martedì 3 aprile 2012

Se questi sono i "giusti"...

Ho estrapolato questo pezzo da uno scritto di Barnard pubblicato nel suo Blog, perché mi sembra riproduca perfettamente il conflitto fra visioni "diseguali" dell'economia e della politica: da una parte un  Barnard rude e poco aggraziato,  convinto che occorra mettere al bando ogni ipocrisia da anima bella, badare al sodo e riconoscere la ragione di tutti i  mali del mondo(la sua) e dall'altra quelli definiti come "le belle anime", rappresentati da un bel pezzo della cultura della società,  che invece si gingillano  con la decrescita e la green economy.
Barnard ha ragione da vendere su molte cose, ma bisognerà pur trovare un equilibrio fra un consumo responsabile, una equa redistribuzione delle risorse e un reddito garantito per le mamme single che vivono con la loro prole in appartamenti marci e umidi. Altrimenti i golpe continueranno comunque ad esserci, e non solo quelli quelli finaziari, ma anche quelli militari della Libia di Gheddafi, della Siria, dell'Africa in Mali, quando qualche presidente si mette in testa di rovinare la festa ad americani e francesi. Non solo ma continueranno ad esserci le guerre come in Iraq e in Afghanistan e di certo i neri non smetteranno di sputare sangue per procurarci il Coltan. D'accordo Barnard ci sono molte anime belle ipocrite, ma ce nesono milioni di altre di anime che sacrificano la vita per gli altri e magari vanno a morire in qualche paese sperduto dove fanno volontariato. C'è un'umanità bella e silenziosa che lavora sodo e ha degli ideali (pippe?) e con la tutta la sua buona fede fa fatica a capire quello che tu dici e certo il tono da fanatico invasato non aiuta molto.

...Per prima cosa, le ‘belle anime’ sono molto meno belle di come vorrebbero rappresentarsi. Lo compresi quando ero molto giovane. Ero fra ‘compagni’, quelli giusti, antifascisti, stavamo nella radio libera, giornalisti sgarruppati ma tosti. Da noi passavano altri ‘giusti’, quelli di Cuore di Michele Serra, e quelli che nel ’77 avevano fatto la Storia. Ed erano canne, canne e cannoni a non finire, hash, olio, erba a volumi cubitali sempre, come corredo fisso di tutto. Ok. E giù con sermoni contro le basi Nato, e dagli alla Nestlè, padroni bastardi, sbirri fascisti, viva i migranti e solidarietà ai compagni in carcere. Ok, passi il comunismo all’italiana, mi faceva sorridere un po’, mai stato comunista, ma va bene dai. Ma quelle canne. Un giorno a un’assemblea mi saltò in mente una cosa e gliela dissi: “E i miliardi che date alle mafie a fumarvi tutta quella roba? Non è che i cartelli dei narcos libanesi li trattano bene i contadini che coltivano l’erba, forse peggio della Dal Monte coi campesinos. Ci sta con la coerenza anti imperialista?”.
Avete presente il sedile del passeggero della Aston Martin di James Bond nei mitici anni ’60? Lo ricordate? Era quello che catapultava con una forza incredibile il malcapitato fuori dall’auto in corsa. Ecco, fui catapultato fuori da quel mondo di compagni con lo stesso impeto. Mai più accettato. Mi fu tutto chiaro subito, sta gente non tollerava il dissenso, e non solo, se gli incrinavi l’atmosfera della ‘parrocchia’, ‘chenoisiamoquelligiusti’, ti odiavano. Da allora la storia si è ripetuta mille volte, cioè mille volte mi sono trovato fra i ‘giusti’ e solo per avergli detto ciò che non volevano sentirsi dire mi hanno messo nella catapulta e via… sparato fuori con un bel seguito di odio, proprio odio, in uno slalom i cui paletti sono stati, fra gli altri, Report e redazione, Emergency, Beppe Grillo e grillo blog, centri sociali