dal blog di Beppe Grillo
Dialogo fra Dario Fo e Giuseppina Manin. Anticipazione del libro che
uscirà tra qualche settimana. “NIENTE COMICI E FROCI AL GOVERNO”.
Il giorno 2 aprile 2013 arriva al Tribunale di Palermo una
lettera di minaccia rivolta al PM Di Matteo tanto esplicita che la
Questura si preoccupa subito di raddoppiare la scorta e le difese a
protezione dei giudici del capoluogo di Sicilia cercando di bloccare i
mafiosi che, con quell’avvisata, vogliono mettere l’accento sulla crisi
politica e condizionarne gli esiti.
Ci risiamo con il clima di stragi o è soltanto una minaccia generica?
Ad ogni buon conto il 3 aprile 2013, su Il Fatto Quotidiano si può
leggere proprio in prima pagina il testo di un messaggio intimidatorio
spedito a firma di Cosa Nostra ai giudici antimafia di Palermo. L’avviso centrale inviato da un personaggio che si firma “un uomo d’onore della famiglia trapanese” è esattamente questo: “Niente comici e froci al governo”.
I commentatori più accorti dei comportamenti della criminalità mafiosa temono che si voglia ripristinare il clima del 1992
quando ebbe inizio una serie di stragi per tutta l’Italia da Roma a
Firenze fino a Milano. E soprattutto i criminali misero a segno il
massacro di Falcone e della sua scorta e qualche tempo appresso fecero
saltare in aria una macchina con un enorme carico di tritolo che uccise
Paolo Borsellino e gli uomini che lo accompagnavano.
Anche allora, quelle stragi ebbero inizio proprio durante il crollo della Prima Repubblica “sotto i colpi della crisi finanziaria, di Mani Pulite e della Lega Nord”.
Come oggi, la popolazione viveva in una situazione di vuoto di potere
che allarmò la criminalità organizzata di Cosa Nostra. Marco Travaglio
sottolinea che la malavita rischiava di perdere il controllo del sistema
e quindi reagì con inaudita violenza, “con un mix di stragi e
trattative che miravano a ‘destabilizzare per stabilizzare’ secondo
l’ormai risaputo sistema della strategia della tensione”.
GIUSEPPINA: Ma con chi ce l’ha Cosa Nostra quando minaccia “guai a voi se eleggete froci e comici al governo?”.
DARIO: Beh, il comico evidentemente è Grillo, non certo
Berlusconi, che ha un altro rapporto, ben diverso, con la criminalità
organizzata della Sicilia. Un rapporto molto più affettuoso grazie
all’intercessione dell’amico fondatore di Forza Italia, Marcello
Dell’Utri, che giustamente si può vantare per le sue relazioni davvero
pericolose con la mafia testimoniate da una condanna a 7 anni ribadita
nell’ultimo processo.
GIUSEPPINA: Ho capito, ma l’altro veto, diciamo così, contro gli
omosessuali a cui accenna la missiva minatoria a chi si rivolge? A
Vendola forse?
DARIO: Ma no, per carità! E’ un personaggio siciliano naturalmente, rappresentante del Partito Democratico, si chiama Rosario Crocetta,
che ha assunto il ruolo di Presidente della Regione Sicilia e che,
oltretutto, in compagnia e grazie alle sollecitazioni dei consiglieri
eletti fra i Cinque Stelle sta ottenendo un successo mai raggiunto da
nessun altra amministrazione nella storia d’Italia.
GIUSEPPINA: Evidentemente quel successo è qualcosa che irrita
terribilmente Cosa Nostra, soprattutto perché è di esempio nefasto verso
la popolazione, che così può rendersi conto che anche in una regione
manovrata dalla criminalità più potente d’Europa, se si posseggono le
volontà e gli adeguati progetti si può addirittura gestire la vita di
un’isola così vasta e difficile.
DARIO: Sì sì, certo è straordinario che il successo elettorale dei
grillini abbia addirittura mosso l’attenzione della mafia. A parte il
segnale deleterio di fondo che esprime: con un po’ di cinismo questa
attenzione si può anche leggere come una manifestazione di stima.
GIUSEPPINA: Già, lo stesso compiacimento che sicuramente prova un
agnello vedendosi ammirato da un branco di lupi che lo osservano con la
bava alla bocca... Nonostante tutto quello che è successo, continuano a
considerarlo un despota.
