Siamo quelli con po' di storia alle
spalle, se non come protagonisti, almeno come spettatori attenti e
curiosi.
Siamo riusciti a passare indenni la stagione del terrorismo e
a resistere alle sirene del disincanto, le stesse che ci
sussurravano in tono mellifluo di abbandonarci al puro interesse
personale, tanto la storia va avanti da sola e riproduce sempre le
stesse condizioni in un loop noioso.
Abbiamo superato la crisi delle
ideologie senza abbandonare “l'idea”. Abbiamo superato anche la
dicotomia destra sinistra senza rinunciare alla storia e a qualche
discriminante fondamentale, come quella che i beni devono essere
comuni e che lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è cosa sbagliata.
Abbiamo preso quanto di buono c'è nel pragmatismo, comprendendone i
rischi di semplificazione di pretesa neutralità.
Per ultimo abbiamo
fatto un lavoro su di noi stessi, cercando di separare i contenuti
personali profondi e spesso inenarrabili dall'agire politico, forti
del fatto che un'ecologia della mente ci avrebbe messo al riparo da
errori e da scelte condizionate dall'ego.
Dopo aver operato un epochè
delle miserie umane e depurato
la realtà da ogni “ismo” dannoso e irrilevante, siamo pronti a
vedere la semplicità dove è sempre stata e a proporre finalmente
una ricomposizione della realtà in base alla necessità e al buon
senso.
Proponiamo che il M5S e la sinistra
facciano un accordo alla luce del sole per governare questo paese.
Grillo rinunci ad assurde idee palingenetiche e all'autosufficienza e
la sinistra la smetta di vedere la devianza come criterio di
esclusione.
Diversamente il paese resterà in balia di un potere
incancrenito e arroccato su se stesso, portatore di istanze personali
e di un liberismo vorace e moltiplicatore di iniquità.
I numeri
parlano chiaro: in Liguria un fronte “rirormista”, avrebbe
stravinto e avrebbe stravinto persino in Campania, usufruendo di una
capacità attrattiva senza pari di un progetto comune. Non c'è
scampo, diversamente non si vince, diversamente non vince il bene
comune.
Ovviamente la proposta deve colpire non
solo i politici, ma l'intimità di ciascuno, costringendolo a
superare resistenze, arroccamenti e passività.
Ce la possiamo fare. L'importante è
cominciare, poi capiremo come fare patti con noi stessi e fra noi
stessi.
È
un bel lavoro, soprattutto fare i conti con la rabbia che si
tramuta in razzismo, evitando che gli istinti guidino il “popolo”
verso il Salvini di turno.
C'è molto in comune fra grillini e
sinistra.
Occorre solo avere il coraggio di prenderci il potere.
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