assortiti, Sabina Guzzanti, Micromega, Gherado Colombo, Travaglio, Ricca, i No Tav, e un sacco di altre ‘belle anime’. Elio Veltri, di fronte a fior di testimoni, addirittura mi ha pubblicamente insultato dicendomi che devo “farmi curare”, prima di lasciare la sala del dibattito di cui eravamo co-relatori latrando improperi. Il motivo? Gli avevo contestato che Prodi e Draghi fossero delle “stimabili persone”, avevo incrinato la figura del suo mito europeista Altiero Spinelli, e sostenevo che la mafia finanziaria è 100 volte più pericolosa di quella regionale italiana, con la solita fiumana di dati e fatti a sostegno, che sapete. Mi sembra il minimo del diritto alle proprie opinioni. Il Veltri ha concluso con un magnifico “se avessi saputo non sarei mai venuto!!”. Alla faccia del libero dibattito…
La morale: alla fine sono fatti quasi tutti della stessa pasta, i parrocchiani di qua e quelli di là, una pasta i cui ingredienti sono l’intolleranza per il libero pensiero, l’ipocrisia, l’autocelebrazione, e l’odio per chi gli rompe le uova nel paniere intellettuale. Ma qui a sinistra c’è l’insopportabile presunzione di essere quelli puliti, quelli che sanno come si salva il mondo. Ecco, questo è l’humus di partenza delle ‘belle anime’. Da queste premesse desolanti, si passa poi ad ancora peggio, cioè alla loro illusione di poter sconfiggere The Machine senza averci capito nulla, manco se lo immaginano com’è veramente fatta, proprio come le formichine sui gusci. Sabato 19 febbraio partecipavo a San Marino a una tavola rotonda sulla Globalizzazione con Giacomo Marramao, Lidia Ravera e Jacopo Fo. Parlano dei cattivi del mondo. Io glieli smonto, e al contrario gli dimostro che i loro ‘buoni o meno peggio’ sono fatti della stessa pasta degli altri e anzi, a volte sono persino peggiori. Jacopo Fo se ne esce con “… e dai! Lo so che Obama è sempre un presidente americano, ma rispetto a Bush il suo è, diciamo, un capitalismo dal volto umano”. Potevo star zitto? Obama che chiude Guantanamo e tiene aperta Bagram che è sei volte più grande e dove si tortura sei volte di più; che mantiene l’immunità di Bush ai torturatori della CIA; che nel dicembre del 2008 dice a Israele “bombardate i civili palestinesi quanto vi pare, ma non il 18 di gennaio che c’è la mia inaugurazione, e in cambio vi facciamo arrivare un carico di armi illegale dalla Germania” (Gen. Jim Jones a colloquio con Netanyahu); che ha sborsato 11 mila miliardi di dollari per salvare il sedere di Wall Street e non per salvare milioni di americani sfrattati da Wall Street; che ha presieduto sul più imponente trasferimento di ricchezza dal basso verso l’altro della storia degli USA ridicolizzando gli sforzi dei Bush; che ha calato le tasse del 1% ricco d’America e ha congelato gli stipendi pubblici; che ha messo come responsabile delle politiche del lavoro un tal Jeffrey Immelt, il presidente di General Electric che ha oltre la metà dei suoi posti di lavoro delocalizzati in Asia (sic); che ha firmato l’ordine per la repressione dei dissidenti civici americani per mano dell’FBI; che ha fatto una riforma sanitaria che regala oltre 70 miliardi di dollari alle assicurazioni private con 45 milioni di americani senza copertura sanitaria; che oggi persino taglia i fondi al programma statale di aiuti finanziari agli americani che non si possono permettere il riscaldamento (il LIHEAP)… e ce ne sarebbe da arrivare a sentirsi male. Gliel’ho detto al Fo. Ha sbottato che sono un pessimista, applauso del pubblico. Poi gelo, insulti a me dal filosofo emerito, e dibattito troncato su due piedi.
