Caro Nando, sono in larga
parte d'accordo con certe affermazioni di Giannuli: "i
gruppi dirigenti della Brigata Kalimera non capiscono assolutamente
nulla di economia monetaria e, più in generale, di economia".
Giusto, ho espresso lo stesso concetto nostra "amabile
conversazione" più o meno con parole simili. Non capisco
francamente altre affermazioni: "Per un dirigente
ancora più autorevole, la Bce dovrebbe essere “prestatore di
ultima istanza”, esattamente come lo era lo Stato nei confronti
delle banche e dei soggetti di diritto privato in difficoltà.
Peccato che questa volta siano gli stati ad aver bisogno di quel
prestatore che è un soggetto di diritto privato.(Boh!)".
Per quel poco che mastico di economia l'autorevole esponente ha detto
una cosa banale e scontata: occorre una Banca centrale che stampi
moneta e sia prestatore di ultima istanza, cosa su cui mi pare tutti
siano d'accordo, forse Giannuli si riferisce al fatto che una banca
siffatta secondo lui non può avere al momento attuale una dimensione sovranazionale. Ad ogni modo l'impianto generale nel suo richiamo alla realtà è uno stimolo direi quasi necessario a un dibattito proficuo sui temi dell'Europa e dell'economia.
Riguardo alle alleanze Giannuli si sbaglia, nessuno potrà o vorrà
allearsi col Pd, sarebbe un suicidio oltre che una contraddizione
palese rispetto a quello che si va dicendo sulla necessità di una
forza autonoma alla sinistra del Pd. Il problema è capire a cosa
potrebbe servire una tale forza, se vale la premessa dell'ignoranza
delle classi dirigenti.
Riguardo a Tsipras come
ho già detto innumerevoli volte, rispetto la sua decisione, anche mi
sono augurato nel più profondo del cuore che l'accordo con la Troika fallisse. Se
Tsipras ha detto che non aveva scelta non posso che pensare che abbia
agito in buona fede, sebbene costretto sotto il peso di un ricatto di cui non siamo in grado di comprendere appieno la valenza.
Ovviamente quello che è successo in Grecia ci
pone un problema per il quale né Giannuli né altri come lui sono in grado
di indicare una soluzione, poichè se è comprensibile e chiaro il
discorso dell'uscita dall'euro e la riconquista della sovranità
nazionale, non lo è altrettanto la strategia per riuscirci.
Diciamolo, a un surplus di conoscenza non corrisponde un surplus di
capacità di decisione pratica. I testi di Bagnai ad esempio sono
illuminanti riguardo alla condizione generale di ignoranza dei principi dell'economia più basilari, ma non
rispetto alle soluzioni ai problemi che essa pone.
Una cosa voglio
dirla: sono arrivato ad un punto della mia maturazione politica che mi vede costretto a operare una cesura netta rispetto alle
politiche "altroeuropeiste" fin qui adottate, almeno fintanto
che non si chiariranno in modo inequivocabile le (non) posizioni sull'euro e sugli
aspetti costitutivi questa Europa. Le argomentazioni fin qui adottate
si richiamano a una tradizione idealistica, questa si novecentesca,
che si esprime per categorie, ignorando gli aspetti analitici delle
varie questioni e contraddicendo nettamente le premesse "materialistiche" di ogni enunciato, con il risultato di piegare la realtà alle proprie
visioni. Non si può continuare a parlare di Europa eludendo
totalmente l'economia e sperando che la forza dei concetti (l'Europa
come contenitore irrinunciabile, vista la sua dimensione, per la
soluzione dei conflitti sociali), supplisca alle carenze di analisi.
In tutta sincerità mi sento sollevato dall'essermi liberato da certa fuffa negriandeleuziana, il problema però è che se mi metto in camino non so dove andare.
A presto.
p.s. mi scuso con gli innumerevoli lettori del mio blog per la formattazione del testo (il mio amico Nando ha idee originali in merito), ma non ho avuto nè la pazienza nè la voglia di correggerla
da Ubu re
Caro Franco, dopo la devastazione della tua foresta privata, (a cui ho
partecipato con il nobile intento, c'è da dire, di poter con comodo
osservare la Maiella) e successiva amabile discussione e quindi
conseguente e stringente post, avrei voluto risponderti personalmente.
Ma l'implacabile afa e soprattutto l'implacabile tablet che utilizzo
malamente, mi hanno costretto a chiedere l'ausilio di Aldo. A presto.
Written by Aldo Giannuli. Posted in Galassia Sinistra, Le analisi, Politica interna
Sel, Rifondazione e l’area dei loro militanti più fedeli hanno
ingaggiato una battaglia furibonda per difendere Tsipras, anche più di
quanto non facciamo i recenti fuoriusciti del Pd, che osservano una
linea più sobria. Gli argomenti sono più o meno questi, variamente
declinati e mescolati…
-non c’era altro da fare (ma allora perché sbrodolarsela per 5 mesi e non chiudere subito, prima di svuotare le banche?)
-l’accordo finale è migliore del precedente (Ah si?! E in cosa?)
-così la Grecia ha ottenuto la riduzione del debito (veramente non l’ha
ancora ottenuta, non sappiamo se lo sarà, in che misura ed a che costo)
-chi ha perso la faccia è la Merkel (si ma solo perché ad uscirne bene è Schauble)
-Tsipras ci ha insegnato cosa significa lottare (veramente ci ha
insegnato come prenderle di santa ragione, dopo una manfrina di cinque
mesi)
-A criticare Tsipras sono solo i trotskijsti, anarchici, ml e falsi
comunisti (quindi anche 40 deputati, la maggioranza del Comitato
centrale di Siryza e Vanoufakis sono trotzkijsti, anarchici ecc?).
