venerdì 12 aprile 2013

La sostanza del Grillo

Che facciamo? C'è lo stallo, che si fa quando c'è uno stallo? Semplice si gioca un'altra partita. Non credo valga la pena di sprecare troppo parole: i grillini sono inaffidabili, anche se hanno ragione su molti punti, e su uno in particolare, l'irriformabilità di un sistema dove le varie componenti sono parti di un unica sostanza. 
Bersani biascica, non parla, allude, dice mezze frasi, lasciando il discorso in sospeso, esprime concetti generici e mai niente di specifico e di concreto. Perché Bersani è un così pessimo comunicatore? Perché la frase più graffiante che è stato in grado di dire è : “ ti conosco mascherina” riferendosi a Berlusconi? Colpa sicuramente di una forma mentis modellata dalle geometrie piatte della pianura padana e dalla nebbia appiccicosa che la avvolge, ma non solo. Persino un bambino saprebbe cantargliele ai berlusconiani, basterebbe evocare costantemente i Dell'Utri, i Mangano, i Previti, i soldi di provenienza dubbia, le leggi ad personam e infinite altre porcate e si potrebbero zittire per sempre, è solo una questione di modi e tempi nel pronunciare la battuta, ma i politici navigati queste cose dovrebbero conoscerle. Invece niente, mai niente, anzi addirittura spesso si fanno dare lezioni di morale dai pidiellini che di par loro non si fanno sfuggire un'occasione per suonargliele al Pd, fosse un Penati o qualche oscuro burocrate sorpreso con le mani in pasta. Perché tutto ciò? Semplice, perché cane non morde cane, o se preferite la metafora spinoziana, la sostanza ha mille attributi ma è sempre unitaria, ed è questa in poche parola l'essenza del pensiero grilliano, non si può fare accordi con un parte sapendo che tale parte non si può separare dal tutto. Il Pd non può fare opposizione al Pdl perché dovrebbe farla anche a se stesso e quindi non si può permettere di essere troppo incisivo nella sua azione, dovessero scoprirsi altarini e saltare puntelli fondamentali del sistema. Grillo ha ragione da vendere su questo, se non fosse che la politica è di per sé imperfetta e compromissoria, ed è per questo che la ragione anche se giusta come in questo caso, non funziona. 
Risolvere questo vecchio dilemma, è cosa difficile. Pare che la democrazia diretta l'abbiamo scoperta adesso, quando già Rousseau si è posto gli stessi nostri problemi duecento anni or sono, senza riuscire a venire fuori da un'aporia fondamentale, quello del non dover delegare le decisioni per non smentire il principio della “volontà generale”, senza poter evitare di doverlo fare in un contesto in cui le istituzioni risultano un elemento inaggirabile, per la necessità di un'azione rapida e l'impossibilità di mediare con ogni singola testa.

Vorrei avere un'idea più pratica per risolvere questo impasse, ma l'unica cosa che mi viene in mente è l'augurio che il Pd si scinda, nasca una sinistra in grado di governare e permetta a Grillo di fare un'opposizione seria. Augurio che presuppone una condizione ancora più utopistica della capacità dei grillini di governare.

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