martedì 27 marzo 2012

Fornero al cimitero: why not?

“ Documento di policy”, “Articolato di policy”. Si esprime così la Fornero, tecnico guastatore del governo Monti, incaricata di far detonare le ultime garanzie in campo di diritti del lavoro. “Non siamo qui per distribuire caramelle” afferma la ministra, mostrando un cinismo mascherato dall' ambascia del portare un peso che nessuno al di fuori di lei ha avuto il coraggio il coraggio di portare, d'altronde come si usa dire nei mie film preferiti: “qualcuno dovrà pur fare il lavoro sporco” . Solo che una simile frase sottintende in genere un'idelogia occidentalista secondo la quale il livello di consumi e il senso di sicurezza degli occidentali richiedono il sacrificio di qualche milione di persone, che devono sottostare al giogo del colonialismo e dell'imperialismo con tutti mezzi necessari, al solo scopo di fornire alimento al moloch capitalista. Un'ideologia figlia del disincanto e del cinismo post-moderni: in un mondo dove conta solo il potere e il denaro e tutti si scannano per un posto al sole, il contratto sociale che baratta la propria libertà con la sicurezza può valere solo per una piccola parre del mondo. Diversamente nella visione di questi tecnici miliardari e ipocriti (Fornero rinunci al rettributivo anche tu o no?), sicurezza e consumi non sono una prerogativa geografica (non che l'una visione sia meglio dell'altra intendiamoci, è solo questione di contesto), ma solo di elite, infatti non si vede per quale ragione costoro facciano strage di corpi, se non per mantenere uno status quo che vede sempre più gente impoverire a vantaggio di una minoranza sempre più ricca. Questo disegno viene perseguito con il pretesto surreale del pareggio di bilancio, “un totem” direbbe la nostra ministra, ma da quando in qua un ministro, cioè uno che per statuto deve “somministrare la minestra”, si preoccupa di entità astratte a discapito di corpi umani barbaramente mutilati? A che scopo amputare gli arti di un corpo sociale, se non c'è gangrena? Non sarà che il malato grave è chi amputa e non l'amputato?
Fornero al cimitero”, si leggeva sulla maglietta di una donna fotografata vicino a Diliberto. Non lo avesse mai fatto, terrorismo, istigazione all'omicidio, rigurgiti di una politica fatta di odio e violenza. Gente che ti dice in faccia che vuole sbatterti in mezzo a una strada e di condannerà alla fame, si permette di parlare di violenza. Lo sa questa masnada di politici e giornalisti servi cos'è il carnevale? Che significato assume il termine carnevalata alla luce di una tradizione storica culturale?  Sin dal medioevo il carnevale era una parentesi, una zona franca, uno spazio fisico e mentale dove per un periodo limitato di tempo era permesso ai poveri di sbeffegiare i potenti, rappresentati con maschere grottesche e caricaturali e ricoperti dei peggiori improperi. Quella della maglietta della signora arrabbiata si può descrivere appunto come una carnevalata, un desiderio di uccidere non la persona fisica, ma la sua immagine e quello che rappresenta. Fornero al cimitero. Oggi ci tolgono pure il carnevale, il senso di colpa che ci hanno istillato nei confronti di qualsiasi atto di lesa maestà della ricchezza è grande. Quel fesso di Diliberto ha chiesto pure scusa. Io faccio il medico e se avessi sotto i ferri una come la Fornero farei di tutto per salvarla, perché mai e poi mai vorrei essere causa seppure indiretta della sua sua morte, eppure lo grido con quanta forza ho in gola: “Fornero al cimitero”, non rinuncio al mio carnevale, alla faccia dei tiranni e dei potenti di tutte le ere.
Repellente, è la sola parola per definire la politica di questa gente. Mandiamoli a casa presto.

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