DARIO: Beh, speriamo che Beppe non si monti la testa. D’altra parte ad
attenzioni del genere lui c’è abbastanza abituato. Basta leggere i
commenti di quasi tutti i giornali della penisola ogni volta che esprime
un giudizio o dichiara il proprio programma.
GIUSEPPINA: E’ vero, il complimento più comune è sempre quello di essere un despota, un tiranno, il capo supremo di una confraternita di semplici che della politica sanno solo per sentito dire.
DARIO: Poi, soprattutto ci sono i maître à penser che tracciano elogi
davvero magniloquenti sull’intelligenza e sulla cultura dei due
associati Casaleggio e Grillo da produrre subito un attacco di
dissenteria spernacchiosa aritmica.
GIUSEPPINA: Dobbiamo però ammettere che Grillo ha fatto l’impossibile
per far levitare un interesse addirittura morboso verso il suo
personaggio e il movimento tutto. Quel rifiutare la presenza delle
televisioni nazionali durante i suoi comizi, il nascondersi durante le
visite delle troupe della RAI e di Mediaset, il negare la partecipazione
ai talk show ai suoi seguaci e, soprattutto, gli insulti elargiti in
una smoderata sequenza alla volta di giornalisti, uomini politici,
commentatori e opinionisti vari di gran fama...
DARIO: Adesso poi che anche la mafia si interessa a lui, chi può più
arrestare la sua popolarità? Sarebbe esaltante vederlo protetto da
truppe armate dello Stato arrivare sistemato dentro un carro armato dal
quale spunta solo la sua testa coperta da un casco guerresco.
GIUSEPPINA: Ci manca solo che il Papa in persona da San Pietro mandi un saluto affettuoso al caro fratello Beppe il genovese.
DARIO: No, meglio ancora, sarebbe di maggior valore se Papa Francesco lo paragonasse al Santo di Assisi dicendo: “Non
io son degno di portare quel nome, ma Beppe, solo lui, il nostro
giullare più amato. Anzi, mi rivolgo a voi miei fedeli per indicarvelo
come l’unico degno di salire al Colle del Quirinale per assumere
l’incarico di Presidente della Repubblica del nostro paese!”
GIUSEPPINA: Beh mi pare che qui si stia un po’ esagerando...
DARIO: E allora eleggiamolo almeno Presidente del Consiglio, è il minimo che possiamo accettare.
A proposito di mafia: fra tutti i giornali usciti in Italia in questi giorni le minacce di morte ai giudici, agli omosessuali nonché ai comici – leggi Grillo – sono state riportate solo da tre giornali:
il Fatto Quotidiano, il Corriere e La Repubblica in testa. Per quanto
riguarda invece i telegiornali ben pochi hanno dato la notizia e sempre
accennandola a malapena. Siamo arrivati proprio alla barbarie
informativa più smaccata.
Infatti nessun’autorità di Stato e di governo pronuncia un monosillabo per dare solidarietà e sostegno ai magistrati nel mirino, “non parliamo ai froci e ai comici”. Come commenta giustamente Travaglio: “Immaginate
se la lettera [mafiosa] dicesse ‘non vogliamo al governo il PD’ o
‘Monti’ o ‘Berlusconi’, sarebbe il titolo di apertura di tutti i
giornali e tg”. Ma nel nostro caso la regola è il silenzio.
GIUSEPPINA: In compenso quasi tutti i giornali hanno riportato la
notizia che il PG della Cassazione Gianfranco Ciani ha appena promosso un’azione disciplinare contro Di Matteo - proprio il giudice che ha ricevuto la minaccia di morte da Cosa Nostra - e la Ministra della Giustizia Paola Severino
ha inviato al Procuratore Generale un elogio per l’azione prodotta, per
altre ragioni ma legate all’insabbiamento della trattativa Stato-mafia.
DARIO: Ad ogni modo fa impressione il tempismo con cui ci si getta
contro personaggi caduti sotto le attenzioni della mafia. Ha quasi il
sapore di un biglietto di condoglianze in anticipo. Se succedesse il disastro se la caverebbero tutti a tempo debito con una bella corona di fiori di Stato e Amen.
venerdì 5 aprile 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il racconto truccato del conflitto previdenziale
di Matteo Bortolon da Il Manifesto Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...
-
di Domenico D'Amico Repetita iuvant , ho pensato di fronte al libro di Michel Floquet ( Triste America , Neri Pozza 2016, pagg. 2...
-
di Franco Cilli Hanno ucciso il mio paese. Quando percorro la riviera adriatica in macchina o col treno posso vedere chiarament...
Nessun commento:
Posta un commento