Di Napoli non so molto e di De Magistris so qualcosa, avendo
seguito dapprima la sua carriera di magistrato e poi quella di politico, eppure
credo di sapere tutto quello che c’è da sapere riguardo a ciò che sta succedendo
in quella città. Mi fa soffrire l’incendio alla Città della Scienza e allo stesso tempo mi preoccupa. Mi fa
soffrire perché nella Città della Scienza andavano le scolaresche a
familiarizzare con la scienza e andavano persone comuni curiose, illudendosi di
respirare un’atmosfera di altri luoghi, di altri paesi, come quelli del Nord
Europa dove le buone intenzioni e la passione per un progetto si mescolano ad
un gusto estetico e a una cura dei particolari che danno freschezza agli
ambienti e un gran senso di pulizia. Mi preoccupa perché l’attentato alla Città
della Scienza è un attentato alla bellezza e al cambiamento ed è un’aggressione
al sindaco di Napoli, emblema di quel cambiamento.
I volti dell’orrido e della
prevaricazione con il loro manto nero di
violenza, bruttura e squallore sono venuti allo scoperto, non è inaspettata
questa reazione e forse dovremo aspettarci di peggio.
De Magistris è attaccato da più fronti, ricattato dalla
violenza criminale dei mandanti del rogo, ma ciò che è peggio reso bersaglio di
una subdola e scientifica delegittimazione della persona. Giggino o’ sindaco diventa l'immagine sgranata di Giggino o’ bluff, Giggino o’flop. Gli stanno appiccicando addosso
la maschera deforme di un Masaniello da commedia all’Italiana, rubandogli
l’anima e la credibilità. Metti qualche troll in rete e prendi qualche
giornalista compiacente e il gioco è
fatto: una persona che lotta per la sua città e per la politica diventa una
maschera sguaiata e ridicola, con la faccia da schiaffi dello spaccone
millantatore e bugiardo da bar di paese. Forse mi sbaglio, ma ho abbastanza
anni da ricordarmi le logiche che governano questo paese: le stragi, gli
attentati, la delegittimazione delle persone oneste servono solo a
salvaguardare il brutto, il torbido dove pescare, lo squallore dove rifulgere
con il danaro rubato e la fama conquistata gabellando un popolo distratto. Le
parole di personaggi infami e cialtroni:
“dovevano bruciarla prima”, mi sembrano una firma inequivocabile dei mandanti
di un gesto schifoso e infame. Spero che i napoletani sappiano da che parte
stare.
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