Sono quelli che “adesso c’è Saviano…”, quelli della politica a cinque stelle, con i cortei, con la Tobin Tax, con l’equosolidale, con i blog, e quelli della Decrescita. Non hanno la più pallida idea delle dimensioni di The Machine, e di come essa ci ha tutti intrappolati nella spirale di impoverimento e morte democratica che ho descritto ne Il Più Grande Crimine. Dice la Ravera che dobbiamo vivere con meno, dobbiamo sostituire i consumi con i rapporti umani, e strappa l’applauso. Ma neppure ci arriva, l’autrice, a pensare ai milioni di poveracci che perderebbero il lavoro, il futuro, la casa, per permettere a lei di strappare l’applauso nel dire ste insulsaggini ignoranti di qualsiasi rudimento di macroeconomia. John Maynard Keynes è vissuto per nulla. Ste ‘belle anime’ sparano impuniti le loro fantasmagorie ma non sono nei panni del magazziniere della Lotto cassintegrato o dell’ex operaia dell’OMSA che oggi fa le pulizie in nero, o della madre single con due bambine che non trova uno stipendio che le permetta di uscire da un appartamento marcio di umidità dove le piccole vanno a letto coi pigiamini zuppi. Forse manco li hanno mai visti esseri umani così, ed è un bene per loro, perché il magazziniere, l’operaia e quella madre le gonfierebbero la faccia di sberle neppure a metà della frase “dobbiamo vivere con meno, sostituire i consumi con i rapporti umani”, poiché questa elevata saviezza si avvererà forse fra 300 anni, ma nel frattempo milioni di poveri cristi che non leggono la Ravera o che non ridono con Jacopo Fo soffriranno le pene dell’inferno se qualcuno non rianima questa economia, e per rianimarla, oggi, non si può prescindere dai consumi, che sono fatturati, che sono stipendi disperatamente necessari. Fra l’altro, le ‘belle anime’ vagheggiano di economie alternative di cui mai nessuno ha verificato l’effettiva fattibilità nel mondo moderno, e fra l’altro vagheggiano di modelli di decrescita senza aver interpellato gli africani, gli indiani, i cinesi, i kazaki, i vietnamiti, gli indonesiani, tutti coloro cioè che hanno aspettato 3000 anni per avere ciò che abbiamo noi, ma ai quali oggi, quando toccherebbe a loro entrare nel Mercato per poi avere tutte quelle cose, no!, devono rinunciare, perché “dobbiamo vivere con meno, dobbiamo sostituire i consumi con i rapporti umaniil PIL cinese è fallico!” concluse la Ravera. Ok, vallo a dire a loro. Ma vacci Ravera, e se torni intera…
Le ‘belle anime’ che “col fotovoltaico noi oggi siamo autosufficienti e persino vendiamo l’elettricità”, dice sempre il figlio del Nobel, peccato che per fare i pannelli ci voglia il petrolio e che gli sfugga che il nostro mondo necessita ogni anno di 15.000 miliardi di watt, e che il 73% di questi non va in borsette o per fare cellulari caro Jacopo, ma per l’agricoltura, luce domestica e trasporti, e che coi pannelli, scusate, gli fai una pippa a 15.000 miliardi di watt, specialmente se poi sti ‘paladini’ usano il pc ogni giorno, e se corrono a farsi la TAC quando stanno male, per generosa concessione di 3 milioni di morti in Congo (vi si estrae il Coltan per l’elettronica) e dell’industria militare (TAC, RM, endoscopie ecc.). Ipocriti.
E questi sono l’avanguardia della riscossa oggi, personaggi che viaggiano sul binario della propria auto-santificazione di ‘belle anime noiquelligiusti’ chiusi nel bozzolo del proprio ego da cui non sono in grado di vedere nulla della realtà della gente vera, dell’economia vera, e soprattutto di The Machine, ma proprio nulla. C’è da piangere, ma al peggio non c’è fine.
Il fatto è che una marea di attivisti italiani crede veramente che questi professionisti dell’odio del libero pensiero, questi parrocchiani che mettono al rogo chiunque non sia dei loro, tali e quali agli altri di destra, siano i depositari dei valori democratici e della giustizia. C’è da mettersi le mani nei capelli, è una truffa terribile ai danni di tanta buona fede di gente esasperata. Ste ‘belle anime’ sono devastanti per le pochissime speranze di fermare il Potere, perché il 99% degli attivisti gli crede e si fa infinocchiare dalle loro fandonie per salvare il mondo… “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”. Il risultato è che le esigue forze attive rimaste in questa società paralizzata si sprecano ad inseguire isterismi e utopie ignoranti senza neppure sapere chi è il nemico, e nessuno o quasi rimane nelle fila di chi invece sta capendo cosa ci accade, gli sparuti impotenti testimoni dei crimini del Vero Potere. Il risultato è che a soffrire da cani saranno milioni di altri che neppure avranno il sollievo di sentirsi ‘noiquelligiusti’. Si sentiranno da cani e basta.

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