martedì 14 febbraio 2012

D'ora in avanti a spadroneggiare saranno le banche

da ilrisparmiosalvato

«Tuteleranno i loro simili, non certo risparmiatori e imprenditori»

Un proverbio recita "chi ci capisce è bravo". Potrebbe essere riferito all'economia italiana ed europea di questi tempi, dove sono i tecnici a prendere le decisioni che cambieranno la storia anche sociale - del nostro Paese. Noi abbiamo provato a chiedere cosa succede e cosa temere, specialmente in materia di risparmio, ad uno dei maggiori esperti a livello nazionale: il professore torinese Beppe Scienza, autore di libri molto popolari (specialmente in rete, beppescienza.it) come "Il risparmio tradito" e "La pensione tradita".
Governo di "bocconiani" e di "banchieri". Con questi due termini ha definito l'esecutivo di Mario Monti. Quali sono le ombre che si celano dietro ai cosiddetti tecnici?
"Si è parlato molto di governo di bocconiani durante la formazione del governo stesso e comunque perché Mario Monti era presidente dell'Università Bocconi, ateneo specializzato nel promuovere la propria immagine. In effetti nel governo ci sono più banchieri che bocconiani. In particolare dirigenti di Banca Intesa: Corrado Passera, Elsa Fornero e Mario Caccia".
Corrado Passera ed Elsa Fornero gravitano nell'universo di Banca Intesa, il primo è stato ad, la seconda vice presidente del consiglio di sorveglianza. In che modo questo conflitto d'interessi può influenzare la politica italiana e la sua economia?
"Parto appunto dalla tesi, di sicuro non solo mia, che gli interessi dei banchieri sono nettamente contrapposti a quelli sia dei risparmiatori sia degli imprenditori o altri operatori economici. Non mi aspetto quindi alcuna misura che ostacoli le banche nel continuare a spadroneggiare a danno dei risparmiatori e imprenditori, loro clienti".
Corrado Passera ha risanato il bilancio di Poste Italiane creando Banco Posta e tagliando circa 20 mila posti di lavoro. Secondo lei, è stato questo il merito che gli è valso la nomina di Ministro dello Sviluppo Economico?
"Giusta osservazione. Ricorderei però anche il suo ruolo, quale capo di Banca Intesa, nella sciagurata vicenda Alitalia. Ne parla ampiamente un recente libro: "Capitani coraggiosi" di Gianni Dragoni, edito da Chiarelettere. Egli s'impegnò non solo per fare gli interessi della sua banca, ma anche per realizzare i disegni di Berlusconi, che poi logicamente non si è certo opposto alla sua nomina a ministro".
Lei ha espresso perplessità anche sulla lotta al contante, vale a dire sul divieto ad effettuare pagamenti dai 1000 euro in su tramite carta-moneta. Non crede che in un Paese con alta evasione fiscale sia uno strumento utile se non indispensabile?
"In esso io vedo piuttosto il coronamento di una campagna che le banche italiane portavano avanti da anni. Per loro la lotta al contante aveva e ha due obiettivi. Da un lato quello diretto di incassare commissioni sui pagamenti, che non gli fruttano invece nulla se avvengono in contanti. D'altro lato quello indiretto - e generalmente ignorato - di spingere gli italiani a tenere più soldi possibile sui conti correnti a interessi vicino allo zero. Avendo le banche una fame nera di liquidità, questo è il maggior regalo che gli hanno fatto i ministri-banchieri. Le critiche a tale provvedimento sono per altro condivise da persone più esperte di me nella materia, quale Ranieri Razzante, presidente dell'Associazione Italiana dei Responsabili Antiriciclaggio (Aira) e autore di libri sull'argomento".
Parliamo di Serpico. Lei lo ha paragonato a una nuova forma di "Grande Fratello". Cosa dovrebbero temere i cittadini onesti da questo sistema e cosa invece gli evasori?
"Gli evasori accorti non temono nulla, perché solo gli evasori faciloni versano assegni o contanti relativi a incassi, che intendono poi non dichiarare al fisco. Gli evasori attenti procedono diversamente. Le mie preoccupazioni attengono alle stesse difficoltà di gestione di una tale massa di dati e ai possibili abusi, da parte di chi vi potrà accedere".
Fino ad ora Elsa Fornero - Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali - ha deciso di concentrare il suo lavoro in particolare sulle pensioni. Come mai sostiene che il prossimo obiettivo sia il TFR?
"Per vari motivi. Per cominciare per la posizione pervicacemente tenuta a favore dei fondi pensione prima e dopo la riforma del TFR, entrata in vigore a inizio 2007 col semestre-trappola del silenzio assenso. Poi perché la sopravvivenza del TFR è in rotta di collisione con gli interessi del Cerp, una specie di centro di ricerca sulla previdenza, di cui la Fornero va tanto orgogliosa, dopo averlo fondato con finanziamenti di area bancaria o parabancaria. Infine, perché dovrà ben dare qualcosa ai dirigenti sindacali per mitigarne l'opposizione e una buona merce di scambio può essere permettergli di mettere le mani sul TFR dei lavoratori. I quali per altro non si lasceranno ingannare facilmente, anche questa volta".
Cosa devono temere i piccoli risparmiatori da questa nuova era economi- ca e cosa le piccole-medie imprese?
"Da questo governo i risparmiatori, piccoli o grandi, possono aspettarsi che venga data carta bianca alle banche nel continuare a rifilare loro i prodotti peggiori. Le imprese ben poca attenzione per le loro esigenze di finanziamento, visto che per le banche è molto più conveniente e più facile investire in titoli di Stato. Mi domando anche se, col beneplacito del Governo, non torneranno a scaricare sul groppone delle aziende, magari sotto mutate spoglie, gli sciagurati prodotti derivati".

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