di Paolo Mossetti da ComeDonChisciotte via Libernazione
Sbaglia, a mio avviso, chi dice che questo governo di compromesso è nato
senza tener conto degli elettori. Ovvero del ‘pubblico da casa’.
La scelta dei ministri, di destra e di sinistra, o per meglio dire di
destra mafiosa e di centro liberista, segue ancora una volta il ruffiano
modello del cinema di Hollywood. La formula è semplice: mettere più’
donne nei ruoli ‘da maschio’, mettere uno ‘di colore’ nel ruolo del
‘buddy’, metteterci un’atleta, magari, una ‘superpartes’ – come la
Bonino -, e il ‘pubblico’ non smetterà di protestare, ma forse
protesterà di meno.
Avessero messo ai loro posti chi davvero da
gli ordini, a quegli attori là, il ‘pubblico’ avrebbe reagito con
maggior (e più’ stupida) indignazione.
Lo chiamano Soft Power.
E’ una lezione già messa in pratica, con successo, dai ‘conservatori
compassionevoli’ negli USA e in Inghilterra: controbilanciare una
politica de facto spietatamente classista con operazioni di restauro e
rinnovo per imbonire gli stolti.
Bloomberg parla di diritti civili per le minoranze, di divieti di fumo,
di riduzione delle porzioni nei fast food. La militarizzazione fino al
midollo della città, la riduzione degli spazi di sperimentazione e
‘informalità’ e il soprattutto il suo impero personale da 25 miliardi di
dollari vengono messi in secondo piano dalla magica fabbrica dei
manipolatori professionali. Cameron si fa fotografare mentre stringe la
mano al povero invalido e prende la metro come tutti i comuni mortali, e
i nostri giornalisti più conformisti – e dunque, ‘spendibili’
- abboccano e ‘retweettano’. E potremmo citare anche i casi emblematici
della Clinton e di Obama, ma non è qui il tempo né lo spazio.
Nel nostro caso – di cui ci importa relativamente poco in verità, avendo
già chiara la necessità di una politica di nuova autonomia e radicale
opposizione – al potere avremo i tecnici di Aspen e delle lobby
lettiane. Berlusconi non sbaglia un colpo ormai da mesi. Il PDL nei
sondaggi è il primo partito. C’è la prospettiva di ritrovarci in una
dimensione grottesca a cavallo tra i Settanta italiani e i fine Ottanta
Inglesi – prima l’austerity, poi un governo conservatore, infine
l’opposizione – o la sua pantomima – nelle mani di un liberista
carismatico -Renzi come controfigura di Blair. Eppure – quando ci
scommettiamo? – sul Venerdì di Repubblica si parlerà dei figli della
Idem e dell’infanzia del ‘primo ministro nero’.
Distrarre e tranquillizzare. Sono bravissimi, come sempre.
domenica 28 aprile 2013
Il Soft Power che terrà buoni i progressisti
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