lunedì 3 agosto 2015

Sel, Rifondazione e le chimere (si spera) estive

Caro Nando, sono in larga parte d'accordo con certe affermazioni di Giannuli: "i gruppi dirigenti della Brigata Kalimera non capiscono assolutamente nulla di economia monetaria e, più in generale, di economia". Giusto, ho espresso lo stesso concetto nostra "amabile conversazione" più o meno con parole simili. Non capisco francamente altre affermazioni: "Per un dirigente ancora più autorevole, la Bce dovrebbe essere “prestatore di ultima istanza”, esattamente come lo era lo Stato nei confronti delle banche e dei soggetti di diritto privato in difficoltà. Peccato che questa volta siano gli stati ad aver bisogno di quel prestatore che è un soggetto di diritto privato.(Boh!)". Per quel poco che mastico di economia l'autorevole esponente ha detto una cosa banale e scontata: occorre una Banca centrale che stampi moneta e sia prestatore di ultima istanza, cosa su cui mi pare tutti siano d'accordo, forse Giannuli si riferisce al fatto che una banca siffatta secondo lui non può avere al momento attuale una dimensione sovranazionale. Ad ogni modo l'impianto generale nel suo richiamo alla realtà è uno stimolo direi quasi necessario a un dibattito proficuo sui temi dell'Europa e dell'economia.
Riguardo alle alleanze Giannuli si sbaglia, nessuno potrà o vorrà allearsi col Pd, sarebbe un suicidio oltre che una contraddizione palese rispetto a quello che si va dicendo sulla necessità di una forza autonoma alla sinistra del Pd. Il problema è capire a cosa potrebbe servire una tale forza, se vale la premessa dell'ignoranza delle classi dirigenti.
Riguardo a Tsipras come ho già detto innumerevoli volte, rispetto la sua decisione, anche mi sono augurato nel più profondo del cuore che l'accordo con la Troika fallisse. Se Tsipras ha detto che non aveva scelta non posso che pensare che abbia agito in buona fede, sebbene costretto sotto il peso di un ricatto di cui non siamo in grado di comprendere appieno la valenza. 
Ovviamente quello che è successo in Grecia ci pone un problema per il quale né Giannuli né altri come lui sono in grado di indicare una soluzione, poichè se è comprensibile e chiaro il discorso dell'uscita dall'euro e la riconquista della sovranità nazionale, non lo è altrettanto la strategia per riuscirci. Diciamolo, a un surplus di conoscenza non corrisponde un surplus di capacità di decisione pratica. I testi di Bagnai ad esempio sono illuminanti riguardo alla condizione generale di ignoranza  dei  principi dell'economia più basilari, ma non rispetto alle soluzioni ai problemi che essa pone. 
Una cosa voglio dirla: sono arrivato ad un punto della mia maturazione politica che mi vede costretto a operare una cesura netta rispetto alle politiche "altroeuropeiste" fin qui adottate, almeno fintanto che non si chiariranno in modo inequivocabile le (non) posizioni sull'euro e sugli aspetti costitutivi questa Europa. Le argomentazioni fin qui adottate si richiamano a una tradizione idealistica, questa si novecentesca, che si esprime per categorie, ignorando gli aspetti analitici delle varie questioni e contraddicendo nettamente le premesse "materialistiche" di ogni enunciato, con il risultato di piegare la realtà alle proprie visioni. Non si può continuare a parlare di Europa eludendo totalmente l'economia e sperando che la forza dei concetti (l'Europa come contenitore irrinunciabile, vista la sua dimensione, per la soluzione dei conflitti sociali), supplisca alle carenze di analisi. 
In tutta sincerità mi sento sollevato dall'essermi liberato da certa fuffa negriandeleuziana, il problema però è che se mi metto in camino non so dove andare. 
A presto.

p.s. mi scuso con gli innumerevoli lettori del mio blog per la formattazione del testo (il mio amico Nando ha idee originali in merito), ma non ho avuto nè la pazienza nè la voglia di correggerla

da Ubu re

Caro Franco, dopo la devastazione della tua foresta privata, (a cui ho partecipato con il nobile intento, c'è da dire, di poter con comodo osservare la Maiella) e  successiva amabile discussione e quindi conseguente e stringente post, avrei voluto risponderti personalmente. Ma l'implacabile afa e soprattutto l'implacabile tablet che utilizzo malamente, mi hanno costretto a chiedere l'ausilio di Aldo. A presto.





Perché Sel-Rifondazione e & c. se la prendono così calda per difendere Tsipras?
Written by Aldo Giannuli. Posted in Galassia Sinistra, Le analisi, Politica interna

Sel, Rifondazione e l’area dei loro militanti più fedeli hanno ingaggiato una battaglia furibonda per difendere Tsipras, anche più di quanto non facciamo i recenti fuoriusciti del Pd, che osservano una linea più sobria. Gli argomenti sono più o meno questi, variamente declinati e mescolati…

-non c’era altro da fare (ma allora perché sbrodolarsela per 5 mesi e non chiudere subito, prima di svuotare le banche?)

-l’accordo finale è migliore del precedente (Ah si?! E in cosa?)

-così la Grecia ha ottenuto la riduzione del debito (veramente non l’ha ancora ottenuta, non sappiamo se lo sarà, in che misura ed a che costo)

-chi ha perso la faccia è la Merkel (si ma solo perché ad uscirne bene è Schauble)

-Tsipras ci ha insegnato cosa significa lottare (veramente ci ha insegnato come prenderle di santa ragione, dopo una manfrina di cinque mesi)

-A criticare Tsipras sono solo i trotskijsti, anarchici, ml e falsi comunisti (quindi anche 40 deputati, la maggioranza del Comitato centrale di Siryza e Vanoufakis sono trotzkijsti, anarchici ecc?). Potremmo proseguire ma mi pare che basti.

