lunedì 12 marzo 2012

Da Vasto a Piazza San Giovanni

Caro Paolo (da ex rifondarolo mi permetto di darti del tu). Io credo che tu abbia ragione da vendere quando dici che la foto di Vasto è ormai sorpassata dagli eventi (semmai  sia esisito un tempo in cui  l'alleanza col Pd potesse avere avuto un senso). Negli ultimi mesi, con l'adesione del Pd al governo Monti si è creata una frattura netta nell'ambito dell'ex centrosinistra, che ha definitivamente provocato la deriva del Pd verso territori geografici appartenenti alla destra. Ormai, se le vecchie categorie destra/sinistra hanno ancora senso,  dobbiamo considerare il liberismo, aldilà dei fatti specifici, il punto nodale che segna il passaggio da una polarità  all'altra. Il Pd ha da tempo abbracciato appieno il pensiero unico e mostra uno zelo fanatico nel conformarsi dei suoi principi. Credo per questo motivo che sia necessario prendere atto di una cesura così netta e irrimediabile e operare una scelta coraggiosa, che escluda categoricamente il Pd da qualsiasi progetto politico alternativo, perlomeno per quanto riguarda il governo della nazione.

Quello che intendo affermare in maniera chiara è che non possiamo farci condizionare nelle nostre scelte dagli umori e dalle convenienze tattiche del Pd o sperare in un OPA che scalzi Bersani e tutto l'apparato per mettere al loro posto Vendola e i vendoliani. Ciò che auspico in parole povere è un salto netto rispetto all'attendismo nei confronti di questo partito, giocato sul filo di lana di improbabili tatticismi. Qui non è più questione di tattica né di spingere il Pd a riposizionarsi nel fronte del sinistra. Bersani e soci sono prorpio un'altra cosa rispetto a San Giovanni, ed è impossibile e sconsiderato  tornare a vecchi schematismi ulivisti o post-ulivisti. Considero sacrosanta, rispetto alla creazione di un "aggregato di forze" in grado di competere sul terreno elettorale con le destre, l'idea di fare appello a tutta la società civile e a tal proposito stipulare un'alleanza con una Lista Civica Nazionale o un insieme di liste civiche, su punti di programma ben definiti. Diversamente non credo ci siano grosse chance di vittoria. Dalle parti di De Magistris si discute appunto di ciò. Credo che abbiate molto da dirvi.(FC)

Paolo Ferrero da ilfattoquotidiano

La manifestazione della Fiom di venerdì è stata la prima grande manifestazione di opposizione sociale a Confindustria e al governo Monti. Colorata, allegra e combattiva è stata una gran bella manifestazione. Il suo significato non è però solo sindacale. Venerdì la politica si è divisa tra chi si è schierato con il governo Monti e chi si è schierato con i lavoratori metalmeccanici. La linea di divisione è passata esattamente dentro il centrosinistra, con il Pd che non ha partecipato.

A questo punto  le strade sono due: continuare ad inseguire il Pd che a sua volta insegue l’Udc, che a sua volta insegue il centrodestra. A me pare una strada senso e senza prospettive: il governo Monti è un governo costituente e non scomparirà con la fine della legislatura. In un modo o nell’altro il prossimo governo sarà la prosecuzione del centrismo di Monti, un po’ spostato da una parte o dall’altra, e il Pd vi sarà impegolato dentro.

Per questo propongo a Sel e Idv un’altra strada: quella di sostituire la foto di Vasto con la foto di Piazza San Giovanni. La gente che era in piazza non ha solo la necessità ma anche il diritto di avere una aggregazione politica di riferimento. E’ possibile oggi in Italia dare vita a una aggregazione a sinistra del Pd che costruisca l’opposizione al governo Monti e alla Confindustria, dia una sponda politica e un punto di riferimento politico alle persone che erano in piazza venerdì e costituisca una aggregazione elettorale unitaria? Io credo che oltre alla Federazione della Sinistra sarebbero disponibili a questo percorso molte realtà sociali, liste civiche, aggregazioni e comitati territoriali. Un polo della sinistra di questo tipo sarebbe significativo anche sul piano elettorale e costituirebbe la vera alternativa alla ristrutturazione neocentrista del sistema politico che il governo Monti sta producendo. Conosco bene le differenze che ci sono tra di noi e infatti non propongo di fare il “partito unico della sinistra”. Propongo di dar vita a una aggregazione stabile, che permetta di mettere in comune le cose che ci uniscono e lasciare fuori dalla porta le cose che ci dividono, in primo luogo la storica tendenza alla divisione che aleggia nella sinistra italiana.

Oggi in Italia abbiamo due destre
, quella populista di Berlusconi e quella tecnocratica di Monti ma non abbiamo nessuna sinistra. Invece di continuare a lamentarsi di cosa fanno queste due destre forse sarebbe ora di costruire insieme una sinistra degna di questo nome!

Noi di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra ci siamo.

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