venerdì 3 febbraio 2012

Precarietà, se Monti parla come un Berlusconi sobrio

di Giorgio Cremaschi da Micromega

Se l’avesse detto Berlusconi! Se il vecchio Presidente del Consiglio o magari Brunetta avessero vantato la bellezza della precarietà, si sarebbe scatenato lo scandalo, giustamente. Invece Monti ha parlato, non a caso in una rete berlusconiana, con la stessa arroganza, con la stessa ottusità sociale di un salotto di Cortina, e per questo viene considerato uno statista coraggioso.
Naturalmente una responsabilità non piccola di questo ce l’ha il sistema informativo, quel giornale e quel telegiornale unici che da quando è andato al governo il professore della Bocconi ci forniscono solo la versione ufficiale del palazzo.
Ma resta il fatto che le frasi di Monti sono comunque rivelatrici del degrado sociale e culturale del paese. Nessun capo di governo di paese occidentale potrebbe parlare così in un momento di crisi drammatica e di disoccupazione di massa come questo. Se lo fa quello italiano è perché pensa di poterselo permettere.
Certo queste frasi dimostrano che Monti e il suo governo sono in larga parte persone sopravvalutate, com’è sopravvalutata la Bocconi e com’è sopravvalutato un certo mondo culturale e intellettuale che non è mai stato in grado di spiegare davvero nulla del nostro paese e della sua crisi. Ma resta il fatto che frasi di questo genere sono un segno politico chiaro. Se dopo averle dette Monti è ancora lì al suo posto a salvare l’Italia, vuol dire che il degrado dell’epoca di Berlusconi sta ancora continuando.
Monti è un Berlusconi sobrio e casto, ma è anche il continuatore radicale ed estremo dell’ideologia e della cultura politica del padrone di Mediaset. La crisi vera dell’Italia sta tutta qui: nel fatto che il Presidente del Consiglio possa fare affermazioni di destra liberista estrema, a cui peraltro paiono corrispondere le reali intenzioni del governo, e che tutto questo sia presentato e gestito in un regime di unità nazionale.
Questo è l’aspetto devastante per la nostra democrazia, di cui ha gravissime responsabilità anche il Presidente della Repubblica. Che un capo di governo, espressione degli interessi delle banche e della grande finanza, parli con arroganza del lavoro, e che di fronte a tutto questo ci siano balbettii in quella che era una volta la sinistra e nel movimento sindacale, questo ci fa dire che il regime Monti è un regime più dannoso per la nostra democrazia di quello berlusconiano.
Contro Berlusconi qualche difesa in questi vent’anni si era costruita. Contro Monti la democrazia, i diritti sociali, il pensiero critico, sembrano andare tranquillamente al macello. Per questo dobbiamo solo augurarci che Monti fallisca, e magari fare qualcosa perché ciò succeda. Solo la sconfitta politica e sociale di questo governo può davvero chiudere l’era berlusconiana.

2 commenti:

  1. perdona, ma non concordo.. o meglio lo scivolone c'è stato, se lopoteva risparmiare, e il web quasi tutto gli ha sparato addosso.
    Ma il punto è secondo me: COSA SI POTEVA FARE IN ALTERNATIVA????? a me sembra che lui e i vari membri del governo cerchino di ascoltare critiche, proteste e quant'altro (penso so lo ai camionisti e a quello che sarebbe potuto succedere col governo precedente)Elezioni subito con una pausa di 3-4 msi e intanto lo spread a 600?? non so forse sbaglio io..

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  2. ops, non avevo visto che era un articolo di Cremaschi. Il mio commento comunque non sarebbe stato diverso..

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