Ma perché la Brigata Kalimera si imbarca in una impresa così disperata e perdente? Anche perché un elettore potrebbe chiedersi: “Ma se anche tu, in circostanze analoghe, faresti la stessa politica di austerity, anche solo perché costretto, perché mai dovrei votarti? Mi tengo il Pd”.

Io distinguerei fra i gruppi dirigenti ed i militanti. Per quanto riguarda i secondi il discorso è presto fatto: l’eredità del comunismo da caserma, per cui il gruppo dirigente va sempre difeso, con fede e senza riguardo per la ragione. La critica per loro è un’oziosa perdita di tempo, loro “credono”, non ragionano e sfidano impavidi il ridicolo. E poi ci sono le ragioni sentimentali: a questi militanti della sinistra, romanticamente, piace perdere, li fa sentire migliori, sfortunati ma migliori. Loro vogliono perdere ed è giusto accontentarli. E’ bene che questa sinistra perda sempre e chiudiamola qui.

Più complesso è il caso dei gruppi dirigenti, che sono di assoluto cinismo ed ai quali di Tsipras e del popolo greco non potrebbe interessare di meno. Però, loro hanno fatto un investimento di immagine: solo 14 mesi fa erano presenti alle elezioni come “lista Tsipras”  e con quel “brand” sono riusciti a superare per il rotto della cuffia lo sbarramento del 4%. Poi la cosa, come era prevedibile e previsto, si è sfasciata due giorni dopo, fra accordi non rispettati, seggi contesi e slealtà varie, però questo non toglie che, per ragioni di marketing, non si può criticare quello che è stato il marchio di impresa. Anche perché, solo qualche giorno prima in occasione del referendum, l’icona di santo Alexis era stata innalzata più luminosa che mai, senza far caso alle ambiguità e giravolte dei giorni precedenti, che facevano presagire che uso si sarebbe fatto della vittoria del no.

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In secondo luogo, il soggetto “nuovo” che sta per nascere sotto l’egida di Sel, al di là dei roboanti proclami anti renziani, già pensa di entrare nella lista del Pd, come imposto dall’Italicum (o di coalizzarsi con il Pd se dovesse tornare il premio di coalizione) e non possono presentarsi con trascorsi da estremisti che non danno affidamento.

Perché, questo è il cuore della questione, loro farebbero ancora una volta come hanno fatto con il Governo Prodi, piegandosi a votare le cose più indecenti come le missioni militari all’estero sotto comando militare americano, espellendo chi non era d’accordo. Fu così che raggiunsero l’obiettivo di perdere 3 elettori su 4 e restare fuori del Parlamento. Una sconfitta presto rimossa ed a cui non ha fatto seguito alcuna riflessione critica. Per cui è evidente che oggi farebbero la stessa cosa di Tsipras, perché non hanno gli strumenti culturali per immaginare nulla di diverso.

Questo ci porta ad un altro aspetto drammatico della questione: i gruppi dirigenti della Brigata Kalimera non capiscono assolutamente nulla di economia monetaria e, più in generale, di economia. Secondo un suo autorevole esponente il cambio 1 a 1 fra marco orientale e marco occidentale, fu un atto di generosità di Khol. Peccato che, con l’arrivo dell’Euro, poi quell’atto di generosità si sia spalmato su tutti gli altri paesi, per cui la Germania si è pagata la riunificazione –evitando l’equivalente di una “questione meridionale”-  con il contributo del resto d’Europa. Khol è stato generoso, ma con i soldi degli altri.



Secondo un altro illustre esponente della summentovata Brigata, “bisogna emettere liquidità evitando l’inflazione”. Si può provare con una novena alla Madonna di Lourdes. " L’autorevole personaggio, che mette nelle mani di Francoforte le speranze di una Europa federale, evidentemente ignora come è fatto il board della Bce e come sono fatti  i board delle banche nazionali che lo compongono.

Non chiedetemi i nomi: sono quasi tutti miei amici personali ed, allora, diciamo il peccato e non il peccatore. E il peccato grosso è che questi signori non leggono un accidenti, non sanno niente e non gli importa nulla di sapere qualcosa. Il loro “pensiero” politico si forma fra un articolo di Repubblica, una chiacchierata nella terrazza romana della signora Fulvia, un incontro alla bouvette di Montecitorio con un giornalista “bene informato” e, quando va bene, qualche veloce consultazione di Wikipedia. Mai la lettura di un libro, un seminario di studio, un convegno. Da tempo immemorabile non compare una rivista teorica, non si fa una iniziativa di formazione, non si discute un documento politico di respiro, non si verifica un dibattito di qualche dignità. Il risultato è un certo politico di cialtroncelli, che non sanno nulla e non pensano nulla, ma hanno solo il problema di vivere della rendita di qualche incarico istituzionale. E non sarebbe meglio che una cosa del genere sparisse definitivamente?

Prevengo una obiezione che già immagino mi verrà fatta: “Ma allora i 5stelle sono più bravi? Perché non dici niente di loro?” E, infatti, sono convinto che il M5s stia procedendo troppo lentamente nel processo di maturazione e stia facendo sciocchezze come la proposta del reddito di cittadinanza (solenne fesseria, peraltro condivisa da Sel, da Landini e, suppongo, anche da Rifondazione). Anche questo è il frutto di questo modo impressionistico e facilone di far politica e sono convinto che se il M5s non si dà una mossa, iniziando a fare più sul serio, non ha un grande futuro davanti a se. Non si può vivere sempre di rendita delle brutture che fanno i governi in carica.

Come vedete, niente sconti a nessuno.


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