Dopo averle accettate e votate? Con un Napolitano che lo ammonisce chiedendo da mesi e da garante che non si tocchi nulla all’impianto anti Stato, antisociale (cioè contro il popolo sofferente) programmato per il futuro e che anzi manca ancora la distruzione totale della sanità pubblica, anche se già stata mangiata a pezzi? Anche se possono voler dire anni e anni di disoccupazione e miseria, di ritorno a condizioni di salute e di prospettiva di vita non più da primo mondo, ma da terzo o quarto? Chi ristabilirà la democrazia nelle fabbriche garantendo la libera rappresentanza di ogni componente sindacale nel rispetto della Costituzione? Anzi chi ci garantirà la forza egualitaria della Costituzione, quando sono tutti pronti a modificarla e piegarla ai propri disegni politici, anche personali? Qualcuno può ribadire che il lavoro non è una maledizione o un’elargizione, ma un diritto oltre che una fondamentale dimensione di realizzazione personale?
Programmi di sgretolamento della Costituzione che Berlusconi ha già messo in pratica da anni. Programmi che Monti, con l’aiuto di Napolitano, ha fortemente rafforzato e accelerato in pochi mesi (ne vediamo tutti i risultati), e che intende continuare, nessuno sa fino a dove, aspettando la fase due. Alcuni politici no, il popolo sì lo ha capito, con duro realismo. Per questo diventa terreno fecondo per qualsiasi “populismo”. Quando si ha davanti nessuna speranza, anzi una sadica continuità di misero futuro, o stupide promesse ribadite e nemmeno rispettate da anni, come andare a votare con proposte del genere? Cosa scegliere? Come all’Ilva di Taranto, lavoro e morte insieme aspettando l’autoriforma del capitalismo?
Chi potrà rendere il sistema politico più decente e presentabile, senza far cambiare radicalmente di mano le leve del potere economico, delle decisioni personalizzate e dell'assetto classista e profondamente ingiusto di questa società? Ci hanno portati tutti alla conclusione e alla convinzione che “non c’è alternativa”? Possibile che nessuno ha proposte politiche serie e credibili per quel più di 50% di cittadini, vera maggioranza elettorale silenziosa di questo paese, che non va a votare?
Possibile che la sinistra italiana continua a dividersi e a non accorparsi mai, lasciando il campo libero alle destre grazie a un sistema elettorale che queste ultime non avranno mai intenzione di cambiare? Per quanti anni o legislature ancora?


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