giovedì 18 aprile 2013

Elezioni italiane: il dato vero è l'avanzo primario. Dimostra che l'Italia può uscire dall'Euro

Di quest'articolo di Forbes non ho trovato versioni italiane, quindi mi sono fatto due palle per tradurlo. Ho saltato la prima parte dove spiega i risultati delle elezioni.
Il seguito spiega uno dei motivi per cui all'italia conviene uscire dall'euro e perché l'articolista vorrebbe una vittoria 5S alle prossime elezioni. (G.R.)


da forbes.com

...Tutti sappiamo che cos’è il deficit pubblico: quando il governo spende più di quanto ricava con le tasse. Per cui deve indebitarsi per coprire quanto spende.
Ma esistono due tipi di deficit: complessivo e primario.
Quello complessivo include gli interessi che vanno pagati sui deficit accumulati nel passato. Il primario non include questi interessi.

Ora, se siamo indebitati fino al collo, un modo per affrontare la situazione è dichiarare bancarotta. Gli stati non possono farlo ma possono dichiarare default. E’ accaduto circa 800 volte nella storia moderna. Però, se ci troviamo con un deficit primario, il default non aiuta, perché bisogna comunque andare a cercare soldi in prestito, visto che il governo sta ancora spendendo più di quanto incassa.
E trovare finanziamenti quando hai appena lasciato i tuoi creditori a bocca asciutta è un po’ difficile. In questo caso il governo è costretto ad aumentare le tasse oppure ridurre drasticamente le spese: ma è proprio quell’austerity per evitare la quale abbiamo dichiarato default. Non ha molto senso.

Se invece ci troviamo in attivo primario ma deficit complessivo, possiamo liberarci dal deficit rifiutando di pagare il debito pregresso. Non c’è bisogno di alzare le tasse o ridurre la spesa, anzi, siccome non si pagano più gli interessi, si potrebbe anche abbassare le tasse ed aumentare la spesa. E questa è la posizione in cui teoricamente si trova l’Italia.
Il bilancio primario italiano si aggira su un avanzo del 3% nel 2012 e del 4% nel 2013.

L’unica ragione per cui l’Italia pratica l’austerity è il pagamento degli interessi sul debito passato. Altrimenti si potrebbe praticare uno stimolo fiscale per rimuovere gran parte della sofferenza economica.

C’è una grande differenza con Grecia, Spagna Irlanda etc., che semplicemente non hanno questo spazio di manovra. E metà degli elettori hanno votato contro l’euro, a favore del ritorno alla Lira.
Chi pensa che l’europa debba andare verso un’unione ancora più stretta si trova in momento spaventoso. Se l’Italia lascia l’euro la questione è chiusa. Metà degli elettori sembra volerlo e l’Italia può permetterselo senza andare in depressione. Anzi, l’economia avrebbe probabilmente un boom lasciando l’eurozona.

Se, come me, pensate che l’euro sia stata una pessima idea, questa situazione è interessante, non spaventosa.
Purtroppo non credo che possa accadere immediatamente. Non essendo uscita una chiara vittoria dalle elezioni, ben presto si tornerà a votare, nel qual caso sarò favorevole ad una vittoria di Grillo, anche se chi appoggia l’UE pregherà perché ciò non accada.


Traduzione italiana di Giuseppe Rossi

2 commenti:

  1. Nel periodo dal 1990 al 2012 l'Italia ha sofferto un deficit primario solo in due occasioni, 1990 e 2009; due anni si sono conclusi in pareggio primario, 1991 e 2010; 19 anni hanno realizzato un avanzo primario. Una performance che pochi paesi, austera Germania inclusa, possono vantare.
    Gli interessi sul debito(reali, cioè al netto dell'inflazione) che comportano il cronico deficit di bilancio hanno cominciato a pesare da quando il Paese, per finanziarsi, ha dovuto ricorrere ai mercati pagando tassi di mercato (divorzio Tesoro Bankitalia, 1981): un'operazione che ha comportato un'enorme redistribuzione del reddito a favore dei possessori di rendite.

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