di Tonino D'Orazio
Uno, perché è di sinistra.
Due, perché la sinistra è in guerra con se stessa da anni, sempre pronta a dividersi, iper-intransigente spesso su quisquiglie per cui senza strategia efficace e credibile per governare.
Tre, perché se qualcuno a sinistra, anche solo per protesta aveva votato M5Stelle rafforzandolo, ora potrebbe indebolirlo tornando su Landini, recintarsi di nuovo al massimo al 5% e dare vantaggio ulteriore al PD di Renzi, che sta già racimolando a destra sul tracollo di FI.
Quarto perché la nuova legge elettorale anticostituzionale di Renzi permette di esistere solo oltre il 30%. Il resto viene spazzato via. Ha una possibilità solo se si allea con il M5Stelle su punti qualificanti.
Quinto, perché sul carro Landini sono pronti a salire, con i loro soliti pacchetti di voti, personaggi impresentabili, forse non moralmente si intende, ma vecchi, superati e plurisconfitti, da tutto l’arco considerato di sinistra, dalla minoranza del PD, a Sel, a Rifondazione e altro se c’è ancora. Potete immaginare di nuovo i Bersani, i D’Alema, Ventola, anche Cuperlo e Civati su quel carro?
Sesto, perché se Landini si qualifica di sinistra vera, e lo è, non ha ancora compiuto la stessa operazione di popolo di Podemos (Spagna) o Siryza (Grecia) che hanno costruito in tempo e in anni il loro impegno attraverso un grande volontariato sociale, solidale e gratuito. O quello appena iniziato in Italia dal M5Stelle, che ha individuato nella lotta, non più destra-sinistra ma dei poveri contro i ricchi, dell’ingiustizia sociale e della disuguaglianza, della corruzione, i loro principi popolari, non semplicemente “populisti”. Su questa linea soltanto può porsi anche tutta la Cgil. Non è che non lo fa, ma non dovrebbe demonizzare troppo Landini, perché quest’ultimo rilancia, vuoi o non vuoi, il concetto e l’immagine storici e fondamentali di cos’è la Cgil per il paese, con precedenza assoluta per le classi deboli, non solo per la confederalità delle semplici categorie e dei contratti di lavoro, dove isolata si sta rinchiudendo sempre più nella scia di “pur con indubbi sacrifici da parte dei lavoratori (sic), si è puntato alle massime garanzie occupazionali”, che poi, in realtà, non dà più nessuno, se non fino alla prossima puntata.
Settimo, perché rimane confuso il prosieguo del lancio della Coalizione, in quanto a movimento o organizzazione necessaria. A tutt’oggi non si capisce come intende organizzarsi, con chi allearsi o se intende capeggiare il movimento, visto che altre figure apicali non ci sono. Un populismo sincero che intende cambiare radicalmente le cose ha bisogno del capopopolo che lo trascini alla vittoria. E’ la storia! I simboli sono necessari.
Anche la destra, per mantenere le classi privilegiate c’è li ha. Thacher, Merkel, Obama, Cameron, Blair, Schroeder … e tutta la panoplia di servi a servizio permanente, oggi soprattutto media, giornalisti, economisti chiacchieroni che fanno gli scienziati dell’aleatorietà, banchieri, menzogne e bugie ufficiali di tutti i tipi …
Eppure lo spazio politico c’è, mai è stato così aperto e da conquistare. Magari solo un po’ di elettori di quell’enorme partito che sono “gli astenuti”, presuntuosi nel non voler ammettere di aver creduto e di essersi sbagliati in questi anni. Magari recuperando quei milioni di poveri che ci vengono snocciolati dall’Istat o da altri istituti una volta a settimana, come se si trattasse solo di numeri, come un ghigno sardonico e strafottente dei ricchi verso di loro. Di tutta quella irreale e speranzosa piccola borghesia, decaduta, che scivola verso la povertà e che fa finta di essere ancora “classe media” e che spera che il Pil forse aumenterà di qualche decimo di punto nei prossimi dieci anni e che qualche risparmio potrebbe ancora fruttare un 0,25%. Di tutti gli “impiegati” con stipendi e contratti fermi da almeno un decennio e nel tiro al piccione da parte della Troika di Bruxelles. Di tutti quegli insegnanti che non contano più nulla nella società e con i genitori irresponsabili che si accontentano del disastroso futuro di formazione qualitativa per i propri figli. Di tutti quei milioni di giovani senza lavoro, che non lo avranno mai anche perché scappato altrove, senza speranza e impotenti. Di quei milioni di pensionati alla fame, adagiati e addormentati nella loro miseria, quella sì, a “diritti crescenti” e sempre nell’occhio del ciclone dei tagli, cioè delle “riforme”. Di quei milioni di cittadini indebitati con le banche, con l’Enel, con Equitalia, disperati, impauriti e senza futuro.
Ma questa massa informe, nuda, che non si muove più da anni, cosa vuole? Può Landini rispondergli con la Coalizione Sociale ed essere credibile?
Però, intanto, che grandi speranze innescate !!
lunedì 1 giugno 2015
La Coalizione Sociale di Landini non funzionerà.
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Purtroppo sono d'accordo. Mi scuserete se mi metto a citare Marx, forse dovrei citare Nanni Moretti, o meglio ancora tacere: "Nacque così il socialismo feudale, metà lamentazione, metà libello; metà eco del passato,
RispondiEliminametà incombere del futuro; colpiva la borghesia al cuore con giudizi amari e
spiritosamente laceranti, ma con un effetto curioso, derivante dalla totale incapacità di
capire il corso della storia moderna. Questi aristocratici sventolavano la proletaria bisaccia
da mendicante come fosse la loro bandiera, cercando di radunare il popolo dietro le loro
parole d’ordine. Ma ogni volta che seguiva il richiamo degli aristocratici, il popolo scopriva
sui loro posteriori le vecchie insegne feudali e li abbandonava fra acuti e irrispettosi
sghignazzi"
K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista.
Impietoso, ma comprensibile
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