mercoledì 29 febbraio 2012

La parabola del santo carabiniere. Dal vangelo secondo La Russa

Sconvolgente, non si può definire diversamente la propaganda giocata sul filo dell'allegoria sacra: il carabiniere pecorella e il NO-TAV lupo cattivo. Hanno colto al volo l'occasione per disperdere quel poco di memoria che riusciamo ancora a tenere viva, delle infinite violenze del potere contro chi dissente: l'icona del carabiniere è l'immagine perfetta del lavacro mediatico del potere che si emenda di ogni colpa, mero riflesso dell'astuzia del maligno, e rivela il nuovo vangelo, quello che vede carabinieri e potenti della terra incamminarsi verso un cammino di speranza fra folle di penitenti. Hanno scomodato persino Pasolini. Un uomo contro un altro uomo, immagine astratte al di fuori del tempo e dello spazio, che rappresentano l'eterna contesa fra il bene e il male. I fatti non c'entrano, la macelleria messicana della Diaz fa parte della narrazione epica del male, le botte alla stazione non sono aggressioni quelle, sono l'epifania del bene contro il male, l'immagine sacra degli angeli in divisa che schiacciano i diavoli riottosi e malvagi. Il bene bipartisan vince, il male è sconfitto. La Russa è il bene, e per proprietà transitiva è bene tutto ciò che egli rappresenta, compreso il padrone Berlusconi, lo stalliere Mangano e il mafioso dell'Utri. È bene il TAV, è bene fregarsene dei fatti che dimostrano l'inutilità di un'opera scellerata, è bene il profitto delle coop rosse. È bene anche la precarietà del lavoro, il licenziamento, la distruzione dell'ambiente, è male la protesta. Si è visto in modo inequivocabile nella strafottenza del NO-TAV, maligno e luciferino anche nelle sembianze. Oltre ogni dubbio mondano è bene Monti.
Tutto si ammanta dell'eroismo del carabiniere e si illumina di incenso, quello che resta è cenere.

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