Mi trovo in piena sintonia con Travaglio in merito al giudizio sulla Bonino. Ritengo che sia una di quelle persone la cui integrità morale e la cui dedizione alla causa non sia dissimile dallo zelo dei colonizzatori inglesi che massacravano i popoli ritenuti barbari autoconvincendosi di agire per il bene del progresso dell'umanità
di Marco Travaglio da notizie888.it
Quando ho scritto “Si fa presto a dire Bonino”, la sapevo apprezzata
da molti italiani per le caratteristiche che illustravo nelle prime
righe: donna, competente, onesta, impegnata per i diritti civili, umani e
politici in tutto il mondo. Non la sospettavo, però, circondata di
persone adoranti che la guardano con gli occhi che dovevano avere i
pastorelli di Fatima davanti alla Madonna. A questi innamorati che non
sentono ragioni, anzi preferiscono non conoscere o non ricordare le zone
d’ombra (solo politiche, lo ripeto) della sua lunghissima carriera
politica, non so che dire: al cuore non si comanda. Rispondo invece alle
cortesi obiezioni del segretario radicale Mario Staderini, il quale –
diversamente da me – la ritiene il presidente della Repubblica ideale.
E, per nobilitarla e dipingerla come antropoligicamente estranea al
berlusconismo, cita alcuni suoi imbarazzanti avversari (Ferrara,
Gasparri, Libero ). Potrei rispondere che invece Mara Carfagna la vuole al Quirinale, ma preferisco concentrarmi sulla biografia della Bonino. Chi
auspica un Presidente estraneo alla casta, tipo Zagrebelsky, Settis,
Gabanelli, Caselli, Guariniello, Strada e altri, non può certo sostenere
la Bonino, 8 volte parlamentare italiana e 3 volte europea. I suoi
amici la raffigurano come un’outsider estranea all’establishment. Che
però non è d’accordo: altrimenti la Bonino non sarebbe stata invitata a
una riunione del gruppo Bilderberg, o almeno non ci sarebbe andata.
Sulla sua vicinanza, “fra alti e bassi”, al Polo berlusconiano dal 1994
(quando fu eletta con Forza Italia fino al ’96, senza dire una parola
contro le prime violenze alla Giustizia e alla Costituzione) al 2006, ci
sono tonnellate di articoli di giornale, lanci di agenzia,
esternazioni, vertici, incontri, tavoli, inseguimenti, corteggiamenti,
ammuine. Il tutto mentre il Caimano ne combinava di tutti i colori, nel
silenzio-assenso della Bonino (che ancora nel 2004 veniva proposta da
Pannella per un posto di ministro; e nel 2005 dichiarava: “Con
Berlusconi abbiamo iniziato un lavoro molto serio… apprezziamo ciò che
sta facendo come premier, ma la posizione degli alleati è nota”: insomma
cercava disperatamente l’alleanza con lui, che alla fine la scaricò per
non inimicarsi “gli alleati” e il Vaticano). Poi la Emma passò armi e
bagagli col centrosinistra e cambiò musica. Un po’ tardi, a mio modesto
avviso. Ma neppure in seguito, sulle questioni cruciali del
berlusconismo (leggi vergogna, rapporti con la mafia, corruzioni,
attacchi ai magistrati e alla Costituzione, conflitti d’interessi,
editti bulgari e postbulgari), risulta un solo monosillabo della Bonino.
Forse perchè, pur con motivi molto diversi, sulla giustizia B&B
hanno sempre convenuto: separazione delle carriere, abolizione
dell’azione penale obbligatoria (altro che difesa della “Costituzione
più bella del mondo”, caro Staderini), per non parlare dell’idea
intimidatoria e pericolosa della responsabilità civile dei magistrati
che non esiste in nessun’altra democrazia. La corrispondenza di amorosi
sensi con B. si estende al No radicale all’arresto di Cosentino perchè
“siamo contro l’immunità parlamentare, però esiste”. Al fastidio per i
sindacati, definiti in blocco “barbari, oscurantisti e retrogradi” (Ansa,
22-1-2000). E alla lettura dell’inchiesta Mani Pulite come operazione
politica filocomunista: per la Bonino le tangenti di Craxi furono solo
“errori” e occorre “una rivisitazione seria di cosa è successo dal ’90
in poi: la mia analisi è che indubbiamente, soprattutto nel ’92, si è
cercato di risolvere alcuni problemi politici per vie giudiziarie, un
po’ orientate perchè poi se n’è salvato uno solo di partito” (Ansa,
19.11.99). Per non parlare dello scandalo delle frequenze negate per
dieci anni a Europa7 per non disturbare Rete4 che le occupava
abusivamente.
Da Il Fatto Quotidiano del 10/04/2013.
mercoledì 10 aprile 2013
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