mercoledì 10 aprile 2013

Ricostruzione: Barnard bacchetta Barca, non può ricostruire con l'euro. Insulta l'Aquila.

di Paolo Barnard da Abruzzoweb

Il ministro Fabrizio Barca ha dimostrato per l’ennesima volta ai cittadini dell’Aquila la genialità dell’intuizione dell’intellettuale americano Edward Herman, quando definì la nostra epoca storica come quella dove i Poteri hanno “reso plausibile l’inimmaginabile”.
Abbiamo un ministro integrato nel primo governo economicida della storia repubblicana che si presenta nella vostra città, al cospetto della giornata della memoria e del dolore, per dire cose che ci tengo a definire oscene.
Barca ha insultato non solo le 309 vittime del terremoto, ma ha anche preso per i fondelli i vostri concittadini.
Il ministro apre una parte cruciale dell’intervista ad AbruzzoWeb con queste parole: “Contemporaneamente fare un’operazione keynesiana di apertura di cantieri... Le pare che sia un problema per un governo intelligente?”.
Primo, il governo che Barca ha diligentemente servito non è un governo, ma una tecnocrazia democraticamente illegittima insediata dalla Troika europea che nessun italiano ha mai votato.
Secondo, si tratta di un governo che ha ampiamente dimostrato, attraverso tagli selvaggi a tutto ciò che è servizio pubblico e con una tassazione grottesca, di perseguire il disegno Eurocratico di distruzione delle economie del Sud Europa per il vantaggio esclusivo dei poteri Neomercantili tedeschi e della speculazione finanziaria.
Terzo, Barca sa perfettamente che nel contesto sopraccitato la sola menzione di una spesa di Stato di stampo keynesiana è nientemeno che blasfemia, per cui non sarà mai neppure presa in considerazione.
Ma il ministro insiste: “Lo Stato può fare quello che vuole, se no non è uno Stato”. Mi prendo la personale responsabilità di affermare che qui Barca pecca di crassa incompetenza, o più probabilmente di totale malafede.
Il costrutto dell’Eurozona è precisamente sinonimo di totale perdita di ogni sovranità statale, da quella monetaria (Trattato di Maastricht), a quella parlamentare (Trattato di Lisbona) a quella democratica (si veda l’insediamento di Mario Monti).
Barca, se ha letto i Trattati sovranazionali e vincolanti impostici dall’Eurozona, sa benissimo che il Fiscal Compact, da noi ratificato, obbliga Roma a sottoporre alla Commissione Europea ogni singola voce di spesa per approvazione, mancante la quale il nostro governo non può spendere neppure per i cancellini delle lavagne delle scuole.
Infine, un altro Trattato vincolante già approvato, l’Europact, sottopone le decisioni di spesa nazionale a procedure di infrazione da parte di un qualsiasi membro del Parlamento Europeo o della Commissione, o anche al veto di una singola nazione dell’Eurozona.
Ancora Barca ad AbruzzoWeb, dopo la domanda del cronista che chiedeva se l’Italia necessitasse di una moneta sovrana per intervenire efficacemente a favore dell’Aquila: “La moneta è sovrana. È l’Euro”, chiosa il ministro, volendo sottolineare le sue precedenti affermazioni sulla possibilità che questo governo possa facilmente ricostruire la vostra città.
L’Euro non è affatto sovrano per l’Italia, che non lo può emettere, e che lo deve sempre prendere in prestito dai mercati di capitali privati, dovendo poi tassare pesantemente gli italiani per recuperare ogni centesimo speso per loro da restituire ai tali creditori privati.
Impossibile per Roma sborsare fondi per l’Aquila denominati in euro. Semplicemente, anche se accadesse (fantasia), essi sarebbero poi ri-sottratti a voi cittadini attraverso un prelievo fiscale grottesco.
Il ministro inopportunamente conclude: “Su un’operazione come questa io scommetto la faccia, e dimostro al resto del mondo che certo che risistemo la mia Aquila”.
Caro Barca, lei la faccia l’ha già persa in uno show dove, a fronte di migliaia di aquilani provati da anni di dolore, lei ha saputo falsificare la realtà con inesattezze, ignoranza, e cinismo menzognero.

1 commento:

  1. Boh! Mi sono andato ad ascoltare l'intervista perché non potevo credere che Barca avesse effettivamente affermato quanto riportava Barnard. Ha detto proprio così!
    Allora: o il ministro ha un progetto politico per cui è determinato a rovesciare come un calzino i rapporti di vincolo con l'Europa; oppure non sa quel che si dice; o lo sa ed è in malafede.
    Ascoltando la sparata sull'euro come moneta sovrana, direi la terza.

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