Potremmo proseguire ma mi pare che basti.
Ma perché la Brigata Kalimera si imbarca in una impresa così disperata e
perdente? Anche perché un elettore potrebbe chiedersi: “Ma se anche tu,
in circostanze analoghe, faresti la stessa politica di austerity, anche
solo perché costretto, perché mai dovrei votarti? Mi tengo il Pd”.
Io distinguerei fra i gruppi dirigenti ed i militanti. Per quanto
riguarda i secondi il discorso è presto fatto: l’eredità del comunismo
da caserma, per cui il gruppo dirigente va sempre difeso, con fede e
senza riguardo per la ragione. La critica per loro è un’oziosa perdita
di tempo, loro “credono”, non ragionano e sfidano impavidi il ridicolo. E
poi ci sono le ragioni sentimentali: a questi militanti della sinistra,
romanticamente, piace perdere, li fa sentire migliori, sfortunati ma
migliori. Loro vogliono perdere ed è giusto accontentarli. E’ bene che
questa sinistra perda sempre e chiudiamola qui.
Più complesso è il caso dei gruppi dirigenti, che sono di assoluto
cinismo ed ai quali di Tsipras e del popolo greco non potrebbe
interessare di meno. Però, loro hanno fatto un investimento di immagine:
solo 14 mesi fa erano presenti alle elezioni come “lista Tsipras” e
con quel “brand” sono riusciti a superare per il rotto della cuffia lo
sbarramento del 4%. Poi la cosa, come era prevedibile e previsto, si è
sfasciata due giorni dopo, fra accordi non rispettati, seggi contesi e
slealtà varie, però questo non toglie che, per ragioni di marketing, non
si può criticare quello che è stato il marchio di impresa. Anche
perché, solo qualche giorno prima in occasione del referendum, l’icona
di santo Alexis era stata innalzata più luminosa che mai, senza far caso
alle ambiguità e giravolte dei giorni precedenti, che facevano
presagire che uso si sarebbe fatto della vittoria del no.
In secondo luogo, il soggetto “nuovo” che sta per nascere sotto l’egida
di Sel, al di là dei roboanti proclami anti renziani, già pensa di
entrare nella lista del Pd, come imposto dall’Italicum (o di coalizzarsi
con il Pd se dovesse tornare il premio di coalizione) e non possono
presentarsi con trascorsi da estremisti che non danno affidamento.
Perché, questo è il cuore della questione, loro farebbero ancora una
volta come hanno fatto con il Governo Prodi, piegandosi a votare le cose
più indecenti come le missioni militari all’estero sotto comando
militare americano, espellendo chi non era d’accordo. Fu così che
raggiunsero l’obiettivo di perdere 3 elettori su 4 e restare fuori del
Parlamento. Una sconfitta presto rimossa ed a cui non ha fatto seguito
alcuna riflessione critica. Per cui è evidente che oggi farebbero la
stessa cosa di Tsipras, perché non hanno gli strumenti culturali per
immaginare nulla di diverso.
Questo ci porta ad un altro aspetto drammatico della questione: i gruppi
dirigenti della Brigata Kalimera non capiscono assolutamente nulla di
economia monetaria e, più in generale, di economia. Secondo un suo
autorevole esponente il cambio 1 a 1 fra marco orientale e marco
occidentale, fu un atto di generosità di Khol. Peccato che, con l’arrivo
dell’Euro, poi quell’atto di generosità si sia spalmato su tutti gli
altri paesi, per cui la Germania si è pagata la riunificazione –evitando
l’equivalente di una “questione meridionale”- con il contributo del
resto d’Europa. Khol è stato generoso, ma con i soldi degli altri.
Secondo un altro illustre esponente della summentovata Brigata, “bisogna
emettere liquidità evitando l’inflazione”. Si può provare con una
novena alla Madonna di Lourdes. "
L’autorevole personaggio, che mette nelle mani di Francoforte le
speranze di una Europa federale, evidentemente ignora come è fatto il
board della Bce e come sono fatti i board delle banche nazionali che lo
compongono.
Non chiedetemi i nomi: sono quasi tutti miei amici personali ed, allora,
diciamo il peccato e non il peccatore. E il peccato grosso è che questi
signori non leggono un accidenti, non sanno niente e non gli importa
nulla di sapere qualcosa. Il loro “pensiero” politico si forma fra un
articolo di Repubblica, una chiacchierata nella terrazza romana della
signora Fulvia, un incontro alla bouvette di Montecitorio con un
giornalista “bene informato” e, quando va bene, qualche veloce
consultazione di Wikipedia. Mai la lettura di un libro, un seminario di
studio, un convegno. Da tempo immemorabile non compare una rivista
teorica, non si fa una iniziativa di formazione, non si discute un
documento politico di respiro, non si verifica un dibattito di qualche
dignità. Il risultato è un certo politico di cialtroncelli, che non
sanno nulla e non pensano nulla, ma hanno solo il problema di vivere
della rendita di qualche incarico istituzionale. E non sarebbe meglio
che una cosa del genere sparisse definitivamente?
Prevengo una obiezione che già immagino mi verrà fatta: “Ma allora i
5stelle sono più bravi? Perché non dici niente di loro?” E, infatti,
sono convinto che il M5s stia procedendo troppo lentamente nel processo
di maturazione e stia facendo sciocchezze come la proposta del reddito
di cittadinanza (solenne fesseria, peraltro condivisa da Sel, da Landini
e, suppongo, anche da Rifondazione). Anche questo è il frutto di questo
modo impressionistico e facilone di far politica e sono convinto che se
il M5s non si dà una mossa, iniziando a fare più sul serio, non ha un
grande futuro davanti a se. Non si può vivere sempre di rendita delle
brutture che fanno i governi in carica.
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