giovedì 1 marzo 2012

Sara Tommasi e la bufala del signoraggio

di Dario Ferri (da Giornalettismo)

Ovvero: come usare il linguaggio del corpo… per non dire nulla



Entrare alla Camera dei Deputati per un bel convegno, e trovarsi in una sala anche discretamente gremita. Siamo nel magico mondo di Alfonso Luigi Marra e del voler cambiare il mondo a partire dalle banche, dimostrando però di sapere un po’ poco di come funzionino e di come il sistema mondiale di credito e finanziamento giri. Siamo nel magico mondo del sempre attivo complotto signoraggista, quello che dice che le banche centrali sono ladre, aguzzine e affamatrici di popoli, il che, peraltro, è anche discretamente vero. Ma in un perfetto esempio di distrazione di massa, continuare a denunciare cose che le banche molto semplicemente non fanno significa distogliere l’attenzione politica su quello che è corretto imputare loro. E’ esattamente questo che fa il frastagliato e litigiosissimo mondo signoraggista, che dall’incipit di Sandro Pascucci – l’inventore inconsapevole della bufala – ha trovato molti copycat estimatori i quali, lo si nota dai litigi divertentissimi tra di loro, si odiano tra di loro perché ognuno è convinto che l’altro gli abbia rubato l’idea.

CONFERENZIERI - Alfonso Luigi Marra ha deciso di lanciare un’Opa sul movimento dei signoraggisti, attraverso l’utilizzo di tecniche pubblicitarie e di propaganda molto interessanti, tra cui quella di imbarcare show girls e starlette come testimonial. Una tecnica – quella di attirare la gente con la topa – a cui anche alcuni deliranti personaggi che popolano l’internet non si sono sottratti. Ma vuoi mettere un finto asciugamano da togliere alla fine del video con le bellezze che chiama Marra? E’ chiaro che non c’è partita. Aritirate Cappellò. E proprio in quest’ottica è necessario inquadrare la scelta di tirar fuori dal cilindro, fra le relatrici al meeting di Marra, Sara Tommasi, la showgirl-attrice-economista della Bocconi che nel ruolo di conferenziera ha partecipato al convegno promosso in uno dei locali della Camera dai diarchi del Partito d’Azione per lo Sviluppo, Alfonso Luigi Marra appunto e Domenico Scilipoti, quelli che vogliono “abolire il signoraggio bancario”, ovvero il guadagno che una banca fa per la stampa e la gestione del processo monetario. La Tommasi, “esperta di Finanza” dopo aver illustrato la tesi del “suo mentore”, appunto Alfonso Luigi Marra, si è diretta per le strade di Roma, zona Camera dei Deputati, dove si è alzata la gonna e ha – di nuovo – mostrato al mondo che non portava le mutande. “Tesi del mentore”, quella spiegata da Sara Tommasi, esposta nel documento sul signoraggio bancario “primario e secondario”, aggiornato al gennaio 2012 dopo “importanti cambiamenti” nel Marra-pensiero.


SIGNORAGGIO! – Vediamo cosa imputa Marra alle banche:
Signoraggio primario della BdI/BCE e delle altre banche centrali che consiste in quel che segue. Nello stampare continuamente le banconote al costo della carta e dell’inchiostro (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, né è mai realmente occorso). Banconote la cui quantità è nota solo a loro, perché i numeri di serie non sono progressivi, e non se ne conosce il significato. Usarle (al valore in euro, dollari ecc. su esse stampato) per comprare dagli Stati – udite udite – un pari importo in titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BPT, CTZ).
Il fatto che le banche “usino” il denaro stampato vorrebbe dire di per sé che esse lo possiedano. E invece non è vero. Ce lo spiegava Vincenzo Pinto in un pezzo d’annata, sempre un classico: primo, non sono gli stati a ricevere i contanti, nell’assetto attuale, ma le banche, che cedono alla Banca Centrale i titoli  cosiddetti “eleggibili”. E, secondo, non è un regalo: è un prestito. Funziona così.
Cosa fa la Banca Centrale quando riceve il suo bel carico di banconote dal poligrafico? Purtroppo per Trichet e Bernanke, non può spenderle in prostitute d’alto bordo, ma solo per comprare titoli (e solo quelli “eleggibili”) dal sistema bancario. L’acquisto avviene però (quasi sempre) tramite operazioni a termine: alla scadenza dell’operazione, la Banca Centrale riceve indietro i soldi e la controparte bancaria i titoli. Semplificando, la Banca Centrale le banconote le presta solo – e si dice che se gliele ridanno sgualcite si incazzi pure. Per evitare che la domanda di liquidità sia infinita (che non sta bene), la Banca Centrale fa pagare alle banche un tasso d’interesse su questi prestiti: il famoso tasso di riferimento che la BCE stabilisce ogni primo giovedì del mese. Ma non provate a spiegarlo ad una ragazza per fare colpo, vi assicuro che non funziona. A livello teorico, quindi, la banconota da 10 euro che avete in tasca (pezzenti) torna sempre al punto di partenza: la Banca Centrale la stampa, la usa per comprare titoli dal sistema bancario, voi la prelevate al bancomat, ci pagate la figurina di Pizzaballa, il venditore la deposita presso il sistema bancario che, alla scadenza dell’operazione a termine di cui sopra, la rende alla Banca Centrale in cambio dei titoli. I più svegli si saranno resi conto che è il tasso di cui sopra, e non la differenza tra valore facciale e costo di produzione, il guadagno della Banca Centrale – il famigerato signoraggio.
E già questo basterebbe a neutralizzare il Marra-pensiero.


