sabato 26 settembre 2015

Salvate Razzi



di Tonino D'Orazio
 
Ora che il governo sta affrontando il deleterio voto sulla cancellazione elettorale del Senato, anche Renzi si muove per trovare alleati e fa promesse, sottosegretariati e presidenze compresi. Chissà come faranno a fidarsi. Sono infatti 219 i cambi di gruppo avvenuti durante il governo Renzi, con più di 200 parlamentari coinvolti. 21% per quelli che hanno il pallino delle percentuali. Numeri non da poco, per appena due anni e mezzo di legislatura. E il premier progetta, tratta e si accorda con quello stesso Verdini che all'epoca raccoglieva voti per Berlusconi. Se già il tutto non è stato ben orchestrato. Sicuramente non basterà la denuncia di Di Battista (5*) in procura per la compravendita delle vacche, cioè di senatori vari. Basterà vedere quanti di loro saranno abbullonati fino alla morte nel nuovo senato dei designati. Come anche chi delle varie “minoranze” ondivaghe del PD. Rappresenteranno il nostro saldo economico.
Come non ricordare gli articoli di fuoco, contro Berlusconi a suo tempo, dei vari giornali, la massonica Repubblica, l’Unità (ancora reddivivo ma da continuare a far rivoltare il suo fondatore Gramsci nella tomba), il Manifesto, i cattolici di l’Avvenire e Famiglia Cristiana. Oggi tutti allineati e coperti. E a destra, Lega compresa, nessuno può scagliare la prima pietra. Alcuni “amici” sono passati proprio, direttamente o indirettamente, nelle fila del PD. Allora si trattava di un governo già traballante oggi si tratta di sfregiare definitivamente la Costituzione. Adesso arrivano a raccolta “i mejio”. Controllare per credere, sono in gran parte degli inquisiti ma con l’immunità parlamentare da conservare.
Ha ragione Erri De Luca, anche se trascinato in tribunale dai giudici e dai poteri forti per: “Nelle interviste rilasciate pubblicamente ha commesso incitazione a commettere il sabotaggio[della inutile e morente Tav. ndr]. È indiscutibile che si debba concludere arrivando alla penale responsabilità dell'imputato …”
Non era bastato Toni Negri per il reato di opinione, subito dichiarato sobillazione e punito a suo tempo. Ci rivoleva un nuovo esempio per rimettere al loro posto, o in riga se preferite, eventuali intellettuali “resistenti”. Potrebbero fomentare la “rivoluzione” in questo libero disordine costituito.
Ma è soprattutto per aver scritto una ovvia verità italiana detta anche vox populi, o luogo comune: “una classe dirigente nazionale tra le più premoderne, violente e predatrici della storia occidentale, la cui criminalità si è estrinsecata nel corso dei secoli in tre forme: lo stragismo e l’omicidio politico, la corruzione sistemica e la mafia. Tre forme criminali che essendo espressione del potere sono accomunate non a caso da un unico comun denominatore, che è il crisma stesso del potere: l’eterna impunità garantita ai mandanti eccellenti di stragi e omicidi politici e ai principali protagonisti delle vicende corruttive”.

Cosa aggiungere? Che la magistratura è esente dal tessuto connettivo italiano? Che si debba difendere l’ordine dei giornalisti con gran parte di prezzolati e non gli scrittori? Che bisogna chiedersi ogni volta se “Sono Charlie”? Bisogna tifare inutilmente per Grasso contro Renzie con la dama di picche in mezzo?
Forse bisogna ancora chiedersi dopo 10 anni dell’altro se questo presidente intende veramente garantire la Carta Costituzionale essendo eletto e ben pagato proprio per questo? O NO? Oppure anche lui sta lì per grazia ricevuta?
Allora, a noi, rimane il crozziano dito che nasconde la luna, la paglia nell’occhio, cioè Razzi e Scillipoti? Non possiamo dire “salvateli” perché sempre mercenari sono, ma nella nostra memoria, se possibile, non lasciamoli soli.

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