martedì 2 giugno 2015

Una modesta proposta ecologico-politica

Siamo quelli con po' di storia alle spalle, se non come protagonisti, almeno come spettatori attenti e curiosi. 
Siamo riusciti a passare indenni la stagione del terrorismo e a resistere alle sirene del disincanto, le stesse che ci sussurravano in tono mellifluo di abbandonarci al puro interesse personale, tanto la storia va avanti da sola e riproduce sempre le stesse condizioni in un loop noioso. 
Abbiamo superato la crisi delle ideologie senza abbandonare “l'idea”. Abbiamo superato anche la dicotomia destra sinistra senza rinunciare alla storia e a qualche discriminante fondamentale, come quella che i beni devono essere comuni e che lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è cosa sbagliata. 
Abbiamo preso quanto di buono c'è nel pragmatismo, comprendendone i rischi di semplificazione di pretesa neutralità. 
Per ultimo abbiamo fatto un lavoro su di noi stessi, cercando di separare i contenuti personali profondi e spesso inenarrabili dall'agire politico, forti del fatto che un'ecologia della mente ci avrebbe messo al riparo da errori e da scelte condizionate dall'ego. 
Dopo aver operato un epochè delle miserie umane e depurato la realtà da ogni “ismo” dannoso e irrilevante, siamo pronti a vedere la semplicità dove è sempre stata e a proporre finalmente una ricomposizione della realtà in base alla necessità e al buon senso.

Proponiamo che il M5S e la sinistra facciano un accordo alla luce del sole per governare questo paese. Grillo rinunci ad assurde idee palingenetiche e all'autosufficienza e la sinistra la smetta di vedere la devianza come criterio di esclusione. 
Diversamente il paese resterà in balia di un potere incancrenito e arroccato su se stesso, portatore di istanze personali e di un liberismo vorace e moltiplicatore di iniquità. 
I numeri parlano chiaro: in Liguria un fronte “rirormista”, avrebbe stravinto e avrebbe stravinto persino in Campania, usufruendo di una capacità attrattiva senza pari di un progetto comune. Non c'è scampo, diversamente non si vince, diversamente non vince il bene comune.

Ovviamente la proposta deve colpire non solo i politici, ma l'intimità di ciascuno, costringendolo a superare resistenze, arroccamenti e passività.

Ce la possiamo fare. L'importante è cominciare, poi capiremo come fare patti con noi stessi e fra noi stessi.  
È un bel lavoro, soprattutto fare i conti con la rabbia che si tramuta in razzismo, evitando che gli istinti guidino il “popolo” verso il Salvini di turno. 
C'è molto in comune fra grillini e sinistra. 
Occorre solo avere il coraggio di prenderci il potere.

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