sabato 11 febbraio 2012

La Cricca di Formigoni. Il Pirellone "puzza" di 'Ndrangheta e di imbrogli.

da Sostiene De Magistris

E' stato recordman di preferenze con oltre 11 mila voti a Desio e in Brianza. Uomo forte del Pdl (ramo Forza Italia) capace di scalare il Pirellone fino al delicato incarico di assessore all'ambiente. Ma l'ascesa del consigliere regionale Massimo Ponzoni si è interrotta bruscamente con l'ordinanza di custodia cautelare emessa lunedì dalla Procura di Monza. L'accusa è di bancarotta fraudolenta, corruzione, concussione e peculato, appropriazione indebita e finanziamento illecito ai partiti. 
Al centro delle indagini ci sono due società direttamente riferibile a Ponzoni: Il Pellicano e Immobiliare Mais, entrambe con sede a Desio, dichiarate fallite nel 2010 dal Tribunale di Monza. Perché Ponzoni, pur dalla sua poltrona dell'ufficio di presidenza della Regione Lombardia, ha il pallino degli affari immobiliari. E nell'inchiesta, infatti, emergerebbe la capacità del politico di determinare i contenuti dei Pgt (il piano di governo del territorio, il nuovo piano regolatore) dei comuni di Desio e Giussano, assicurando a imprenditori a lui vicini cambi di destinazione di terreni (da agricoli a edificabili), «grazie ai legami influenti e al posizionamento di propri uomini di fiducia in ruoli chiave delle varie amministrazioni (a loro volta destinatari di denaro e/o altri vantaggi, anche solo in termini politico elettorali)» si legge nell'ordinanza. 
Ponzoni si trova all'estero, quindi è latitante. Sono stati invece arrestati Antonino Brambilla, vice presidente e assessore della Provincia di Monza e Brianza, Filippo Duzioni, imprenditore bergamasco, Rosario Perri, ex assessore della provincia di Monza e Brianza, Franco Riva, commercialista di Cesano Maderno, già sindaco e assessore all'urbanistica del comune di Giussano. 
 Un sistema che gestisce politica&potere e che ha consentito all'ex enfant prodige del Pdl di arrivare fino alla giunta regionale guidata da Roberto Formigoni. 
I guai per Ponzoni erano già in vista nel luglio 2010, quando in tutta la Lombardia è scatta l'operazione infinto della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Tra i nomi più citati nell'inchiesta contro la 'ndrangheta c'è proprio il suo. Tra le carte c'è anche una conversazione ambientale del gennaio 2009. Saverio Moscato - uno degli arrestati, appartenente alla famiglia del boss calabrese Natale Iamonte radicata a Desio - si riferisce al politico del Pdl: «A questo punto questa storia, a Ponzoni, dobbiamo dargli rilievo. Ci sono anche i soldi per Ponzoni e pago, quanto vuole, il 10 per cento, toh». E sempre Moscato: «Ora Ponzoni che deve venire, ora sto studiando com'è il discorso della Fiera, lì c'è un macello e dobbiamo... Devo entrare... già sto lavorando con il catering... Io per Ponzoni l'ultima volta che andato su ho speso 10mila euro di matite omaggio per quando si vota. Per questo Ponzoni è con Formigoni culo e camicia. Formigoni muove centinaia di milioni di euro, vorrei partecipare all'Expo».
Ponzoni con Formigoni ha in comune l'appertenenza a Comunione e Liberazione, il braccio del governatore per il controllo della Regione Lombardia. Ma non solo: secondo una lettera del suo ex collaboratore Franco Pennati, riportata nell'ordinanza di custodia cautelare della Procura monzese, «l'immobiliare Mais ha pagato varie volte noleggi di barche e vacanze esotiche allo stesso Ponzoni e al suo capo Formigoni».
Lo stesso Pennati indica che alcune società con le quali il consigliere regionale era in affari avrebbero "comprato voti" nell'ambito della campagna elettorale per la rielezione in Regione. Ma c'è di più. Secondo il gip di Monza, Maria Rosaria Correra, è emerso che «nelle elezioni regionali del 2005 l'ex assessore Massimo Ponzoni sarebbe stato eletto anche con i voti della 'ndrangheta». In un passaggio del provvedimento al punto in cui si parla delle esigenze cautelari, il giudice parla di «serialità delle condotte analizzate», di «un radicato e diffuso sistema di illegalità che presenta, come dato comune, l'asservimento della funzione pubblica all'interesse privato». Ma secondo il gip «a rendere più allarmante la valutazione di questo contesto affaristico, risulta la accertata ingerenza di esponenti del crimine organizzato».
Una presenza ingombrante per Formigoni che ha respinto ogni accusa dichiarando che «sono fatti gravi che indubbiamente dovranno essere verificati, ma attengono integralmente alle responsabilità personali. Non è minimamente coinvolta la Regione Lombardia». Eppure Ponzoni agiva forte del suo ruolo di assessore lombardo. E in quel ruolo aveva creato un "sistema". A Desio una delle sue società fallite -la immobiliare Mais srl- è stata coinvolta nella compravendita di un terreno per una speculazione edilizia. In quell'area sarebbe sorto un nuovo centro commerciale e il valore della terra sarebbe decuplicato.
Ora la costruzione del centro è stata bloccata dalla nuova giunta di centrosinistra, ma nel 2004 il terreno agricolo grazie ad una variante al Piano regolatore diventa sfruttabile per uso industriale e si costruiscono capannoni. C'è il sospetto che Ponzoni si sia mosso per la variante e in cambio abbia intascato una tangente da 250mila euro. La consigliera comunale del Pd Lucrezia Ricchiuti porta il caso in consiglio e, una volta emersa l'inchiesta della Procura di Monza, chiede di sospendere autorizzazione per quell'area. Secondo la Ricchiuti c'è «un vortice di passaggi di proprietà in cui ritornano sempre nomi di persone e società legate a Ponzoni».
Il sistema ipotizzato è questo: si promette al proprietario del terreno agricolo che diventerà edificabile e si fa un primo compromesso. Grazie ad con una girandola di società coinvolte la proprietà passa di mano in mano. Solo al momento dell'atto finale si scopre il vero proprietario. Ponzoni interviene come ras locale del Pdl e in grado di modificare il Prg (fino al 2011 il comune era saldo in mano al centrodestra) a favore di proprietari compiacenti.
Un sistema che non permette di capire chi c'è dietro e chi ne viene beneficiato. Le società a lui collegabili direttamente sono sette ma con controlli societari incrociati e nomi ricorrenti come Sergio Pennati, commercialista ed ex uomo di fiducia. Pennati aveva infatti anche il 30% del Pellicano, altra società fallita e coivolta in operazioni immobiliari con gli assessori lombardi Massimo Buscemi, il consigliere Pdl Giorgio Pozzi e la moglie di del parlamentare Pdl Giancarlo Abelli, Rosanna Gariboldi finita in carcere per la bonifica di Santa Giulia.
Ecco il triplice ruolo di Ponzoni: uomo delle istituzioni, intermediario per gli affari e politico in grado di condizionare pesantemente le scelte edilizie dei comuni brianzoli. Grazie all'appoggio dei suoi uomini, in primis Antonino Brambilla che oltre agli incarichi in Provincia è stato assessore all'urbanistica e Rosario Perri, ex dirigente dell'ufficio edilizia privata. Il Comune? Desio, ovviamente.

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