OCCULTISMO E CAFFE’ – Ma andiamo avanti.
Vendere i titoli alle aste, riprendendosi i soldi e lasciando allo Stato il ‘debito pubblico’ inventato mediante questo crimine. Iscrivere fraudolentemente al passivo l’importo delle banconote stampate a costo zero allo scopo di ‘pareggiare’ iscrivendo all’attivo i titoli o il ricavato della loro vendita, e di occultare queste enormi somme.
Non è così che funziona. Lo Stato finanzia il suo debito mettendolo all’asta. A tale asta possono partecipare banche, privati e altri investitori. Le banche centrali possono ben comprare titoli di stato sovrano ma, se succede (e di norma), li comprano sul mercato secondario, ovvero dalle altre banche, come abbiamo già visto. Sono queste ultime che si dirigono presso la banca centrale e depositano i cosiddetti “titoli eleggibili” contro i quali chiedono, appunto, denaro da immettere nel sistema della liquidità.
Riciclare il denaro così truffato mediante centrali interbancarie mondiali, fra cui innumerevoli fonti Internet indicano la Clearstream, l’Euroclear, la Swift e altre.
Basare una teoria economica rivoluzionaria su fonti approssimative è di certo una scelta politica migliorabile. Così, se “innumerevoli fonti internet” non meglio precisate – e probabilmente scelte tra svalvolati di razza – dicono che la Clearstream, l’Euroclear e la Swift sono “centrali interbancarie mondiale” dedite al riciclaggio di denaro truffato dai contribuenti, non vuol dire che sia poi vero. Si chiama “settlement” ed è una normale pratica finanziaria che serve alle banche per scambiarsi valori. La Clearstream, peraltro, è la società che gestisce questi servizi finanziari “delicati” direttamente alle dipendenze della Borsa di Francoforte, di cui è società dipendente. Wikipedia ci spiega con evidente chiarezza a che cosa servono istituti del genere: “Clearstream è stata descritta spesso come una banca per le banche, visto che pratica le operazioni chiamate “settlement and custody”. Di base, il suo dovere è registrare transazioni fra i conti di differenti banche e usare questi dati per calcolare le relative posizioni finanziarie. Così una banca può ordinare una transazione fra il suo conto e quello di un’altra banca in luogo di altri metodi meno sicuri – come portare una valigia piena di contanti per strada; la banca trasmette un ordine di accredito/addebito fra uno dei suoi conti e quelli di un’altra banca. Questo è un sistema usato da compagnie regolari, governi e banche in tutto il mondo”. Insomma, se si vuole evitare che i soldi dei contribuenti siano portati in giro per strada, magari è utile utilizzare un servizio del genere”.


IL MOLTIPLICATORE! – E infine arriva il signoraggio secondario:
Opera di falsificazione delle Banche Centrali (signoraggio primario), e poi delle banche di credito (peraltro loro proprietarie) attraverso il meccanismo del ‘moltiplicatore monetario’ (signoraggio secondario). Moltiplicatore monetario in virtù del quale le banche, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono. In sostanza, se Tizio versa su Banca Intesa/San Paolo (proprietaria del 44,25% di BdI) 100.000 euro, essa banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito. Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di un importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà lucrato interessi su prestiti per 5.000.000.
Lezione di economia di base: differenza fra base monetaria e offerta di moneta. La seconda è pari alla moneta circolante, quella nei nostri portafogli, più i nostri depositi presso le banche; la base monetaria è composta dal circolante, dalla cassa contante (ovvero dal contante detenuto dalle banche, ovvero i depositi sopracitati) più dalle riserve delle banche obbligatorie o in eccedenza presso la banca centrale; c’è, come dice Marra, un tasso di riserva obbligatorio per le banche, che di ogni deposito ricevuto dai cittadini devono trattenerne una parte. Ma se tutti noi possiamo ricevere un mutuo, un prestito, un finanziamento per aprire l’azienda, dobbiamo ringraziare proprio il meccanismo del moltiplicatore monetario, che non è particolarmente difficile da comprendere: poniamo che il pubblico abbia 100 euro, e decida di trattenerne 10 in tasca e depositare 90 in banca; la banca a sua volta tratterrà 20 e restituirà al pubblico 70, che tratterrà altri 10 e rimetterà in banca altri 60. La base monetaria, in sé, non è cresciuta se non dei 100 euro originari: ma questo aumento ha creato un aumento più che doppio della corrispondente offerta di moneta non nella singola banca, ma nel sistema bancario nel suo complesso. In breve, il moltiplicatore monetario è quello che manda avanti lo sviluppo fondato sul credito bancario: in breve, il moltiplicatore monetario “misura il massimo ammontare di denaro da banche commerciali che si può creare per una data unità di denaro da banca centrale. Il che, in un sistema a riserve frazionate, corrisponde all’ammontare totale di prestiti che le banche commerciali possono fornire legalmente, che è un multiplo della riserva”. Tutto qui. Nessun complotto, purtroppo. Le banche in Italia truffano i clienti, appioppano junk bond alle vecchiette, si rendono protagoniste di operazioni finanziarie spericolate, introducono costi occulti nei conti correnti, salvano gente che ha rubato per secoli soldi dei contribuenti e lasciano fallire e morire le aziende. Di tutto, di più. Ma quella del signoraggio è una bufala. E chi la propaganda distoglie l’attenzione, volontariamente o involontariamente, dai veri problemi e drammi del sistema creditizio italiano.

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