“Io amo i coraggiosi: ma non basta
essere bravi guerrieri, si deve anche sapere chi colpire. E spesso
c'è maggior coraggio nel trattenersi e passare oltre, per
risparmiarsi per il nemico più degno. „
Caro Nando,
ti ringrazio per costringermi a uno
sforzo intellettuale improbo che ha il suo equivalente fisico in
Stallone che sfida che sfida Apollo Creed (le mie citazioni sono un
po' all'ingrosso e meno apocalittiche, tanto per non prendermi sul
serio).
Apollo è l'establishment, un buffone forte e baldanzoso che
mena fendenti, schernendo con i suoi balletti il proletario Stallone,
che è forte di cuore e con la volontà di un asino affamato, ma in
possesso di una tecnica approssimativa.
Ecco dilettante per dilettante, la nostra tecnica l'abbiamo appresa da noi, come autodidatti, ma non è la tecnica in sé che conta alla fine, ma battere l'avversario.
Ecco dilettante per dilettante, la nostra tecnica l'abbiamo appresa da noi, come autodidatti, ma non è la tecnica in sé che conta alla fine, ma battere l'avversario.
Questo delirio per dire che le tue
argomentazioni sono ampiamente condivisibili, ma per prima cosa
dobbiamo vincere su un terreno che è si politico ed economico, ma è
principalmente dominato dalla potenza. Tu dici “sconfiggere il
mercantilismo tedesco”, giusto, ma l'araba fenice risorge sempre e
se una volta tolto l'euro quello risorge sotto altre spoglie che
facciamo? Monti dixit: “l'euro non serve per sconfiggere il debito
pubblico, ma per ripianare il saldo con l'estero” e diciamo noi per
creare in questo modo disoccupazione, diminuendo di conseguenza il
costo del lavoro e aumentando conseguentemente la competizione fra i lavoratori.
Il
discorso è che euro non euro con la flessibilità dei cambi e con un
costo del lavoro al ribasso qualcuno finirebbe sempre per scaricare
su altri paesi il costo delle sue crisi, cercando al tempo stesso
l'egemonia economica come hanno sempre fatto Francia, Inghilterra e
Germania. Ergo io vedo come prioritaria la fine dell'austerità
(leggasi liberismo) e un sistema di compensazioni che garantisca
tutti i membri dell'unione così come aveva pensato un grande
economista all'indomani di Bretton Woods con l'invenzione del Bancor.
Ora la sparo grossa: con le monete nazionali, va bene che possiamo
svalutare e farci gli affari nostri, ma non rischiamo di ripiegare in
un protezionismo becero foriero di nazionalismi e guerre? Non
rischiamo di perpetuare una storia già vecchia, con frazionismi e
simmetrie fra entità ringhiose, che affilano le zanne pronte a sbranarsi, mentre dovremmo convergere verso il placido e atarassico unicum che contiene
in sè tutti gli “attributi” dell'essere? Insomma non sarebbe meglio
una federazione di stati che perseguono suol serio gli interessi
comuni, magari con una moneta Bancor/Euro come vessillo di equità ed uguaglianza? (lo so c'entra poco il
Bancor perché comunque era legato a un rapporto aureo, ma per
rendere il concetto).
Io voglio la società di Star Trek, un unico
pianeta federato dove la gente pensa solo all'auto-realizzazione e
non al soldo. Sarà per questa inguaribile ingenuità che mi attacco
non all'euro ma a un Europa ideale e anche un po' gelatinosa, ma
solidale. Mi fermo qui.
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