di Tonino D’Orazio
Un sollievo la fine di
questa campagna elettorale e del suo risultato. Risultato
straordinario e sussulto popolare al concetto Thatcheriano del NCA
(Non C’è Alternativa) che sembrava digerito anche dal nostro
totale quadro politico italiano. Invece qualcosa si è mosso,
qualcosa di “inconcepibile” solo qualche mese fa, ma solo per i
disattenti. Tutti stanati.
Inconcepibile per tutti,
Europa compresa. Eppure il secolare teatro della Commedia dell’Arte,
così apprezzato da averci dato anche il Nobel Dario Fo, era passato
in sordina, e la sua creatività relativizzata, non era matematica
finanziarizzata. Fino agli insulti istituzionali sia degli inglesi
(The Economist) che dei tedeschi (Addirittura il leader del
rivoluzionario SPD, capofila del socialismo europeo). Devono essere
saltati un po’ di nervi, oppure credono veramente che il “contagio
italiano” non sia solo biologico.
Eppure dal manifesto
degli Indignati di Hessel (morto la settimana scorsa); dai Piraten
tedeschi, dai greci di Syriza, dai francesi del Front Commun che
hanno portato alla presidenza il socialista mite Hollande ma non
hanno voluto partecipare al governo sapendo che sarebbe servito a
poco; alle piazze spagnole continuamente occupate dagli scioperi
generali; alla miseria e alla povertà che cresce (Eurostat in
“crescendo”); alla disoccupazione piano piano insostenibile;
insomma all’assenza di un futuro per giovani e vecchi (Germania
compresa), addirittura all’assenza di speranza, cosa ci si poteva
aspettare se democrazia si chiama democrazia e non mercato.
Se queste strutture
europee messe in piedi, o in gabbia (vedi fiscal compact),
dalle destre economiche e classiste del continente hanno definito
questo disastro sociale e perfino bancario casa comune di guerre
economiche e non Europa democratica dei popoli, prima o poi qualcuno
doveva pur dirlo o paventare che forse non andava bene. Forse lo ha
fatto proprio l’Italia, quella tartassata, quella corrotta (62°
posizione mondiale), quella dalla sua Costituzione sgretolata, quella
dalla sua economia svenduta a francesi, tedeschi e inglesi, quella
del “porcellum” di Scelba memoria voluto e sostenuto dagli ex-Pci
tra l’altro ancora pronti di nuovo a risollevare le sorti di
Berlusconi, quella del governo tecnocratico imposto da oligarchie
straniere, anglo-sassone e anche nostrane. Ci siamo sempre chiesto
fin dove poteva arrivare la “compressione” e lo strangolamento
del sociale.
E’ vero che iniziano
difficoltà di governo nel paese, però iniziano anche nuove speranze
di profondo cambiamento. Dal basso, dal popolo sovrano e per il
popolo. Diciamo che gli ideali di giustizia sociale pur sempre
presenti nella nostra cultura sembrano essere passati di mano, da una
litigiosa sinistra radicale scomparsa a un vaso nuovo, giovane, non
compromesso e sicuramente tenace. Speriamo.
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