lunedì 27 febbraio 2012

La violenza della non violenza 2

Tutti si definiscono liberali, dai cattolici di Casini a quelli del Pd e del Pdl, un partito che a nominarlo avverti subito un vuoto di senso, aldilà dell'unico senso percepibile che è quello degli interessi privati di persone e ceti. Tuttavia quando si tratta di coerenza con i dettami del liberalismo, tutti mettono davanti la retorica per coprire la loro ignoranza e la volontà di reprimere ogni forma di dissenso vero. Come già ripetuto infinite volte ( ho già detto più o meno tutto quello che avevo da dire, ma visto che realtà non cambia, non posso che ripetermi), Locke il padre del liberalismo diceva in soldoni che se l'autorità, nella persona di un Monarca o di un'assemblea costituente, non riesce a garantire la sicurezza dei cittadini, questi ultimi debbono ritenersi sciolti dal patto che li vincola all'osservanza delle regole e sono legittimati a deporre l'autorità con ogni mezzo. Mi aspetto, vista la situazione, di vedere tipi come Pannella, Bordin e la Bonino e magari anche Bondi, armi in pugno scagliarsi contro Montecitorio. 
Che sicurezza hanno avuto garantita i ragazzi malmenati a Genova nel 2001 o quelli presi a botte l'altro giorno alla stazione di Torino di ritorno da un corteo NO-TAV? Che sicurezza hanno garantita i lavoratori che perdono il posto di lavoro o si vedono dimezzato lo stipendio, grazie ad un comportamento quantomeno disinvolto delle banche, che giocano con i derivati e i fallimenti di interi stati come se giocassero a Monopoli o a una bizzarra idea dell'economia, secondo la quale è più importante sanare i conti che badare alla vita delle persone? Che sicurezza hanno garantita i giovani disoccupati?
Che sicurezza avranno le nuove generazioni che si troveranno a vivere in un ambiente devastato, saccheggiato fino all'inverosimile e reso pericoloso dalla più totale incuria del territorio?
Mi chiedo che sarebbe successo se gli operai di Pomigliano, i NO-TAV, i pastori sardi, i giovani precari, gli operai cacciati dalle fabbriche, ad un certo punto avessero detto: bene signori qui la nostra sicurezza è in pericolo, voi nemmeno ci date ascolto, perché vi preme unicamente di tutelare gli interessi dei vostri amici, a questo punto basta non violenza, vi prendiamo a calci in culo e vi mandiamo a casa, costi quello che costi. Come dite? Dobbiamo isolare i violenti? Certo che li isoleremo, infatti vi metteremo tutti in galera perché  i violenti siete voi.
Provo disgusto nell'assistere alla propaganda di regime orchestrata ad hoc da servi e velinari di certa stampa, che non sono mai soddisfatti del belato dei poveri, perché secondo loro dovrebbero belare sempre più forte, per dimostrare che non sono violenti. 
Non so quello che accadrà, non vedo all'orizzonte rivolte violente, né considerò la fattibilità di una tale opzione, poiché in un certo senso è cambiata anche la mistica dell'esistenza, la maggioranza sente che non vale più la pena rischiare per gli ideali anche quando non si hanno da perdere che le proprie catene, si è rotto quel filo rosso che legava una visione della storia e del futuro all'idea di una missione di rinnovamento da parte di una classe sociale e delle sue avanguardie. La coesione sociale è a pezzi come pure la fiducia nel futuro, in situazioni del genere prevale il si salvi chi può. Certamente ci saranno dei focolai di rivolta, più o meno organizzati, più o meni caotici e produrranno ferite profonde. Uno dei leader NO- TAV, Luca Abbà oggi è rimasto vittima di un grave incidente. Sono triste per ciò che gli è accaduto, e non vorrei che succedesse ad altri quello che è successo a lui, ma quello che è accaduto è frutto delle miopia e della violenza di queste istituzioni, non è una fatalità. Questa classe politica criminale non ha nessuna credibilità né alcuna legittimazione morale per convincere quei ragazzi che devono essere pacifici anche di fronte ad una violenza del tutto incomprensibile. L'unico modo che abbiamo per far sì che le cose non precipitino è cacciare questa gente asservita solo ai propri interessi una volta per tutte e cominciare a risanare il paese.
Anche questa è retorica lo so, ma per il momento le parole e l'impegno politico sono ancora l'unico antidoto alla violenza.

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